TERMOLI _ Apprendo dalla stampa che Antonio Di Pietro si sentirebbe tradito da me, che avrei sfruttato la scia senza aderire compiutamente al progetto di IDV. Aggiunge, però, di essere stato deluso anche dall’esperienza con Nicolino D’Ascanio alla Provincia. Queste due affermazioni si contraddicono, e se è vera l’una, l’altra dev’essere necessariamente falsa. Di Pietro sa che non ho sfruttato alcuna breve scia, per la semplice ragione che nessuno più di lui sa per quanti anni l’ho seguito dietro le quinte, senza alcuna pretesa.
Mi rendo conto di essere debitrice di riconoscenza verso il presidente dell’Idv per la grande chance delle europee 2009, ma credo di poter anche dire che se ho raggiunto un traguardo tanto ragguardevole (quasi diciottomila preferenze) senza il sostegno in campo del partito, questo risultato si può definire almeno in parte un risultato personale: sono riconoscente a chi mi ha dato la possibilità di essere conosciuta, ma credo di aver lavorato altrettanto seriamente. Infine, quanto all’addebito di avere io “abbandonato la causa”, mi piace precisare che semmai sono rimasta coerente con i valori di quel progetto, e li ho perseguiti anche quando le scelte politiche locali li hanno clamorosamente sconfessati.
Insieme a quasi quaranta persone, tra dirigenza, iscritti e rappresentanti istituzionali di Idv, a novembre ci sentimmo improvvisamente a disagio in un partito che fino ad allora aveva denunciato e rinunciato a praticare la vecchia politica delle tessere e degli equilibrismi, ed ora ne imitava logiche e pratiche: una mutazione che ci sembrò ingiustificabile davanti ai nostri elettori.
A distanza meno di un anno, se Di Pietro dice di essere stato deluso dall’esperienza in Provincia, di cui ha imbarcato significativi esponenti pur a costo di una pesante emorragia nel partito, significa che forse avevo ragione, nel ritenere quelle scelte poco ponderate. Quel che resta oggi dell’Idv, all’esito delle pesanti lotte fraticide interne, non mi sembra più coerente con il progetto iniziale, di quanto io e molti degli attuali esponenti di Costruire Democrazia avremmo voluto difendere e rafforzare a suo tempo con scelte strategicamente diverse. Il futuro della politica molisana non può che ripartire dalla ricognizione di queste scelte e dalla obiettiva valutazione dei fatti, oltre che delle persone.
calma
Egr. sigra. Gatti Lei apre troppi contenziosi, e finisce per mettere troppa carne all’arrosto. Le consiglio di affrontare un problema alla volta. La sanità è un problema serio, vada avanti se ha coragio. Di Pietro è un problena nazionale. Le consiglio di evitarlo. La saluta cordialmente Robespierre
Dopo il primo ottimo elettorale dell’IDV (dovuto a tanti fattori fra i quali il prestigio di un ex Ministro uscente, la felice intuizione di allearsi con il PD, la voglia della gente di “nuovo”..) si aspettava una conferma che è venuta a mancare sia a Termoli che a Montenero di Bisaccia. Alla signora Gatti dico che il tempo è galantuomo e che alla fine darà ragione a chi lo merita.