Al nucleare, e sull’energia in generale, abbiamo già accennato nei mesi scorsi, auspicando riflessioni e piani condivisi, ma la strada per scelte definitive sembra ancora molto lunga, come sembra ancora lontana la costruzione di una opinione diffusa e condivisa. La salute delle persone è il primo valore che ogni pubblica amministrazione deve garantire; è ciò per cui paghiamo la maggiore percentuale di tasse, è il desiderio più diffuso, l’aspirazione non di tanti ma di tutti. Se c’è la salute….!
Se un’amministrazione, ad ogni livello, si batte e dedica la maggior parte delle proprie energie per la salute dei cittadini, in particolare di quelli più deboli o più esposti a rischi, è da apprezzare e incoraggiare. Di fatto le più alte percentuali dei bilanci pubblici (vedi quelle delle regioni) sono assorbite dalla sanità e da ciò che ruota intorno ad essa. Eppure non tutto va come dovrebbe andare, dalle nostre parti e non solo, se tutti i giorni sentiamo di buchi, debiti, sacrifici da fare, e quant’altro che scoraggiano anche i più ottimisti. C’è un problema di gestione, su questo non c’è dubbio; altri (in altre regioni) hanno saputo fare e sanno fare meglio di noi. Gli errori, forse in buona fede, risalgono a lunghi periodi di vacche grasse. C’è un problema, a nostro avviso, di logica politica innanzitutto, poi di capacità manageriali e quindi di coscienza morale; chi è chiamato ad amministrare risorse pubbliche deve costantemente tener presenti questi fattori, assumendosi le responsabilità conseguenti alle scelte politiche e tecniche.
Politici e tecnici oggi sanno molto bene che è materia che scotta, forse dopo anni di superficialità, bilanci allegri, troppo allegri, appalti più o meno gonfiati, gestioni dilettantistiche, con buone dosi di clientelismi, favoritismi, localismi, inutili doppioni o assenze di prestazioni di base indispensabili in alcune aree, a scapito della qualità dei servizi e delle reali necessità; poi i nodi vengo al pettine e qualche conto bisognerà pur saldarlo. La politica, di ogni colore, se ne è servita anche per raccogliere consensi, strumentalizzando il bene sommo della salute per meri scopi elettorali e di potere.
Il nostro territorio è altamente frammentato, costituito da comunità locali molto modeste, con infrastrutture che spesso lasciano a desiderare e con consentono facili e rapidi spostamenti, con un’alta percentuale di anziani la cui salute necessita di un’eccedenza di servizi sanitari, domiciliari, poliambulatoriali e quant’altro; la gestione di una tale situazione non è per nulla invidiabile ma occorre cercare le soluzioni migliori, con scelte coraggiose di alcune priorità rispetto ad altre.
Tutti invochiamo una presenza capillare sul territorio di strutture efficienti, moderne, attente ad ogni bisogno, che pongano fine ai dolorosi viaggi della speranza o, per sdrammatizzare, al turismo sanitario; nel nostro piccolo abbiamo il diritto di pretendere livelli qualitativi secondo standard almeno nella media, di usufruire di risposte adeguate. Ora è inutile dar la caccia alle streghe per gli errori del passato, per quanto è stato fatto e non andava fatto o per quanto è stato omesso colpevolmente, ‘chi è senza peccato scagli per primo la pietra’; bisogna ripartire, a quanto pare, con una nuova coscienza dei compiti urgenti e non più rinviabili. Certo è che la salute dei cittadini resta un bene primario, non negoziabile. …Basta la salute!
Peccato e assoluzione
Si può essere d’accordo a non fare la caccia alle streghe per gli errori del passato. Si può esere anche d’accordo alla assoluzione dei peccati per gli errori del passato, ma credo che è non si può essere d’accordo e accettare che chi ha sbagliato nel passato continui impunemente a gestire anche nel presente e soprattutto nel futuro. Direi solo basta|