CAMPOBASSO _ La nostra regione a breve vedrà risultati di invasione dalla costa ai monti, di ogni genere di strumentazione atte alla produzione energetica, in effetti anche siti di importanza storica e protetti come Altilia, subirà le conseguenze dettate da questo governo. Pensate un po’, il nostro illustre ministro dell’ambiente “Stefania Prestigiacomo”,è figlia di un noto ed importante imprenditore siciliano, che, ancor più noto per l’inquinamento che da anni fa subire a quella terra, portando nel perimetro industriale Siracusa Priolo Augusta , il tasso più alto di malformazioni congenite e mortalità, proprio lei dovrebbe vigilare e tutelare le nostre risorse umane ed ambientali.

Una terra, la nostra che nel tempo non aveva conosciuto sviluppo e che preservava il suo stato di naturalezza ambientale, e, che avrebbe a suo tempo dovuta esplodere con il turismo per le bellezze naturali incontaminate, oggi invece la tendenza politica a ribaltato la situazione, cioè da una terra pura ad un passaggio immediato senza ritorno, ad una terra inquinata in tutto, dall’aria, al suolo alle acque. L’abilità dei distruttori dell’ambiente molisano e nella parcellizzazione degli eventi, delle scelte operative, degli interventi destinati a far del Molise la pattumiera italiana.

Abilità ovviamente avvallata dagli amministratori locali che non hanno interesse diverso dal tenersi a galla e di ottenere, se possibile, una conferma della poltrona, motivo per il quale sono disposti a chiudere un occhio e, se necessario, entrambi sugli scempi al territorio e della tutela delle persone. Purtroppo chi da qualche tempo amministra la nostra regione sta dando una grossa mano al disegno distruttivo di questa terra, facendo in modo che le notizie e i problemi che riguardano l’aggressione al patrimonio naturale vengano distinti e distanziati l’uno dall’altro, in tal modo nessuno si rende conto che si va allegri e spediti a conquistare il primato di cinquemila torri eoliche su una superficie pari a 4.438 chilometri quadrati, due parchi eolici off-shore a poche miglia della nostra cortissima costa adriatica, e tre termovalorizzatori da aggiungere alla centrale biomasse di Termoli, alle tre centrali turbogas (Ururi, Campomarino e Termoli) e alla liberazione del fotovoltaico che ormai si va espandendo anche sui terreni produttivi, per non dire, poi, del tutt’ora incombente rischio che sul suolo molisano possa piazzare la centrale nucleare il governo attuale.

Per non parlare degli ultimi eventi del percolato portato nel depuratore COSIB di Termoli, e dei possibili versamenti disseminati per le campagne molisane, senza pensare inoltre sotto alle fondamenta dei pali eolici cosa si potrebbe nascondere.

A conti fatti, è in atto una sistematica sottrazione di suolo, di acqua, di aria, di mare destinata ad aumentare in progressione geometrica, che, con tutti questi inserimenti sopra citati occuperanno tanto suolo che non lasceranno spazi vitali alla produzione agricola, all’espansione urbanistica, alla pesca,al turismo e alla vita. Sembra quasi che ci sia un disegno perverso che tende ad espellere i molisani dal Molise, sottraendo spazi vitali per dar luogo a processi degenerativi ( sotto il manto dell’energia elettrica ), perdendo sempre più il lavoro su tutti i settori, e alla lunga non c’è altra scelta che evitare veleni, inquinamenti e restare senza lavoro cosi bisognerà cambiare aria.

Può sembrare un ipotesi irreale, lontana, ma non lo è. Guardiamo un po’ i dati inquietanti, l’elemento specifico che avendo pazienza, attenzione, spirito indagatore, ciascuno può riscontrare: la puntualità con cui, uno ad uno, tempo a tempo, gli impianti realizzati hanno già fatto danni ( basta dare uno sguardo al registro dei tumori ) e quelli in programma che si apprestano a fare. Il singolo palo eolico, la singola centrale biomasse, la singola centrale turbogas non fa paura; ma cinquemila pali eolici, tre centrali turbogas, due centrali biomasse, due parchi eolici off-schore, tre termovalorizzatori, tanti terreni destinati al fotovoltaico ed una centrale nucleare disseminati su un territorio di appena 4.438 chilometri quadrati sono ben altra cosa.

Carmine Perugini

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