Purtroppo tale corretta interpretazione stenta ad essere applicata nelle aziende come dimostrano diverse riunioni svoltesi in questi giorni tra RSU e Direzioni del Personale, in particolare nel Nucleo Industriale di Termoli, in cui si paventa l’utilizzo di parte del TFR maturato per corrispondere al debito contratto con l’INPS. I lavoratori mediamente debbono restituire importi che variano da 4 mila a 12 mila euro complessivi e farlo in un’unica soluzione è problematico.
Le imprese, quali sostituti d’imposta, preferiscono sanare subito il debito con l’INPS per non avere problemi futuri. Si tratta pertanto di gestire la questione su un tavolo negoziale presso l’Assessorato al Lavoro convocando le rappresentanze sindacali e industriali insieme al Sub Commissario e all’INPS per definire un metodo condiviso a cui tutti debbono attenersi nel concreto. Quindi pur apprezzando la tempestività con cui il Sub Commissario ha chiarito con precisione i termini del problema è opportuno intervenire per non lasciare spazio a libere interpretazioni delle singole imprese che penalizzano seriamente dipendenti alle prese con mensili netti di 1.100 euro.
Michele Petraroia