CAMPOBASSO_ Il Consigliere Michele Petraroia ha presentato questa mattina il bilancio di fine mandato della propria attività amministrativa condotta nella IX legislatura della Regione Molise con una nota esplicativa allegata che inquadra il contesto molisano negli eventi internazionali e nazionali accaduti nell’ultimo quinquennio. Il Consigliere Petraroia ha ringraziato tutti coloro che gli hanno permesso di fare un’esperienza straordinaria e che lo hanno sostenuto in un’attività istituzionale rigorosa e complessa.
La IX° Legislatura Regionale è stata attraversata dalla più grave crisi finanziaria internazionale dal 1929
che ha determinato l’obbligo di ripensare le politiche macro-economiche globali a seguito del collasso delle borse, del fallimento di grandi istituti bancari e dell’impossibilità di interi Stati sovrani di rimborsare i debiti alle scadenze previste. Le speculazioni sui titoli spazzatura hanno compromesso l’affidabilità del sistema e le istituzioni sovranazionali non sono riuscite a governare questo passaggio di fase introducendo nuove regole ai movimenti di capitale e al mercato.

L’Europa ha mostrato la propria fragilità politica ed è rimasta prigioniera delle paure nazionalistiche con rigurgiti xenofobi e paralisi del processo di unificazione sostanziale delle economie dei 27 paesi membri
. La Gran Bretagna si è mossa in stretto raccordo con gli Stati Uniti e l’Asse Franco-Tedesco ha egemonizzato l’euroburocrazia di Bruxelles con scelte difensive e di corto respiro.

L’Italia si è ritrovata in un clima di persistente instabilità istituzionale che non ha agevolato la credibilità nazionale sui mercati esteri né ha dato una spinta al ruolo dell’Unione Europeo per accelerare i processi di unificazione sulle politiche fiscali, sulla gestione dei flussi migratori, sulle regole del commercio internazionale e sul rapporto tra rigore e sviluppo. Il Governo Prodi non riuscì a reggere per i contrasti interni e quello successivo di Berlusconi si è affidato ai tagli di Tremonti che non hanno frenato la crescita del debito pubblico, del deficit di bilancio e del disavanzo strutturale, tanto è vero che in queste ore è in istruttoria una manovra finanziaria per 47 miliardi di euro.

I tagli lineari alla spesa pubblica non hanno salvaguardato l’equilibrio contabile nazionale, e alla stesso tempo hanno ridotto le tutele universalistiche in settori nevralgici quali l’istruzione, la ricerca scientifica, la sanità, i trasporti, l’assistenza sociale, l’innovazione e la cultura.

Il Mezzogiorno è stato oscurato dalla forza della LEGA NORD che ha saputo imporre politiche di bilancio in favore dei propri territori. I mancati finanziamenti straordinari ed il ritardo nella spesa dei fondi comunitari, dei FAS e anche dei trasferimenti ordinari, hanno depresso le aree meridionali, accresciuto il divario strutturale col Centro-Nord, penalizzato il settore delle costruzioni e frenato ogni ipotesi di sviluppo locale.

In questo quadro macro-sistemico bisogna inserire il Molise che si è ritrovato in un gorgo insidiosissimo che ne mina la sopravvivenza istituzionale, l’autonomia e la tenuta del tessuto produttivo. Le difficoltà finanziarie che assillano l’Italia e penalizzano il Mezzogiorno, si accentuano nella nostra regione per via della ridotta estensione territoriale, del modesto numero di residenti e della sparuta rappresentanza parlamentare. L’economia molisana si è sostenuta e strutturata nel corso degli ultimi decenni grazie all’espansione dei trasferimenti di spesa pubblica nazionale che ha dato impulso al progresso locale e al raggiungimento di standard di benessere utilizzati dall’Unione Europea per inserirci nell’Obiettivo Competitività e non più col resto delle regioni meridionali.

Con le politiche di rigore è saltato il sistema pubblico e para-pubblico, l’indotto e tutte le attività produttive connesse con i trasferimenti di spesa. L’edilizia arranca anche per via di un’aggressività esterna non sempre rispettosa dei contratti collettivi di lavoro e delle norme previdenziali ed antinfortunistiche. La scuola perde migliaia di addetti e i precari perdono sia le speranze di stabilizzazione che l’opportunità di accedere alle supplenze o agli incarichi annuali. La sanità non regge con i mutati sistemi di attribuzione delle risorse nazionali e in assenza di stanziamenti adeguati non riesce a riorganizzarsi, autoriformarsi e a ristrutturarsi. I trasporti versano in condizioni di grave disagio e sopportano a fatica la soppressione di un terzo dei collegamenti su gomma, il mancato adeguamento della rete ferroviaria e l’inadeguatezza di un Piano Regionale che meriterebbero di essere aggiornato. L’assistenza sociale si riduce giorno per giorno con riflessi di pesanti penalizzazioni occupazionali per gli operatori e tratti di disumanità per le ingiustizie sociali che si scaricano su diversamente abili, persone non autosufficienti, malati, anziani e bambini.

Il sistema manifatturiero stenta a competere in un contesto in cui c’è un alto costo del denaro, carenti servizi alle imprese, infrastrutture inadeguate, una pubblica amministrazione inefficiente e le imposte più elevate d’Italia. Ad eccezione di poche aziende il tessuto produttivo è in affanno come registra con puntualità il rapporto della Banca d’Italia sull’economia regionale, e la crescita dell’0,3% del Prodotto Interno Lordo lo certifica con nettezza.

La  IX°  legislatura è rimasta intrappolata in uno schema meramente difensivo che ha visto progressivamente arretrare le condizioni di benessere sociale nella consapevolezza che le politiche pregresse erano oggettivamente superate ma che quelle future erano lontane dall’essere individuate in una logica di medio-lungo termine.

La progressiva infiltrazione della malavita organizzata è lo specchio di una crisi strutturale in cui le istituzioni non riescono più a rispondere alle sollecitazioni del territorio e perdono pezzi di sovranità in favore di un’economia illegale che non bada al rispetto delle regole sul lavoro o sull’ambiente e che ha bisogno di interlocutori pubblici, amministratori e organi di informazione meno sensibili ai richiami della legalità. Il bisogno di salario, di occupazione e di risposte che la politica non è più in grado di offrire viene progressivamente sostituito da un sistema parallelo che non bada alla cultura, alla legge, ai diritti e alla dignità. Il ricatto scaccia la libertà e la democrazia arretra in uno spazio oscuro. La sfida del futuro sarà sempre più difficile da combattere.

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1 commento

  1. petraroia
    mi spiace ma nonostante tutto non potrei votarlo se si candidasse. una persona che ha lavorato solo per se stesso, nascondendo e mimetizzandosi negli interventi regionali senza approdare a nulla se non pubblicità gratuita per se stesso non può essere sostenuto. se non ti spendi per il partito nei momenti in cui gli viene chiesto ma sta alla finestra per poi intervenire solo dopo per raccogliere i cocci e riaggiustarli per lui non credo sia cosa giusta. vada a casa e lasci il posto a tantim giovani che ha coltivato con il gruppo regionale dei ds