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L’avv. De Michele con Porfido
TERMOLI _ Si allarga l’inchiesta della Procura di Campobasso sullo Zuccherificio del Molise. Dalle iniziali 11 persone iscritte sul registro degli indagati la scorsa estate, ora si è saliti a 17. Tra loro, il presidente della Regione Michele Iorio, l’assessore Gianfranco Vitagliano, l’ex presidente dello Zuccherificio Domenico Porfido, il Cda in carica fino al 2009 e il collegio sindacale precedente e gli imprenditori che hanno gestito in momenti diversi l’azienda: Luigi Tesi, Remo e Francesco Perna. I reati contestati, a vario titolo, sono abuso d’ufficio, truffa, falso materiale e ricettazione. L’inchiesta riguarda attivita’ e passaggi di proprieta’ dello Zuccherificio. Gli accertamenti sono stati condotti dalla Guardia di Finanza che ha effettuato verifiche di natura fiscale inerenti il bilancio dello Zuccherificio. Tra i motivi delle indagini in corso, il bilancio del 2008 dello stabilimento.Sull’azienda di Termoli oltre ai 16 esposti in Procura del consigliere Massimo Romano c’e’ anche quello del nuovo socio privato dell’impianto.

Secondo Porfido, i neo proprietari si sarebbero sentiti raggirati dall’ex amministratore Luigi Tesi perche’ all’indomani dell’acquisto delle azioni proprio da Tesi avvenuto il 2 dicembre 2009, queste sarebbero svalutate perdendo quasi integralmente il loro valore nominale. ”Tanto e’ vero che nel 2010 – ha spiegato il presidente – si e’ provveduto a ricostituire il capitale sociale ormai azzerato per effetto delle perdite”. Sul caso c’e’ in corso un’azione civile da parte dei neo soci contro l’ex amministratore e non si esclude che possa esserci un esposto di natura penale.

Per quanto riguarda l’indagine, l’ex Presidente Porfido ha sottolineato di ”non conoscere i fatti che hanno originato gli accertamenti, ma ha provato a formulare una ipotesi sulla base dell’unico appunto fatto dalla Guardia di Finanza al nostro operato e riguarda il bilancio 2008 che presentava una particolarita’: una perdita notevole, pari a 34 milioni di euro. Si e’ ritenuto di non poter continuare a mantenere come immobilizzazione immateriale gli importi gia’ pagati a titolo di tassa per la ristrutturazione all’Unione Europea per continuare a produrre zucchero nel 2006 pari a 22 milioni di euro in quanto non si riteneva permanessero le condizioni per la recuperabilita’ della tassa stessa per cui si e’ provveduto, anche dopo aver ascoltato piu’ perizie esterne, ad una rivalutazione del patrimonio aziendale pari a 18 milioni di euro.

Tale pulizia di bilancio operata fu approvata dai soci nel 2009 ed incontro’ il favore degli istituti finanziari che continuarono ad erogare credito all’azienda”. Durante i controlli della Guardia di Finanza, questi hanno ritenuto che quella immobilizzazione potesse essere mantenuta anche se la vicenda era controversa.

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