CAMPOBASSO _ La drammatica crisi greca che rischia di portare alla bancarotta uno Stato Sovrano, esponendo per 200 miliardi di euro la Banca Centrale Europea e diversi Istituti Bancari Internazionali, ammonisce i facili cantori che ipotizzano il definitivo superamento del più grave collasso borsistico mondiale dal 1929.
Le economie del Portogallo, del Belgio, dell’Irlanda, della Spagna e anche dell’Italia versano in difficoltà strutturali per via dell’elevato debito pubblico, dell’alto deficit e della bassa crescita del PIL.
L’ Italia, secondo le agenzie di Rating, Moody’s e Standard, necessiterebbe di una manovra di aggiustamento dei Conti Pubblici per 5 miliardi di euro, che si calerebbe su indicatori statistici che vedono il nostro Paese in coda a quelli Europei per aumento del PIL. In un frangente così delicato, l’Italia è priva di un Governo, divisa tra Nord e Sud, ha i Sindacati spaccati e il Sistema Industriale in affanno.
Il ciclo politico berlusconiano è finito al di là della maggioranza mercenaria – raccogliticcia che gli permette di sopravvivere a sè stesso. Il voto delle Amministrative e il pronunciamento referendario hanno aperto una nuova stagione che è densa di incertezze e di problematicità.
Il centrosinistra deve sapere individuare un nuovo pensiero politico che ne mette in discussione l’elaborazione dell’ultimo ventennio in cui è stato culturalmente subordinato all’egemonia della destra Berlusconiana e Leghista. La personalizzazione della politica, lo svuotamento delle assemblee elettive, lo smantellamento delle sezioni di partito, l’uso abnorme della propaganda vuota e di slogan sterili e l’allontanamento dal territorio e dai corpi intermedi della società rendono gran parte della classe dirigente del centrosinistra simile al centrodestra.
I Referendum del 12 e 13 giugno hanno ribadito il valore dei beni pubblici contro le ipotesi di privatizzazione e l’enfatizzazione del mercato perseguita e sostenuta anche da gran parte del centro sinistra.
Bisogna riscrivere l’agenda valoriale, ideale, culturale e programmatica di un centrosinistra che sappia parlare di Uguaglianza, di Giustizia Sociale, di Beni Pubblici e di Opportunità Redistributive in favore delle fasce popolari.
Non è possibile che su Il Sole 24 Ore di ieri, il Presidente di un’associazione imprenditoriale teorizzi una tassa patrimoniale per ristrutturare i fondi pubblici italiani, nel mentre la sinistra annaspa inseguendo il falso mito che il privato è meglio del pubblico sempre e comunque.
Il Movimento dei Cristiano Sociali promuoverà, per il prossimo mese di settembre, 3 giorni di seminario di studi ad Assisi per affrontare questi temi e contribuire alla rielaborazione di un pensiero critico della sinistra italiana.
Volgendo lo sguardo sulle più modeste vicende molisane, colpisce l’autoassoluzione dei vertici del centrosinistra dopo la devastante sconfitta alle Amministrative e colpisce ancora di più il diabolico perseverare nella spaccatura della coalizione che vede una parte dello schieramento propensa alle primarie e un’altra parte che se ne chiama fuori.
Al di là delle ragioni e dei torti, questa spaccatura è funzionale al PDL e permetterà agevolmente a Michele Iorio di vincere le prossime regionali senza aver bisogno nemmeno di fare campagna elettorale.
È assurdo il silenzio delle Segreterie Nazionali del centrosinistra, che non provano a verificare a quel livello la possibilità di ricompattare lo schieramento, offrendo ai cavalli di Troia molisani, che da anni lavorano per il Re di Prussia, di portare a termine la loro opera distruttiva che impedisce anche la possibilità di provare a sconfiggere un PDL in crisi e un Governatore Regionale che si pone all’ultimo posto nella graduatoria nazionale di consenso popolare.