
“Dal punto di vista degli standard riguardanti la sicurezza delle strutture e degli impianti degli edifici – spiega il primo cittadino di Campomarino – la scuola italiana presenta una situazione a dir poco allarmante: tre edifici su quattro risultano essere purtroppo fuori norma; un edificio su tre è sprovvisto di certificato di inagibilità statica; più di un terzo non è fornito di impianti elettrici a norma”. Mancherebbero inoltre certificazioni relative all’agibilità sanitarie, alla prevenzione degli incendi, e di piani e misure di evacuazione in caso di pericolo: “Le strutture risultano essere vecchie e inadeguate. Una scuola su dieci è addirittura collocata in una costruzione edificata per altra destinazione d’uso. La metà degli edifici ha ben oltre quaranta anni, quasi nessun istituto riceve finanziamenti adeguati per la necessaria manutenzione”.
L’esponente dell’IdV ritiene che le risorse messe di recente a disposizione da parte del Governo non siano sufficienti per l’effettiva e completa messa in sicurezza delle scuole, per la quale era ed è necessario uno sforzo maggiore.
“Allo stato attuale, anche di fronte al dramma nazionale che il nostro Paese sta vivendo è il momento della coesione da costruire attraverso scelte responsabili e condivise. Qualche mese fa avevamo proposto, con spirito costruttivo e propositivo, un sostegno ad un incremento degli interventi per la messa in sicurezza degli edifici scolastici attraverso la costituzione di un fondo rotativo presso la Cassa depositi e prestiti per investimenti, ad interessi ridotti o a tasso zero, quale forma di incentivo rivolto agli enti locali”.
Per tali motivazioni, la Di Giuseppe sollecita il Governo a valutare la necessità di incrementare gli interventi di immediata messa in sicurezza degli edifici scolastici, in un’ottica di programmazione strutturale finalizzata a limitare nel futuro i danni delle eventuali calamità naturali, e ad inserire quindi da subito nell’annunciato piano casa, norme specifiche mirate al suddetto scopo.