Giuseppe Ruta
CAMPOMARINO – Viene spiato illegalmente da un investigatore privato dal mattino a sera, pedinato, fotografato e costantemente tenuto sotto controllo fino a risalire ai suoi conti correnti, alla sua vita personale e persino a quella della sua famiglia. Protagonista del caso di spionaggio illegale, al centro di un’inchiesta della Procura di Larino, Giuseppe Ruta, 39 anni di Mondragone, in provincia di Caserta, collaboratore esterno della Fondiaria Sai che, a seguito di accertamenti a suo carico si è ritrovato in mezzo ad una strada, dopo diversi anni di attività per la società assicurativa dei Ligresti.

L’uomo, titolare di una ditta individuale che veniva incaricata dall’assicurazione di ritirare i referti medici degli incidentati, di stabilire la veridicità o meno dei sinistri stradali, si è ritrovato nel bel mezzo di una storiaccia di spionaggio condotta ai suoi danni da parte di un investigatore privato la cui agenzia ha sede a Campomarino ed in altre località d’Italia. Attualmente, il professionista che dimora in Basso Molise è stato indagato dalla Procura di Larino per estorsione ed interferenze illecite nella vita privata.

L’uomo, secondo il trentanovenne, avrebbe ricevuto mandato dai responsabili della stessa Fondiaria Sai di effettuare indagini a suo carico a seguito del ricevimento dei vertici assicurativi di una lettera anonima inerente l’operato di Giuseppe Ruta. E proprio per “vederci chiaro” si sarebbero rivolti all’investigatore il quale avrebbe usato metodi “sopra le righe” per condurre le verifiche a carico del collaboratore esterno dell’assicurazione.

Secondo gli atti depositati in Procura a Larino dal trentanovenne, oggi senza lavoro, e le diverse denunce presentate nel 2007 e nel 2012 al Gico di Campobasso, l’investigatore sarebbe riuscito ad ottenere informazioni suoi suoi conti correnti personali, sulle sue proprietà, su suo padre attraverso degli accessi illegali presso la banca dati del Ministero dell’Interno, del Ministero delle Finanze, del Pra, dell’Aci e persino dell’Inps presentando un vero e proprio “dossier” ai responsabili della Fondiaria. Dati che sarebbe riuscito a mettere insieme avvalendosi di “amicizie” presso ufficiali di pg finiti già al centro di un procedimento giudiziario presso il Tribunale militare di Napoli.

Giuseppe Ruta resosi conto di essere pedinato già dal 2007 ha subito presentato un primo esposto presso gli inquirenti frentani e successivamente ha presentato una integrazione documentale alla Guardia di Fiananza di Campobasso nel 2012 dove è già stato ascoltato. Ieri mattina si è presentato in Procura a Larino dove ha depositato altri atti. Il caso, complesso ed estremamente delicato, è seguito dal Procuratore capo Ludovico Vaccaro il quale ha preferito mantenere il riserbo assoluto sull’intera vicenda.

“Io ho perso il lavoro perchè mi sono reso conto che ero pedinato ed ho capito che erano proprio alcune “alte sfere” della Fondiaria ad aver commissionato l’incarico. Nella lettera anonima si diceva che io mi ero fatto una villa con piscina, tutto falso. Non ho nulla del genere ed era semplice accertarlo. Sono rimasto male da tutta questa storiaccia per questo ho denunciato i vertici della società assicurativa ed ho chiesto un risarcimento per svariati milioni di euro per gli accertamenti illegali. Ho fiducia nella giustizia ed attendo l’esito delle indagini” ha dichiarato Ruta. Intanto l’investigatore finito nella bufera sembrerebbe essere lo stesso già condannato per spionaggio illecito nel caso Telecom. Attualmente dimora in Basso Molise.

Ruta che è alla ricerca di un nuovo lavoro sottolinea di non essere interessato più al settore assicurativo dove ci sono: “troppe situazioni poco chiare. Cambierò settore”.

Articolo precedenteTermoli città più inquinata della provincia di Campobasso. M5S tira in ballo Di Brino
Articolo successivoGiunta comunale approva progetto de La Casa di Kore
Antonella Salvatore
Giornalista professionista, Direttrice di myTermoli.iT e myNews.iT e collaboratrice AnSa