TERMOLI _ Sulla Fiat di Termoli la «spada di Damocle» della cassa integrazione. Nuova cig è prevista nelle prossime settimane e nel mese di dicembre nello stabilimento automobilistico di Contrada Pantano Basso.
La crisi si fa sentire con il «fiato sul collo» anche in zona ed i sindacalisti metalmeccanici molisani non fanno mistero della propria preoccupazione per il massiccio ricorso ai «riposi forzati» che hanno interessato negli ultimi mesi e continueranno anche per il nuovo anno nell’azienda termolese. Per tale motivo i segretari regionali delle organizzazioni sindacali del settore unitamente ad alcuni dipendenti si sono ritrovati ieri mattina davanti i cancelli della Fiat per dare voce ad una serie di forti perplessità che ormai non possono essere più taciute. A ritrovarsi nel piazzale l’ingresso della fabbrica sono stati Riccardo Mascolo, segretario regionale della Fim-Cisl, Antonio Di Pardo, segretario della Uil-Uilm e diversi esponenti dell’Ugl. Prima di organizzare la giornata, gli stessi hanno atteso per verificare il «trend« produttivo dello stabilimento e resisi conto del «brutto andazzo» hanno rotto ogni indugio e deciso di scendere in campo in prima persona.
«Tanta cassa integrazione non la si vedeva dal 2005 – ha dichiarato Mascolo della Fim-Cisl – ed i timori ci sono, inutile nasconderli. Siamo preoccupati anche per la concorrenza che arriva dalla Polonia. In questo momento chiediamo delle modifiche ai motori che produciamo a Termoli affinchè vengano resi più performanti e, di conseguenza, più appetibili per i nostri clienti». La Fim-Cisl, nel contempo, sottolinea l’importanza per il particolare momento che si sta vivendo caratterizzato da una profonda e lacerante crisi economia, della concretizzazione del progetto «Fabbrica Italia«. Gli investimenti da 20 miliardi di euro previsti nell’ambito dell’accordo siglato già da qualche tempo non sono stati effettuati ed è arrivato il momento di sbloccarli.
«Su questo si sta andando troppo a rilento – ha proseguito con enfasi Mascolo –. Abbiamo fatto degli accordi lo scorso anno ma non abbiamo ancora visto nulla. Gli investimenti bisogna farli assolutamente ed anche entro breve tempo perchè ci permettono di limitare i danni e dare un sostegno all’occupazione di cui c’è bisogno più che mai proprio in questo momento». I sindacati chiedono agli amministratori locali di correre ai ripari il prima possibile ricorrendo a nuove produzioni come il cambio «Evo» per il settore «Termoli II» e nuovi motori per il comparto dell’8 e 16 valvole, fino a questo momento il più interessato dai «riposi forzati». «Il quadro produttivo non può rimanere così com’è oggi – hanno dichiarato alcuni dipendenti –, bisogna ricorrere a delle novità».
Antonio Di Pardo della Uilm difende i lavoratori molisani sottolineando come dei 300 interinali presenti in azienda, sono rimasti solo 80 ed ora sono a rischio anche questi. “C’è un’aria negativa nello stabilimento _ ha detto con decisione Di Pardo _, in questo modo non si lavora tranquillamente e con serenità. I timori ci sono e sono anche fondati vista la cig che continua ad esserci. Dei 300 interinali, sono ora solo in 80 ed anche loro sono a rischio. Bisogna che vengano decise nuove produzioni per questo stabilimento altrimenti non si vede un futuro visto che Marchionne pensa più all’America piuttosto che a far crescere gli stabilimenti presenti in Italia”.