CAMPOBASSO _ “Lunedì 24 gennaio è convocato il Consiglio regionale per approvare la delibera di Giunta regionale n. 1137 del 30 dicembre 2010 relativa alla fideiussione di 12 Milioni di euro che la Regione rilascerebbe in favore del gruppo Albisetti, tramite la Fin Molise spa, per il completamento dell’acquisizione del complesso aziendale Ittierre. La proposta della Giunta prevede che Fin Molise spa rilasci garanzia fideiussoria in favore dell’acquirente per 12 Milioni di euro, acquisendo il diritto di nominare un componente del Consiglio di Amministrazione e uno del Collegio sindacale, assumendo come controgaranzia la costituzione di un pegno sul 30% del capitale sociale della neo costituita Ittierre, nonché in caso di inadempimento, un ulteriore 21% della stessa società.

Auguro ovviamente alla società acquirente di raggiungere i traguardi più brillanti, nell’interesse dell’economia locale e soprattutto dell’occupazione, ma sta di fatto che in caso di inadempimento la regione Molise si troverebbe nella condizione di “bruciare” 12 Milioni in cambio del 51% di una società che al momento avrebbe un capitale sociale di soli 7,5 Milioni. Un’operazione, cioè, totalmente a perdere (non sarebbe il caso di pretendere da parte dell’acquirente qualche garanzia reale in più a tutela del denaro pubblico e non azioni dal valore virtuale? Anche perché in altri casi la Fin Molise ha richiesto addirittura fideiussioni personali.).

Dopotutto la storia recente e meno recente dell’intervento pubblico della Regione nella diverse attività economiche dovrebbe insegnare qualcosa, considerato che ha sempre prodotto risultati economicamente drammatici (cito per tutti il caso Geomeccanica, società partecipata per circa 6 Milioni di euro dalla regione e attualmente in fallimento, rispetto alla quale nessuno si è mai chiesto cosa ci facesse nel CdA il rappresentante indicato dalla Regione tramite Fin Molise).

Già in sede di commissione Bilancio ho espresso dubbi sulla legittimità e sulla liceità di tale operazione finanziaria, per i seguenti motivi: la legge vieta tassativamente alle Regioni di acquisire (e addirittura di mantenere) ulteriori partecipazioni azionarie in attività economiche che esulano dai fini strettamente istituzionali (il tessile è un fine istituzionale?); il provvedimento deve essere trasmesso e previamente autorizzato dalla Commissione Europea, cosa che ovviamente non è stata fatta e non è neppure prevista, in quanto la predetta garanzia potrebbe configurare una alterazione della libera concorrenza nel mercato e dunque integrare una fattispecie di infrazione comunitaria (ricordo che la Commissione Europea ha già aperto una procedura d’infrazione contro il Governo italiano, e dunque contro la Regione Molise, per il noto affaire Molise Dati, ma tuttavia si continua a fare finta di nulla con ogni prevedibile risvolto erariale); la certezza che la regione avrebbe rilasciato la fideiussione in favore di Albisetti, a gara aperta, potrebbe configurare un elemento di turbativa della libera competizione tra i potenziali acquirenti, favorendone uno solo di essi.

Con riferimento a tale ultimo profilo, dai documenti in mio possesso ho verificato che l’effettivo rilascio da parte della Regione della fideiussione si pone come condizione imprescindibile ai fini della effettiva conclusione della trattativa tra il Ministero e i nuovi acquirenti. La circostanza che desta più di qualche perplessità sta però nella tempistica: il 2 novembre la nuova società considera come acquisito il fatto che la Regione autorizzerà il rilascio della fideiussione, ed infatti iscrive la condizione nell’offerta; il 10 novembre il Ministero autorizza “ad accettare l’offerta Albisetti” proprio “a condizione che al momento della stipula venga rilasciata la prevista Garanzia Fin Molise”.

Le domande sono due: trattandosi di materia di competenza del Consiglio regionale, chi si è sentito autorizzato ad impegnare la volontà dell’organo assembleare durante la fase della trattativa senza alcuna informativa e senza alcun pronunciamento né formale né informale dello stesso Consiglio? Seconda domanda: il fatto che la regione avrebbe autorizzato la fideiussione è stata posta come condizione ai fini della positiva conclusione della vendita in favore di entrambi i concorrenti oppure soltanto in favore di uno di essi? In altri termini, ammesso e non concesso che la regione (in ogni caso il Consiglio regionale e non la Giunta, come la storiaccia dello Zuccherificio avrebbe dovuto insegnare) ritenesse di dover intervenire su Ittierre, perché non ha posto la disponibilità a sostenere il percorso come condizione per ciascuno dei concorrenti ma soltanto nell’interesse di uno?

Non è una pratica abusiva, lesiva del più elementare principio di concorrenza? E comunque, che succederebbe se lunedì il Consiglio regionale decidesse che il provvedimento così com’è non va e quindi lo bocciasse? Ovvero, che succederebbe se il Consiglio, nel prendere atto che alla regione è fatto espresso e tassativo divieto di acquisire nuove partecipazioni in attività economiche, disponesse di rimodulare le controgaranzie, dunque di rinunciare al pegno sulle azioni e alla previsione dell’ulteriore 21% in caso di inadempimento, e magari stabilisse di pretendere garanzie effettive di solvibilità da parte della nuova Ittierre?”

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