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Il Borgo Antico di Termoli
Il Borgo Antico di Termoli
TERMOLI _ Si stanno svolgendo presso la Galleria Officina Solare di Nino Barone, una serie di incontri programmati sulla storia della città di Termoli, condotti da Angelo Pasqualini e Sergio Sorella, autori insieme a Costantino Felice, del corposo testo “Termoli, storia di una città”. Un’occasione interessante per approfondire un argomento, quello della storia di Termoli, conosciuto solo in piccola parte. Gli incontri, cinque in tutto, della durata di un’ora, intendono delineare la storia della città, all’incirca dai primi arbori, il 400 A.C., fino all’anno 1000, poi fino al 1600, quindi fino alla fine del ‘700 (incontro di ieri) e poi nell’800 e fino ai giorni nostri. Su queste interessanti, per quanto necessariamente sintetiche relazioni, ma, in generale sull’opera messa in piedi dai tre ricercatori, vanno fatte alcune considerazioni.

La prima. Innanzitutto ci troviamo di fronte ad un lavoro scientifico, dove nulla è stato affidato al caso, ma è stato il frutto di un metodo di indagine rigoroso basato sulla ricerca di ogni possibile documentazione. Certo, la storia va interpretata. Non è possibile infatti raccontare la storia con la pedissequa elencazione di informazioni che via via vengono reperite, poiché ciò non avrebbe alcun senso se non quello esclusivamente documentaristico. Ciò impedirebbe una visione organica e al tempo stesso sintetica della storia, il cui profondo significato sfuggirebbe a qualsiasi comprensione. Quindi occorre fare una scelta e proporre, secondo la propria onestà intellettuale, quegli elementi che si ritengono più significativi per delineare un’epoca , pur tenendo presente che tutte le informazioni, nessuna esclusa, vanno tenute in debita considerazione e mai rimosse dalla ricerca che via via viene evidenziandosi. E’ questo il caso dell’approccio con cui i tre studiosi si sono cimentati in un lavoro tanto complesso come la costruzione di una storia, mai finora intrapresa, della città di Termoli.

La raccolta dei dati, molti dei quali appaiono per un profano stucchevoli e non particolarmente significativi, ha costituito la base su cui poi si è innestato il progetto storico. Dall’analisi dei dati, infatti, i tre relatori hanno tratto elementi significativi e, quindi, scientificamente inoppugnabili, sulla storia del territorio. Così sono stati studiati e analizzati in ogni particolare fatti, documenti, notizie, che hanno delineato un quadro abbastanza attendibile del panorama culturale, sociale, economico, religioso del territorio, evidenziatori di modi vivendi di un’intera collettività.

La seconda. Questo metodo di indagine argomentata sulla microstoria della città ha fatto da contrappeso agli eventi della cosiddetta macrostoria, eventi cioè che avvengono in un contesto extraterritoriale – nazionale o anche internazionale – così significativi da avere incidenza anche sulla microstoria. Cioè anche a Termoli è arrivato l’eco dei grandi eventi storici, che animavano le scene della storia nazionale, seppure in tempi e in modalità diversi. E’ stato il caso del Concilio di Trento, cui si rifà la costruzione del Seminario Vescovile, ma anche dei moti rivoluzionari della fine del ‘700, con la vicenda dei fratelli Brigida.

La terza. Ogni fatto non storicamente documentato non ha avuto accoglienza nella pubblicazione dei tre studiosi. Gli aneddoti, le leggende, le interpretazioni arbitrarie, comuni alle ricerche di molti appassionati che si sono interessati alle vicende di Termoli, pur se importanti da un punto di vista cronicistico, hanno finito per alimentare e tuttora alimentano una letteratura estranea alle reali vicende storiche termolesi, causando non pochi danni alla reale conoscenza della storia della propria comunità.

La quarta. Dalle conferenze finora effettuate, e quindi in un arco di tempo molto esteso che va dalle origini di Termoli e fino alla fine del ‘700, emerge un dato significativo: una scarsa coscienza di cittadinanza civile , la mancanza, cioè, di una vera identità culturale che accomuni la popolazione di Termoli. Unico soggetto che ha di fatto tenuto in piedi il tessuto sociale della città, è stata la Chiesa, che già a partire dal Medioevo governava di fatto il territorio, sostituendosi alle autorità civili ed esercitando poteri e influenze non trascurabili. In effetti l’idea di appartenenza, la “ termolesità” è un’esigenza che si è manifestata molti anni dopo, in epoca moderna, in un periodo, cioè, nel quale Termoli ha visto aumentare considerevolmente le sue dimensioni , frutto di un boom economico di vaste proporzioni, probabilmente come reazione ad un forte processo di industrializzazione ed urbanizzazione.

Non ci resta quindi che seguire questo interessante viaggio nella storia della città, con il prossimo incontro di giovedì 15 marzo, alle ore 19.45, nel quale si parlerà dell’800 termolese.

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