…attraverso i versi di alcune mie poesie.
MetereTraPassatoTERMOLI – IL PASSATO. Quande jève pecceninne, m’arecorde / ‘na stráde longhe tajáve ‘stu pajèse… Così comincia una delle mie prime poesie dedicate al Corso Nazionale. ‘A Vianove, col tempo, si rinnovava con vetrine, alberi, nuovi marciapiedi, nuove luci. Lo scorso anno, è stata ripavimentata: due strisce bianche…segnáte da ‘i róte stanno ad indicare il percorso dei carretti, “i trajine”, che, tirati da cavalli, andavano a prendere la sabbia alla spiaggia Nord o a Rio Vivo. Il Corso si presentava con la Villa Comunale de ‘na vote da una parte…ca sangue du demonje quante jève bbèlle, e ‘a Chjiazzette dall’altra… ca Jève ‘nu spettacule ogné jurne!

C’erano tre locali cinematografi: L’Arena “lucciole”, il Moderno e il Cinema Adriatico. I monumenti più rappresentativi erano, e sono ancora oggi, il Castello Svevo a guardje de ‘nu máre sènza funne / scòje e baluarde sènz’ eguale / pe’ ‘stu pajèse nustre,’ u mèje du’ munne; !a Cattedrale in stile romanico-pugliese; la Torretta del Belvedere e il Borgo Vecchio, orgoglio del paese. Qualcuno pensa di ripristinare anche la vecchia scalinata sul lato est, “appiccicata” al muraglione del Paese Vecchio, che scendeva giù a Marina di S. Pietro. Il Paese, in Agosto è sempre stato un bailamme di feste e di fuochi d’artificio. La sera, da Rio Vivo a Petacciato, tutte le marine si prestano da sempre ad un raro spettacolo fantasmagorico di luci e di colori.

IL PRESENTE …Abbasce ‘u purte o all’ombre d’a Turrétte, Ze Bbasse c’a shcaffétte ‘nge stá cchjù, andò stavano scuje varche e práte, stá ‘na culáte de cemènte armáte… Questa è oggi la realtà del bacino portuale. Positiva, tutto sommato, rispetto al passato: il nuovo porto con l’imbarco con le isole Tremiti, la Banchinella, la Marina di S. Pietro e la Nuova Capitaneria, costituiscono un “unicum” ideale spettacolare e funzionale ad un ambiente marittimo.
Per quanto riguarda i locali pubblici, oggi ci sono il Cinema Lumière, chiuso per lunghi periodi dell’anno e due sale parrocchiali, che sommate non raggiungono i trecento posti a sedere. C’è una Pinacoteca che somiglia più ai… locule du’ campesante… che ad un edificio culturale. È ubicata verso il Mercato del pesce in Corso Umberto I, dove quadri di artisti di fama internazionale rischiano di deteriorarsi. Ultimamente, in Via Cina è stata aperta una Sala per mostre. Insomma, NON C’E’ UN TEATRO VERO E PROPRIO O UNA SALA PER CONFERENZE! Nella Galleria Civica di Arte Moderna di Piazza S. Antonio, ultimamente si fa di tutto: dall’esposizione di magliette per calciatori a mostre d’abbigliamento, a vendita di gadgets. E dire che il nostro illustre concittadino – il critico d’arte e artista di fama internazionale Achille Pace – ha dato l’anima per creare, insieme allo storico Giulio Carlo Argan, una “vera” galleria di quadri. Ma ...Nemo propheta in patria / Nesciune in patrie ‘hè recanesciute / ce n’ada ji’ lundáne, è resapute ….

Eppure, Il nostro è il paese più invidiato del Molise, baciato da Dio: in primavera il porto è pieno di gente che si gode la passeggiata… e ‘a notte ‘a luna chjène ca ce spècchje ‘a máre / e ‘u fare c‘a Polare / stutáne ‘i stélle sotte ‘a Banchenèlle. L’estate le nostre due spiagge sono piene di ombrelloni e di villeggianti che vengono da tutti i paesi d’Europa. Nei mesi estivi…’I facce ghjanche / chelòre da’ vernáte / addeventáne de bronze duráte: ‘hé ‘u chelòre dell’èstate!

MetereJireQUESTO E’ OGGI IL “MIO” PAESE: …Ce chjáme Tèrmele. Stá ‘llungáte ‘ssop’a ‘nu máre turchine. ‘A matine, cia’ resbéje… cu’ cante di’ seréne e di’ pescature che vanne pi’ márine…
Insomma, i termolesi, non vogliono più niente dalla vita!

Una grossa campana di vetro sovrasta la città in modo che non succeda più niente, sono soddisfatti di quello che hanno! Tèrmele, è ‘u pajèse cchjù bbèlle du’ munne e so’ felice chille che ce stanne… La scalinata del lato est è stata sostituita dalla scala a chiocciola. “Un obbrobrio!” l’ha definita Sgarbi. E se l’ha detto Lui… deve essere vero (sic!) … Au pòste du cemènte ‘na renghire. / Mo’ i termelise quande hanna peschâ / ne so’ cuperte e …l’hanna fâ cchjù lá’!

Quando il sole nasce e tramonta sul mare è uno spettacolo! Le luci nel porto, la “dolcezza” della sera lungo le marine, la processione del Santo Patrono il 3 d’agosto, i riti …Insomma, tutto fa pensare ad un paese felice ed appagato.

IL FUTURO Può avere un migliore futuro un tale paese? È tutto affidato al popolo e alla politica locale! Negli ultimi tempi non c’è stata un’Amministrazione Comunale che ha retto più di un paio d’anni. Con questo non si vuole dire che non si debba essere liberi di “contestare”. E’ vero il contrario! Il fatto è che l’opposizione e i vari gruppi politici, formatisi ultimamente, ruotano… anzi si sono infilati…in un “Tunnel”, che sembra senza fine, ma che, invece, è lungo appena… trecento metri: un “Buco”, che manco si vede…‘Nu “buche” che vá da ’u purte a ‘na marine / e sotte a S. Antonje ‘nu parchégge. / Ce stanne i peparule, ce stá ‘a lègge / e snellisce ‘u traffeche cittadine.

E così mentre città come Perugia risolvono i loro problemi con scale mobili e ascensori che…scalano la collina, mini-metrò che collegano le periferie col centro e a Milano si costruiscono chilometri di metropolitana per andare allo stadio di S. Siro ad assistere alle partite di calcio, a Termoli è tutto fermo per problemi inesistenti.

IL TUNNEL, PIU’ DI TUTTO, SPAVENTA I TERMOLESI!
Preferiscono le multe per divieto di sosta! L’estate scorsa c’erano tanti foglietti rosa sui parabrezza delle auto che per le strade qualcuno cantava “La vie en rose” di Edit Piaf.
E i veri problemi per migliorare il paese rimangono insoluti!

So bene che mi prenderò qualche antipatia e tra i miei cinque lettori quattro saranno contrari a quanto sostengo, ma questo non mi spaventa: sono abituato alle critiche perché mi piace dire quello che penso. Perciò, per il BENE CHE VOGLIO AL MIO PAESE, non posso che concludere con questa citazione emblematica:
TERMOLI: UN PAESE CON UN NOBILE PASSATO, UN IRREQUIETO PRESENTE, UN DIFFICILE FUTURO!

Saverio Metere

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Saverio Metere
Saverio Metere è nato a Termoli il 23 settembre del 1942. Vive e lavora a Milano dove esercita la professione di architetto libero professionista. Sposato con Lalla Porta. Ha tre figli: Giuseppe, Alessandro, Lisa. Esperienze letterarie. Oltre ad interventi su libri e quotidiani, ha effettuato le seguenti pubblicazioni: Anno 1982: Lundane da mazze du Castille, Prima raccolta di poesie in vernacolo termolese; anno 1988: I cinque cantori della nostra terra, Poeti in vernacolo termolese; anno 1989: LUNDANANZE, Seconda raccolta di poesie in vernacolo termolese; anno 1993 da Letteratura dialettale molisana (antologia e saggi estetici–volume primo); anno 1995: da Letteratura dialettale molisana (antologia e saggi estetici–volume secondo); anno 2000: I poeti in vernacolo termolese; anno 2003 (volume unico): Matizje, Terza raccolta di poesie in vernacolo termolese e Specciamece ca stá arrevanne Sgarbe, Sceneggiatura di un atto unico in vernacolo termolese e in lingua; anno 2008: Matizje in the world, Traduzione della poesia “Matizje” nei dialetti regionali italiani e in 20 lingue estere, latino e greco.