Uno splendido sonetto scritto in vernacolo dall’architetto Saverio Metere sull’ ultimo Trabucco del lungomare nord: icona di un’antica arte perduta.

il trabucco di Celestino
Termoli, lungomare nord: il trabucco di Celestino nel 2012 con le antenne e la rete da pesca.

TERMOLI – In una foto scattata oltre 10 anni fa, il trabucco si staglia imponente sul lungomare nord di Termoli. Le “antenne”, come vengono chiamate le braccia di legno che sorreggono la rete, sono ancora intatte e la struttura è in piena attività.

Oggi, invece, le antenne non ci sono più e il trabucco è in disuso e non viene più utilizzato per la pesca. Eppure, nonostante le sue condizioni, il trabucco conserva il suo fascino senza tempo. La sua presenza imponente e suggestiva continua a incantare turisti e residenti, offrendo una visione di un’epoca passata.

Il trabucco è un simbolo della tradizione marinara termolese. Costruito all’inizio del XX secolo, e ricostruito nel 1991, dopo una fatale mareggiata, questo manufatto è un legame indissolubile con il passato della città. È un patrimonio da preservare, ma necessita di interventi di manutenzione.

Il trabucco di Celestino oggi

Lo splendido sonetto scritto in vernacolo dall’architetto Saverio Metere, pubblicato oggi, offre un’emozionante visione del Trabucco di Celestino. Il componimento, dal titolo “L’ultimo trabucco”, descrive la struttura in stato di abbandono, ma non per questo meno affascinante.

Il sonetto di Metere è un’ode al passato e alla tradizione, ma è anche un invito alla riflessione sul futuro di questo importante simbolo di Termoli. Un simbolo che deve essere tutelato e valorizzato.

‘U L’UTEME TRABBUCCHE

‘Ngann’a máre è remaste, sólitarje 
a’a spiaggia nord ‘u l’uteme trabbucche. 
Ne’ pésche cchjù, c’avèssa ‘refâ ‘u trucche
tè’ ‘i còsse sécche cóm’i drómédarje.

Ce vanne mò sultante i mammalucche
e Celestine, l’uteme affittuarje
vá a pejâ sule ‘ne ccòne d’arje
e ógn’e tante j’arefá ’u trucche.

Fá pène vedê mò com’è redutte!
‘Hé cóm’e ‘nu cavalle ‘mbezzarrite
e attaccáte a ‘i scuje cèrche aiute.

‘U marone sémbre je fá ‘a váve
che culáve d’a rète chjèna chjène
de tutti pisce ch’allòre pescáve.

‘Na vóte, quand’u timpe jève brutte
ch’i varche o i péschérécce addind’u purte
tutt’u pésce ‘u pescaváne i trabbucche!

L’ULTIMO TRABUCCO

Quasi in riva al mare è rimasto, solitario
alla spiaggia nord l’ultimo trabucco.
Non pesca più, dovrebbe rifarsi il trucco
ha le gambe magre come i dromedari.

Oggi ci vanno solo i nullafacenti
e Celestino, l’ultimo affittuario
va a prendersi solo una boccata d’aria 
e ogni tanto gli rifà il trucco.

Fa pena vedere ora com’è ridotto!
È come un cavallo imbizzarrito
che legato agli scogli cerca aiuto.

Il mare grosso sembra gli faccia la bava
che colava dalla rete piena piena
di tutti i pesci che allora pescava.

Un tempo, quando il tempo era brutto 
con le barche o i pescherecci dentro al porto
tutto il pesce lo pescavano i trabucchi!
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Tony Cericola
Web designer, videomaker, editore, copywriter e blogger. Da quando è nata internet mi occupo di costruire strategie digitali per le aziende. Il mio lavoro consiste nel trovare un punto di contatto creativo tra il mondo digitale, dei social media e gli obiettivi dell’azienda, costruendo un piano strategico ed editoriale. È importante individuare gli strumenti giusti, il budget e i canali media a disposizione per non disperdere le energie.