Veniamo da famiglie umili che al mattino si svegliano per lavorare nei campi o nelle fabbriche e che nella loro semplicità ci hanno donato l’onestà e la coerenza. A Montenero il vero problema non è la droga, ma il fatto che non se ne parli più. Nel nostro paese il disagio legato all’utilizzo della droga ha radici nel passato. Un passato segnato da numerose morti a causa di overdose. Montenero è un paese ricco basti pensare che 10 anni fa erano presenti 1600 partite ive, le abitazioni presenti possono ospitare 15000 persone (noi siamo 6000 anime), ma in questo contesto diversi giovani non lavorano. Per far fronte al loro altissimo tenore di vita ci sono i genitori che da sempre gli girano la loro “paghetta” cosi da non abbassare questo standard.
Oggi purtroppo anche i genitori non lavorano, ma nonostante questo riescono a dare ai propri figli delle risorse minori rispetto al passato. Somme che non sono sufficienti ai giovani che rimediano il gap economico con del guadagno facile”. E’ quanto detto dal comitato civico Montenero libera nell’incontro svoltosi a Montenero di Bisaccia, presso la sala consiliare del Comune, sulla tossicodipendenza.
Montenero Libera con l’incontro che si è svolto nel pomeriggio di ieri l’altro ha proposto la costituzione di un centro d’ascolto che sia da collante e dialogo con le istituzioni, la scuola, la chiesa e le associazioni.
Sono intervenuti: Annarosa Costantini dirigente dell’istituto Omnicomprensivo di Montenero di Bisaccia, Don Silvio Piccoli sacerdote e fondatore della comunità “Il Noce”, Leo Del Gesso assistente sociale della “Comunità Red” che ha arricchito gli interventi anche con la presenza di una fantastica testimonianza, dottor Simone Felice responsabile del Sert di Termoli, Gustavo Benedetto e Simone Zappitelli del comitato civico Montenero Libera.La relazione è stata curata dalla dottoressa Marisa Del Maestro responsabile del dipartimento di prevenzione della Fondazione Exodus di don Mazzi.
Comitato Civico Montenero Libera