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Vice sindaco Gabriele Fentini: “È un altro regalo del Parco Nazionale del Gargano”.

Le isole Tremiti (Foto di Nicola D’Emma)

ISOLE TREMITI – “A distanza di 46 anni, l’Area Marina Protetta delle Isole Tremiti è priva di un regolamento chiaro e condiviso. Finora sono stati imposti soltanto vincoli, senza alcun reale beneficio per l’ambiente”. È questa la dura presa di posizione dell’Amministrazione comunale delle Isole Tremiti in merito al progetto del Parco Nazionale del Gargano per la realizzazione di campi boe nell’arcipelago.

Il piano, finanziato con fondi Pnrr, prevede l’installazione di numerosi punti di ormeggio lungo le coste dell’isola di Capraia e di San Domino, entrambe esposte a sud-est. Una scelta che, secondo il Comune, rischia di compromettere l’equilibrio tra tutela ambientale e attività tradizionali degli isolani.

“Quella che doveva essere un’iniziativa volta alla tutela del mare si è trasformata in un carrozzone inutile, che non protegge l’ambiente ma investe tempo e denaro solo per creare meccanismi utili a garantire privilegi interni” – denuncia con fermezza il vice sindaco Gabriele Fentini. “Oggi si sta tentando di infliggere l’ennesima ferita all’arcipelago, senza un vero confronto con la popolazione locale. Questa iniziativa, se attuata, escluderebbe ampie porzioni di mare dalle attività marittime degli isolani”.

Fentini si interroga: “A vantaggio di chi? I campi boe, attualmente presenti, non portano alcun beneficio economico al territorio, ma solo rifiuti e pericoli. I venti predominanti durante l’estate provengono da sud-est, costringendo spesso le imbarcazioni, nonostante abbiano pagato per l’ormeggio, ad abbandonare le boe nei lunghi pomeriggi estivi”.

Gli enti promotori sostengono che le boe servano a salvaguardare i fondali marini e la Posidonia, evitando l’uso delle ancore. Tuttavia, secondo l’amministrazione, “nella realtà, le barche si spostano spesso durante la giornata ancorando altrove. Allora ci chiediamo: si vuole davvero salvaguardare l’ambiente o fare cassa?”.

Il Comune ammette di aver inizialmente sottovalutato l’impatto del progetto, confidando nelle buone intenzioni dell’Ente Parco. Ma un’analisi più approfondita ha evidenziato la mancanza di dialogo e i potenziali danni per la vita isolana e l’ambiente.

“Ciò che davvero serve al nostro arcipelago è un porticciolo sicuro che metta in sicurezza le barche commerciali di pescatori e marinai e offra un approdo adeguato ai diportisti” – conclude Fentini. “Di certo, non servono campi boe esposti ai venti da sud-est e alle forti correnti. Speriamo che si torni a pensare davvero alla salvaguardia dei fondali, abbandonando ogni intento di fare economia a scapito del territorio, dietro il paravento di una ‘tutela’ che di concreto ha ben poco”.