TERMOLI _ Torna d’attualità in cronaca nazionale lo scempio delle ricerche petrolifere che stanno interessando la costa adriatica all’altezza di Termoli e delle Isole Tremiti e che hanno avuto un parere favorevole dal Ministero all’Ambiente, in accordo con il Ministero per i beni e le attività culturali, con decreto del 29 marzo 2011. Il quotidiano online di Virgilio dedicato all’ambiente (Virgilio Go Green), denuncia oggi la pratica dell’Air Gun con la quale la società irlandese Petroceltic Elsa sta effettuando il sondaggio dei fondali.
L’Air Gun, che consiste in raffiche di aria compressa sparate nei fondali marini, volte ad ottenere onde riflesse dalle quali dedurre dati sulla composizione del sottosuolo, causa lesioni ai pesci con perdita dell’udito e potrebbe provocare diminuzioni del pescato dal 45 al 70% per un raggio di circa 40 miglia nautiche, ovverossia 70 chilometri quadrati. Un danno incalcolabile per la marineria termolese già vessata dall’aumento dei carburanti e da una fisiologica crisi del settore. Si pensi poi alle conseguenze di eventuali esiti positivi di questa prima fase che porterebbero alla costruzione di installazioni petrolifere ed alla perforazione del fondo marino fino a 4000 metri di profondità in zone come ad esempio quella delle Isole Tremiti che sono area marina protetta.
I Popolari Liberali, che nel 2010 hanno sollevato il problema all’attenzione dei media, fanno notare che se da un lato il Sindaco di Termoli Antonio Basso Di Brino e la Giunta Provinciale hanno deciso di impugnare il provvedimento, si chiedono: “Come mai la Regione Molise non interviene come ha già fatto la Giunta Regionale della Puglia costituendosi in giudizio? Pensa forse che il mare sia solo un problema di altri?”.