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TERMOLI _ Il recente decreto del ministro dell’Ambiente, Stefania Prestigiacomo, e del ministro per i Beni e le Attività culturali Giancarlo Galan con cui si autorizza la ricerca di idrocarburi al largo delle isole Tremiti sta sollevando diffuse proteste per la pericolosità che le operazioni di trivellazione connesse a tale progetto potrebbero avere ai danni delle Diomedee, patrimonio inestimabile non solo della Regione Puglia, che ne vanta la potestà amministrativa, ma anche e soprattutto del Molise e dell’intera costa adriatica.

Va ricordato che la Provincia di Campobasso si è espressa più volte sullo scottante argomento fin dall’agosto scorso ed anche attraverso successive deliberazioni della Giunta provinciale (numero 305 del dicembre 2010), manifestando la sua contrarietà a ipotesi autorizzative di “perforazioni di pozzi esplorativi” anche attraverso la formale opposizione in sede di procedura V.I.A. (valutazione d’impatto ambientale).

La Provincia di Campobasso sostiene, fin da quando il problema si è palesato, che le trivellazioni a caccia di petrolio andrebbero a confliggere con le legittime aspirazioni ad uno sviluppo sostenibile, vocato al turismo e alla tutela del patrimonio territoriale e ambientale troppe volte svilito dalla confusione amministrativa e istituzionale della guida politica della nostra regione – commenta il presidente della Provincia Nicola D’Ascanio -. L’amministrazione provinciale di Campobasso fin da subito ha evidenziato con forza la sua posizione stabilendo anche un collegamento con la Giunta regionale pugliese. Ma il ritorno di fiamma imposto alla questione delle trivellazioni dall’inusitato intervento ministeriale fa ben capire come sia a livello governativo centrale che dalle parti della Giunta molisana si navighi a vista, senza precisi obiettivi e senza una strategia che possa portare il Molise fuori dalle secche di una gravissima crisi economica, aggravata da dieci anni di Iorismo. A dimostrazione di ciò va sottolineato il dato che sta facendo scandalo anche fuori dai nostri confini: solo le Regioni Molise e Abruzzo non hanno espresso alcun parere sull’intervento ministeriale mentre anche amministrazioni e amministratori di centrodestra nelle regioni limitrofe stanno protestando in maniera clamorosa”.

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