TERMOLI – L’urbanistica moderna non ha mai affrontato realmente il problema della qualità dei tessuti urbani, mettendo spesso in pericolo quello ambientale. Il risultato? Si “riprogettano” scatoloni in cemento, con un muro cubico che continua a separare due mondi: l’uomo dalla natura.
E così, si continua a giustificare la cementificazione selvaggia di un tratto di costa molisana con una “cubatura mostruosa”, in nome dello sviluppo e del turismo ai danni dell’ambiente, senza considerare proposte alternative di sviluppo sostenibile,
come in un incredibile paradosso!
D’altro canto, poi ci sono quelli che ultimamente, in nome sempre del loro modo di vedere lo sviluppo e il turismo, non perdono occasione di riesumare il progetto del famigerato Tunnel, anteponendolo a South Beach, come una vera soluzione di sviluppo e con “cubatura zero”.
Mi permetto di ricordare ai sostenitori di quel progetto, che oggi costruire secondo questi criteri significa utilizzare tutti gli edifici dismessi senza consumare nuovo suolo! Ad esempio, in quel caso non sarebbe stato sufficiente riqualificare solo Pozzo Dolce? Invece di avventurarsi in progetti alla Grandeur?
Quindi, ritornando alla medaglia, perché le due facce sono identiche?
Perché, paradossalmente, questi progetti vengono portati sui tavoli di discussione senza considerare altre soluzioni, con il rischio di arrivare, addirittura, a dei progetti esecutivi che, per fortuna e in alcuni casi, lasceranno solo il tempo che trovano.
Bisogna correre subito ai ripari, fermando, innanzitutto, sul nascere i progetti insensati e speculativi e cercando di utilizzare soluzioni con nuovi modelli urbani, di sostenibilità e soprattutto con cubatura zero.
Le “città delle macchine” consumano suolo e spazi vitali, in parcheggi, strade e progetti assurdi e in luoghi dove non si può costruire si usano le “compensazioni”, tutto immolato nel nome di fantomatici posti di lavoro.
Riprogettare le “città a misura d’uomo”, innovare l’ambiente urbano, dando più spazio al verde e alle isole pedonali, anche questo crea lavoro e non solo. Perché in un ambiente più sano si sa: si vive meglio!