myNews.iT - Per spazio Pubblicitario chiama il 393.5496623 Elezioni Amministrative Termoli 2024

TERMOLI _ La gestione della cosa pubblica per sua natura appartiene alla comunità intera che delega, per tutti i compiti ad essa connessa, alcuni suoi rappresentanti che devono necessariamente fare squadra, pur nella distinzione di compiti e settori, perché questi concorrono al bene di tutti. Fare squadra, frase usata e abusata, immagine impegnativa, a volte tormentone banale e aleatorio, refrain solo di fumo e rumore. Eppure occorre fare squadra, cioè agire in sintonia, in sinergia, con una visione comune complessiva della realtà intera della cosa pubblica; si presume, per questo, che i cittadini rappresentanti, ai quali incombe l’onere e l’onore dell’amministrazione della città, abbiano compiuto un percorso comune di coscientizzazione in vista dell’acquisizione, (ogni membro della futura squadra, compresi quelli che resteranno consiglieri, insieme con i loro organi di partito), della suddetta visione complessiva o dell’idea di città che si vuole costruire, o rinnovare, perché di questo si tratta: persone appassionate e portatori della stessa idea e di una comune speranza per un futuro diverso. In genere si assegna al programma, con il quale è stata vinta la competizione elettorale, il carico simbolico della rappresentanza dell’unità di intenti e quindi del progetto condiviso per la gestione della cosa pubblica.
Ma ci si può aggrappare solo al programma, che spesso si spinge molto in avanti, nelle prospettive, per meri motivi di raccolta del consenso? Forse no. Il programma va poi calato nella realtà che si comincia a toccare con mano quando si supera la soglia delle stanze dei bottoni, ci si siede dietro le scrivanie e si aprono i primi dossier.

É a questo punto che inizia il duro lavoro di coscientizzazione, la presa d’atto delle possibilità concrete, di quelle da rinviare sine die, anche delle sorprese (si spera positive) e degli intralci di ogni ordine e grado; ma, al di là di ogni ragionevole obiezione, resta l’imperativo di un sentire comune, cioè dello sforzo di condividere lo stesso sguardo attento, scrupoloso, anche affettuoso, sulla realtà per la quale ci si è proposti con entusiasmo di portare il peso di quei ruoli.

Continuiamo a ritenere che si tratti di un compito arduo, non solo l’azione amministrativa in quanto tale, quanto piuttosto misurarsi giorno dopo giorno all’interno della squadra di appartenenza per condividere stili, metodi, mete e obiettivi, così che l’impegno di ciascuno sia di tutti e l’impegno di tutti sia percepito come proprio da ogni membro. Se si vuole vincere bisogna fare squadra, in ogni ambito di vita. Ma come, chi e con quali criteri scegliere i membri della prima squadra, quella dei titolari, una squadra che garantisca continuità e risultati? La metafora calcistica non è inappropriata.

Ora si è tutti in attesa per conoscere i ‘convocati’ e così comprendere criteri e scelte. Certo, se si vuole metter su una squadra vincente l’unico calcolo condivisibile è appunto la forza e l’efficacia per il raggiungimento dell’unico obiettivo; troppi compromessi o accomodamenti per motivi trasversali, che non siano quelli della scelta oggettivamente migliore, porrebbe ‘il selezionatore’ in una situazione di partenza facilmente criticabile e quindi molto debole. Come si suole dire in questi casi “l’uomo giusto al posto giusto”, senza condizionamenti, forzature, o contentini a “tutte le parrocchie”.

I valori-guida alla fine sono sempre gli stessi: senso di responsabilità, voglia di lavorare con scrupolo e serietà, preparazione tecnica e competenze specifiche nel settore, conoscenza non banale degli ambiti specifici affidati, spirito collaborativo, operatività, attenzione ai risultati, capacità di recepire suggerimenti e critiche costruttive, senso di autocritica, continua revisione del proprio operato, assenza di arroganza, disponibilità all’ascolto, pronti al sacrifico e a farsi da parte quando il bene comune lo richiede. Una volta si gridava nelle piazze “la fantasia al potere!”, oggi non più ma si sente il bisogno di un salto di qualità, di un pò di stupore e meraviglia pur dentro un sano realismo che faccia tenere i piedi per terra.

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1 commento

  1. il politichese dice tutto ed il contrario di tutto, MI CI provo anche io
    la qualità della gente la si evince dalla qualità degli eletti…. e tutto scivola di conseguenza!
    (in un senso o nell’altro)
    amen