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CAMPOBASSO _ “Sullo Zuccherificio del Molise si continua a navigare a vista: ad oggi, dopo ingenti capitali pubblici investiti, manca ancora una proposta seria, che sia garanzia della continuità aziendale e dei livelli occupazionali sia diretti che dell’indotto. Allo stato dei fatti la società chiamata a relazionare sulla situazione contabile-patrimoniale della Zuccherificio del Molise Spa non ha potuto far altro che certificare l’impossibilità di esprimersi per le troppe lacune emerse nel corso dello svolgimento della procedura di revisione”.

I consiglieri regionali di centrosinistra hanno illustrato oggi agli organi di informazione, nel corso di una conferenza stampa tenutasi nel pomeriggio a Palazzo Moffa, l’attuale situazione dello Zuccherificio del Molise a margine del Consiglio regionale monotematico che è stato convocato per il prossimo primo febbraio.

Servono idee chiare, un progetto industriale che garantisca continuità aziendale e che offra garanzie serie e rigorose alle centinaia di lavoratori, diretti e dell’indotto, che oggi sono alle prese con un futuro dai contorni abbastanza confusi. La società di revisione e organizzazione contabile – ha spiegato Paolo di Laura Frattura nel corso dell’incontro congiunto con la stampa – non ha potuto esprimere alcuna valutazione relativamente alla situazione della società Zuccherificio del Molise, la Regione Puglia – a quanto è stato possibile apprendere attraverso i mass media – ha deciso di non aderire ad una nuova ed ipotetica ricapitalizzazione della società, per la produzione il Molise partecipa solo con il 20% al fabbisogno dello stabilimento. Occorre un confronto vero e serrato con le altre regioni interessate come è più che mai urgente arrivare ad una adeguata operazione ricognitiva di tutte le risorse.

Non si può pensare di chiedere al Consiglio regionale di ratificare il nulla. Il rilancio di una qualsiasi attività imprenditoriale parte da un piano industriale chiaro, serio e puntuale. Occorre ancora capire come mai si è inteso mantenere in vita lo Zuccherificio, impegnare ingenti risorse pubbliche – l’ultima tranche è stata versata a settembre con un atto unilaterale del direttore generale che ha erogato un prestito ulteriore di oltre 4 milioni di euro – e poi andare in default nel momento in cui sale la domanda di zucchero con un valore di mercato doppio rispetto a quello di partenza. Occorre che qualcuno ci spieghi come mai il primo trimestre è risultato in attivo, così come confermato dalla proprietà, mentre oggi la società di revisione non riesce a rintracciare quegli stessi dati così confortanti per l’allora presidente Porfido. Abbiamo il timore fondato che la nuova ed eventuale ricapitalizzazione servirà a pagare i debiti e non sarà affatto volano di nuovi investimenti né sarà utile al rilancio delle attività dello Zuccherificio del Molise. Non vorremmo che l’ipotesi di azzeramento del capitale per la ricostituzione dello stesso voglia dire, di fatto, azzerare tutti gli investimenti messi in campo dalla Regione Molise fino ad oggi”.