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TERMOLI – Mentre si era in trepida attesa della ripresa, anche e soprattutto nel Molise, delle attività politiche ed amministrative dopo la pausa estiva, è giunta la crisi con la caduta dell’amministrazione del Sindaco Brasiello di Isernia. Già grande preoccupazione induceva sul futuro andamento del lavori per la verifica politica-amministrativa a metà consiliatura regionale come stabilito dallo Statuto. Da qualche tempo si registra calma e silenzio, forse per non creare problemi a chi di “dovere”, dalla maggior parte dei consiglieri regionali, sia di maggioranza che di minoranza, su argomenti di primaria importanza (aziende partecipate, sanità, trasporti, ..), quasi impegnati essenzialmente al proprio posizionamento per garantirsi la conferma e/o conquista di: assessorato, presidenza, segreteria, …. Ci mancava anche la caduta dell’amministrazione di Isernia, tra le pietre miliari del centrosinistra, conquistata nel 2013 unitamente alla Regione Molise con il Presidente Frattura, per poi aggiungersi Campobasso, capoluogo di regione, e Termoli, seconda città del Molise. Considerato l’importanza che riveste la Città di Isernia, essendo capoluogo di provincia e terza città del Molise per popolazione, non è da escludere che quanto accaduto possa generare un effetto “tsunami” sulle altre principali amministrazioni, con forti danni sull’aspetto economico ed occupazionale per l’intero Molise.
E’ da sperare che l’evento Isernia non risulti essere ulteriore argomento di “distrazione”, peggio ancora “guerriglia” all’interno di partiti e/o coalizioni, per i politici e amministratori molisani, verso i problemi reali ed impellenti che da lungo tempo attendono soluzioni. Tra i settori più importanti, solo a titolo di esempio: sviluppo, occupazione, sanità, trasporti. La gravità in cui versano questi settori puntualmente viene denunciata tramite gli organi di stampa, i social network, …
Nello specifico per la sanità, in particolar nel basso Molise e l’ospedale San Timoteo di Termoli, crescono le difficoltà e i disservizi dovuti essenzialmente alla carenza di personale medico, infermieristico e ausiliare. Da ultimo, come esempio, si è appreso di una donna anziana ricoverata da 15 giorni al reparto ortopedia del San Timoteo per la rottura del femore, ancora in attesa di essere operata. Tale, inconcepibile, caso rapportato alle buone norme e alla famigerata “appropriatezza”, è un “delitto” e merita giustizia!
Inoltre, si apprende che al reparto ginecologia del San Timoteo, risultano attualmente in organico solo tre ginecologi di ruolo, gravati di attività aggiuntive, e altri due professionisti con contratto a tempo determinato di prossima scadenza non prorogabili.
E’ evidente che in tale stato, senza l’apporto immediato di nuovo personale e investimenti necessari per dotarsi di nuova tecnologia, l’ospedale San Timoteo si avvia tristemente verso la piena attuazione dei nuovi standard ospedalieri in attuazione della legge Balduzzi, che prevede la chiusura di altri reparti e diventare un semplice ospedale di base.
Priorità assoluta riveste la richiesta di deroga al blocco del turnover, soprattutto in vista della scadenza dei contratti a tempo determinato (si dice 500 tra medici, infermieri ed ausiliari) in prossimità di scadenza e non rinnovabili in base alle nuove disposizioni legislative in merito. Tale risultato si pensa possa essere raggiunto considerato che ultimamente il tavolo tecnico interministeriale, sembra si sia espresso positivamente sulla proposta del P.O, e inoltre ha concesso 80 milioni di € di premialità degli anni precedenti. Nello stesso tempo è altrettanto urgente bandire i concorsi per l’assunzione di nuovo personale.
Non per allarmismo, ma per chiarezza si fa rilevare che mentre da noi tutto tace, nel vicino Abruzzo la programmazione sanitaria procede speditamente, come un treno! Lo dimostra ad esempio, la scelto di chiudere quattro punti nascita, iniziando da settembre con quello di Ortona, e potenziando i rimanenti tra cui quello di Vasto.
Già questo, se nulla cambia allo stato attuale, comporta conseguenze negative per l’Ospedale San Timoteo di Termoli, oltre a far crescere la mobilità passiva e quindi ulteriori difficoltà al piano di rientro del debito sulla sanità…
A fronte di ciò, continuiamo a richiamare attenzione per l’ospedale San Timoteo di Termoli, essendo struttura di “frontiera”, strategica per ridurre il flusso dei molisani verso le strutture extraregionali, e tornare ad essere attrattivo per cittadini extraregionali dei comuni limitrofi. Solo così può crescere la mobilità attiva e diminuisce quella passiva, con tutti i benefici economici che ne deriva.
A tal proposito riteniamo indispensabile la presa in esame del problema “sanità” nel basso Molise da parte di tutta la classe politica e dirigente, in particolar modo dei Sindaci e delle amministrazioni, in primis quello di Termoli, del basso Molise. E’ giunto il momento di metterci concretamente oltre la faccia soprattutto le “mani” al problema!
Restiamo in attesa di conoscere la nuova proposta del P.O. 2014-2016 esaminata ultimamente dal tavolo tecnico interministeriale, sollecitiamo la redazione del nuovo Piano Sanitario Regionale, oltre ad appurare la volontà del Consiglio regionale sulla della proposta di legge regionale per il “Riordino del Servizio Sanitario della Regione Molise”.
Continueremo a vigilare, proporre e sostenere ogni iniziativa utile a tutelare la salute di tutti i cittadini.
Nicola Felice
Presidente Comitato San Timoteo