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Lettera aperta al “vero responsabile” di queste feste
TERMOLI – Caro BABBO NATALE, non sono contrario a “questi” giorni di feste. Il fatto è che si aspettano per un anno e fanno dimenticare tutti gli altri problemi.
Ma che c’entra Babbo Natale? C’entra…c’entra con… l’avanzo di quattro! Come diceva Baconke, saggio pescivendolo termolese molto attento ai problemi del suo paese! È colpa di BABBO NATALE se gli abeti della Vecchia Villa Comunale sono spariti e sono diventati tutti Alberi di Natale; solo che al posto delle palline colorate sono appese le “palle”, le “bugie e le promesse” che i politici, democristiani e non, hanno collezionato in tanti anni di malgoverno.
Sono gli stessi che hanno fatto sparire il verde “d’arréte i bbagne” – a metà di via Fratelli Brigida – facendo costruire l’edificio delle CASE DEI MUTILATI e quell’altra orribile costruzione a forma di ZIGGURAT di 9 piani che insieme al cosiddetto PALAZZO DEI MAESTRI hanno cancellato brutalmente anche i “GIARDINI DI DONNA BERENICE”, decantati in una delle più belle composizioni poetiche in vernacolo di Nicolino Di Pardo.
E che dire dell’odierna area LARGHE DA’ CRUCETTE, dove hanno costruito quell’ ENORME CHIESA DEDICATA A S.TIMOTEO. Non ho niente contro la costruzione di chiese, ma non esiste, in tutta la cristianità, una costruzione religiosa senza sagrato, ovvero, ricavato in un esiguo spazio tra il fronte principale e il marciapiede antistante. Ma come si fa a concepire un’idea del genere!? Un’ inutile e brutta ostentazione di maestosità espressa in uno spazio che poteva essere concepito in modo più razionale, più contenuto. Altri soldi spesi male!
E che dire dell’altro edificio costruito alla destra del Municipio attualmente adibito a CURIA E UFFICI COMUNALI, sottraendo quel poco di verde al POZZO DOLCE.
E potrei continuare con altri interventi, spazi ed edifici che hanno mortificato il paese con costruzioni e cambiamenti osceni.
Insieme al PIANO DI SANT’ANTONIO, ridotto ad uno spazio inanimato, tutte LE PERIFERIE si sono riempite di un’edilizia popolare esclusivamente residenziale senza servizi, senza mezzi di collegamento, né URBANIZZAZIONI: per fare la richiesta di un certificato anagrafico, bisogna recarsi in centro, in municipio! Quindi, la VIABILITA’ E’ COMPROMESSA: tutti quelli che dovendo compiere le funzioni più semplici, sono costretti a prendere l’auto. E le multe, naturalmente FIOCCANO.
Ma in tutto ciò che cosa c’entra Babbo Natale?! La colpa, se ci pensate, è solo sua. È lui il simbolo del CONSUMISMO, della FESTA OBBLIGATORIA di quanti che per dieci, quindici giorni si dimenticano tutti i problemi e pensano solamente alle feste, al panettone, al torrone tralasciando i problemi del Paese. Anche il vecchio CORSO NAZIONALE ha perduto tutte le sue PIUME VERDI. Lo stesso MUNICIPIO, è stato costruito in uno spazio sbagliato in quanto focalizza tutto il traffico che dalla periferia si reca in centro.
Caro Babbo Natale, fa questo miracolo! Restituiscici il nostro VERDE! Fai edificare in VIA COLOMBO, LUNGO il costone a sinistra della SPIAGGIA – una delle tante “falesie” di cui Termoli è piena – tanti piccoli alberghi e pensioni come hai già fatto a RIMINI, RICCIONE, CATTOLICA e anche la vicina VASTO MARINA e CAMPOMARINO. Insomma, sono sicuro che un MIRACOLO potresti farlo e regalarci un paese più funzionale. Ridacci anche qualche TRABBUCCO in modo che il nostro Piccolo Borgo di pescatori possa essere chiamato “dei Trabucchi” e non dei “Delfini”, come ultimamente ci hanno fatto credere.
Infine, Caro Babbo, non è giusto dare la colpa a quel povero TUNNEL che invece servirebbe a smaltire il traffico; e poi, NON SI VEDE NEMMENO: è come “La città invisibile” di Antonio Andriani che… non c’entra niente ma c’entra sempre.. con l’avanzo di quattro!
Caro Babbo, ora ti saluto. E con te saluto anche tutti quei termolesi che anche se non credono più alle favole, crederanno alle parole di un termolese che da sempre ha TERMOLI NEL CUORE!
Con i migliori AUGURI, A TUTTI QUELLI CHE MI VOGLIONO E SI VOGLIONO BENE IN QUESTI GIORNI DI FESTE.
Per odiarsi e scannarsi a vicenda, c’è tutto il resto dell’anno!
Saverio Metere