Distacco dei Comuni della costa e del basso Molise e loro aggregazione alla Regione Abruzzo ai sensi dell’art. 132, comma 2, Costituzione.
TERMOLI – Il crescere delle criticità, il ruolo che Termoli e il basso Molise da troppi anni non riveste più, gli insufficienti investimenti in settori importanti per garantire servizi essenziali ai cittadini (in primis la sanità), e vitali per l’economia, il Comitato escludendo la rassegnazione, si è posto un obiettivo nuovo: proporre l’iniziativa in oggetto.
L’idea consiste nel:
- Costituzione di un nuovo Comitato civico, composto da cittadini, rappresentanti di categorie, ordini professionali, …, residenti nei comuni interessati al progetto, per dare attuazione alla procedura di cui all’art. 132 comma 2 della Costituzione.
- Organizzare incontri e dibattiti per diffondere e far conoscere l’iniziativa ai cittadini.
- Raccolta delle firme dei cittadini per chiedere ai rispettivi Consigli Comunali di residenza, la delibera di richiesta del referendum popolare, per il distacco dalla Regione Molise e aggregazione alla Regione Abruzzo. Richiesta da depositarsi presso la cancelleria della Corte di cassazione. Accertata la legittimità della richiesta, il referendum è indetto con decreto del Presidente della Repubblica, su deliberazione del Consiglio dei Ministri.
- Il quesito referendario è approvato, se la risposta affermativa non è inferiore alla maggioranza degli elettori iscritti nelle liste elettorali dei comuni nei quali è stato indetto il referendum.
- Con approvazione del referendum, i comuni con delibera consigliare chiedono, con unica istanza, al Parlamento l’approvazione della legge per l’aggregazione dei Comuni interessati alla Regione Abruzzo, previo parere favorevole delle due regioni.
In tutto questo, è’ importante che i cittadini siano pienamente coinvolti e resi partecipi!
Questa proposta è una soluzione fattibile, alternativa alla difficile unificazione di più regioni (macroregioni) che richiede invece una legge Costituzionale, ben difficile da realizzare.
Coloro i quali, in primis l’attuale classe dirigente e politica, giudicano questa idea eccessiva, inutile e dannosa, probabilmente hanno l’unico timore di perdere i privilegi personali acquisiti nel corso degli anni, a discapito del supremo interesse generale.
Se così non è, questa classe dirigente, in attesa di una riorganizzazione delle regioni (macroregioni) potrebbe da subito recuperare il tempo perduto dando attuazione a ciò finora non compiuto, e già comunque consentito dalla Costituzione.
Infatti l’articolo 117 al comma 8, così come riformato nel 2001, prevede intese tra Regioni per migliorare l’esercizio delle proprie funzioni, individuando anche organi comuni. È possibile costituire la Federazione di regioni, che rimarrebbero autonome, decidendo di fare insieme la programmazione di alcuni settori e servizi importanti: sanità, trasporti, infrastrutture, turismo, fonti energetiche, ed altro ancora.
Nicola Felice, Presidente Comitato San Timoteo
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