La terza Commissione del Consiglio regionale, all’epoca dell’approvazione del Regolamento in Consiglio aveva effettuato una serie di audizioni con le Associazioni dei Comuni, i Commissari degli IACP ed altre associazioni interessate, proprio per giungere ad un provvedimento condiviso ed equo, che fosse cioè in grado di non penalizzare troppo gli inquilini delle case popolari, ma nello stesso tempo fosse anche nella condizione di reperire le risorse necessarie alla manutenzione degli alloggi.
La scelta di fondo, largamente condivisa, è stata quella di far contribuire, anche se solo in parte, gli inquilini alla manutenzione degli alloggi da loro stesso abitati, in modo da non gravare esclusivamente sulle finanze degli Istituti, che non sono in grado di garantire contemporaneamente la manutenzione e la costruzione di nuovi alloggi. Si è trattato di una scelta obbligatoria, ma anche in qualche misura ispirata da un criterio di equità e di responsabilità, dal momento che l’inquilino di un alloggio dovrebbe quantomeno contribuire alla manutenzione dello stesso. Va sottolineato che il riallineamento dei canoni derivava anche dalla necessità di creare una proporzione fra il reddito familiare e il canone per l’alloggio, e, dunque, interessava solo coloro che di fatto si erano avvantaggiati nel tempo di una normativa che trattava allo stesso modo sia i percettori di redditi consistenti che le famiglie a scarso reddito.
Una misura, dunque, di equità che ha suscitato proteste e anche prese di posizione politiche, ma non fondate sulla conoscenza tanto della normativa quanto delle reali situazioni di famiglie già agevolate dal fatto di abitare un alloggio di edilizia pubblica. Tuttavia la particolare situazione di crisi economica della nostra regione, aveva indotto la Giunta ad adottare la delibera di n. 91 di febbraio e a rinviare, per l’intero 2009, la riscossione degli aumenti. Il provvedimento oggi introdotto nella legge finanziaria, ha lo scopo di dare un seguito alla precedente iniziativa e a decurtare del 50% l’aumento del canone, in modo da portare alla integrale applicazione del Regolamento in maniera progressiva, partendo sempre dal presupposto di non gravare in maniera eccessiva, in questo periodo di crisi, sui bilanci delle famiglie.