TERMOLI _ Chi pensava ad un clima di austerity nella sanità molisana non aveva considerato l’inviolabilità di talune posizioni. Nel 2010 si avviò un percorso di razionalizzazione e contenimento della spesa anche attraverso la risoluzione consensuale dei rapporti di lavoro di tutta la dirigenza medica e veterinaria, sanitaria, professionale, tecnica e amministrativa. Secondo quanto stabilito dall’art.22 del CCNL la delibera 465 prevedeva, nel suo allegato, che: “la richiesta di risoluzione consensuale e la conseguente corresponsione dell’indennità supplementare è limitata ai dirigenti, in via prioritaria, ai responsabili di struttura complessa con contratto di lavoro a tempo indeterminato compresi in una fascia d’età trai 59 e i 65 anni non compiuti o con anzianità contributiva compresa tra i 30 e i 39 anni. […]

L’indennità supplementare è commisurata all’età anagrafica o all’anzianità contributiva sino ad un massimo di 24 mensilità più ratei di tredicesima”. L’ASReM decise di puntare sugli ex primari, perché il loro pensionamento potesse far passare l’Unità Operativa da Complessa a Semplice. Questo significa che la geografia del servizio sanitario non sarebbe più stata dettata da principi di opportunità e necessità, ma dalle condizioni della dirigenza in servizio che potrebbe accedere o meno all’istituto della risoluzione. Senza contare che a beneficiare di questa opportunità sarebbero stati in troppi rispetto alle “effettive capacità di spesa del rispettivo bilancio”. Un esodo facilitato che non poteva non comportare difficoltà nell’erogazione del servizio, tanto che si sentono di dover precisare: “l’Amministrazione provvede ad adeguare la propria organizzazione in corrispondenza alle risoluzioni consensuali…”. Cosa significa che se restano in servizio solo ortopedici vado a creare un enorme CTO?

Così da una parte si incentivava il pensionamento di un medico, dall’altra si richiedeva una collaborazione, o un’assunzione a tempo determinato o il ricorso al comando che si continua a prorogare ancora oggi. E, quel che è peggio, a volte i collaboratori erano proprio coloro che avevano beneficiato della risoluzione consensuale. Quasi nessuno, inoltre, ha abbandonato l’attività privata. E il principio di economicità? Il risultato è sempre lo stesso: benefici per alcuni, carenza di servizi per i cittadini. Agli inizi di ottobre il Direttore Generale si vede costretto ad una revoca ex nunc del provvedimento 465 “in ottemperanza a quanto richiesto dal Sub Commissario dott. Nicola Rosato e in adempimento al parere dei Ministeri della Salute e dell’Economia e nel contempo disporre per l’anno 2012 il non utilizzo dell’istituto, fatti salvi i procedimenti amministrativi avviati nell’anno 2010 con conclusione del corrente anno”.

E’ evidente che la norma non possa essere retroattiva, ma perché salvaguardare solo le istanze avviate nel 2010? Assale sempre lo stesso dubbio, vale a dire che qualcuno da tutelare abbia fatto richiesta di accedere ai benefici della risoluzione consensuale in quel periodo. Le “offerte speciali” non sono finite. Per aggirare l’ostacolo delle assunzioni bloccate nel 2010 furono create le long list attraverso le quali poter conferire incarichi di collaborazione. Come noto il pesce puzza dalla testa e quindi i dirigenti aziendali non hanno avuto problemi a conferire incarichi di collaborazione ai propri figli e a parenti di politici locali, come si evince dagli elenchi dei “prescelti”.

Il consigliere Filippo Monaco

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1 commento

  1. giusto,come le assunzioni con l’agenzia degli infermieri a termoli in special modo ,dove si è aggirata per anni…con pesante aggravio di spese per la asrem. ma non si capisce perchè da tutto questo importante sistema economico,amministrativo e credo …vengono lasciati fuori dalle indagini i “capi”… eppure le carte sono facilmente reperibili e decifrabili.