«Inutile spendere milioni di euro per fermare la frana, meglio spenderli in alternative e non costruirci sopra.»
Come dicevamo la frequenza con cui si ripropone la frana è variabile e mai fissa, infatti negli ultimi 100 anni il fenomeno si è riattivato con frequenza variabile tra 1 e 5 anni ( 7 eventi) e tra 10 e 16 an ni ( 4 eventi) provocando sempre ingenti danni sia all’abitato che alle maggiori vie di comunicazioni comunali, provinciali nonchè autostrada A14, la ferrovia e la SS16. Le riattivazioni più recenti, prima del 18 marzo 2015, sono quelle di Gennaio 1991, Ma rzo 1996 e Febbraio 2009. Quindi l’unica certezza è che la frana può essere definita quiescente ma non ferma !! Basti pensare che da dati reperibili presso la Ferrovia dello Stato dal 1916 ad oggi, la frana ha prodotto lo spostamento del binario verso il mar e di circa 60 cm. Non siamo tecnici e lungi da noi dare soluzioni ad un problema che negli anni ha ricevuto le attenzioni da parte di regione , societa autostrade, ferrovia dello stato e protezione civile.
Di seguito alcuni degli studi fatti: – indagine geognostica eseguita dalle ferrovie dello stato negli anni 1981 e 1983; – indagine geognostica eseguita dalla società autostrade nel 1991; – indagine geotecniche eseguite dalla Regione Molise, dalla Ferrovia dello Stato e dalla società autostrade negli anni 2000/2 001(tali indagini rientrano nell’ambito degli studi commissionati dalla presidenza del consiglio dei ministri,dipartimento della protezione civile, alla commissione tecnico scientifica presieduta dai Proff. Vincenzo Cotecchia e Gregorio Melidoro); Riportia mo di seguito alcuni stralci della sintesi dello studio suddetto: “…….. Sulla base degli studi effettuati tuttavia non si può escludere che in futuro possano verificarsi fenomeni di entità superiore, ovvero tali da interessare aree più ampie se non addirittura l’intera superficie della frana storica indicata in fig. 6.2, coin volgendo con rotture anche il costone di località Morgetta e le aeree ad ovest del Fosso degli Ulivi. Da un punto di vista progettuale occorrerà quindi distinguere fenomeni franosi relativamente superficiali ( spessori non superiori a 12/15 m) ove si potrà intervenire con opere di stabilizzazione locali, da fenomeni profondi, per il quali gli interventi di stabilizzazione tradizionali non sono risolutivi. ( vedi ad esempio quelli realizzati a seguito dell’evento del 1979). Per i fenomeni franosi profondi no n resta che procedere con il ricorso al monitoraggio e alla sorveglianza continua dell’area; Periodici interventi di manutenzione delle opere con totale o parziale interruzione del traffico. …… “ Quindi la frana di Petacciato viene catalogata come frana profonda e gli unici interventi fattibili sono: – manutenzione delle opere esistenti – continuo monitoraggio e sorveglianza. Per logica bisogna quindi evitare di costruire qualsiasi opera (strade o abitazioni) nel perimetro rientrante nella frana storica come da allegato e ove fosse possibile cercare di creare un sistema viario che possa risultare alternativo a quello esistente ricadente all’interno di tale perimetro Essendo questo un problema storico bastava nel tempo un po di lungimiranza da parte delle ammi nistrazioni che si sono succedute (poche a dir la verita infatti basti pensare negli ultimi 40 anni petacciato ha avuto tre sindaci ……ed uno di questi lo ha fatto per 28 anni). Infatti non è mai stata fatta una programmazione per creare strade in alt ernativa anzi spesso si è fatto il contrario ripristinando l’esistente spostandolo solo di qualche metro.
Assodato, quindi, che il problema è di enorme portata, tanto da indurre gli stessi studiosi ad affermare che si può solo sorvegliarla e monitorarla e fare manutenzione di ciò che vi esiste sopra, i punti su cui focalizzare l’attenzione, secondo noi, sono i seguenti: – Il primo intervento da fare sarebbe quello di spostare la cabina del metano, perchè potrebbe capitare un incidente come quello capitato qu alche giorno fa a Mutignano , in Abruzzo, con la differenza che lì lo scoppio, a causa di una frana seguita alle piogge torrenziali, è avvenuto in mezzo alla campagna seppur poco distante da una casa rurale, ma qui la cabina è in prossimità di un incrocio e a ridosso dell’abitato; vale la pena ricordare che sono anni che tale opera viene inserita nel piano triennale delle opere pubbliche, ma ad oggi nessuna seria iniziativa è stata presa. – il secondo stralciare definitivamente dal PRG lottizzazioni in zona ca bina decompressione metano che era già inserita nel vecchio PRG ma era stata sospesa, probabilmente a causa delle ripetute frane, ma nonostante gli eventi succedutisi negli anni, nel nuovo PRG è riapparsa; è il caso di stralciarla definitivamente dal PRG ? – il terzo è di non edificare all’interno del perimetro della zona definita “FRANA STORICA” diversamente da quanto previsto dal PRG appena adottato che addirittura prevede case e strade sopra e all’interno della frana; – in ultimo bisogn a ultimare la strada di collegamento tra l’abitato di Petacciato verso la zona cimitero e la zona artigianale sarebbe l’unica seria alternativa alla viabilità attuale, perchè non solo permetterebbe di aggirare l’ostacolo strada Vaccareccia e vecchia strada provinciale verso Termoli, ma consentirebbe anche di ovviare ad un altro annoso problema che è quello del transito dei mezzi pesanti nel centro abitato. Ma anche lì, siamo fermi da anni, anzi qualche mese fa ci è stata data notizia dalla Regione di non conferma del fi nanziamento regionale e che lo stesso sarà oggetto di revoca e quindi niente ultimazione della suddetta strada!!!!!!! Alla luce di questi fatti ci viene un pò da sorridere quando sentiamo parlare di opere imponenti, da 20 milioni di euro, che dovrebbero se rvire ad arginare la frana. La frana c’è, è stata studiata da tanti e la conclusione cui tutti sono giunti è che il movimento franoso è talmente esteso da essere inarrestabile.
Ci si deve convivere e bisogna cercare di farlo al meglio e dopo tanti anni sarebbe ora di cominciare a fare qualche operazione intelligente piuttosto che continuare a gridare ai quattro venti quando la frana si muove, per poi ritonare ad aspettare passivamente che piovano un pò di soldi dal cielo per tamponare questa o quella sit uazione e incaricare questo o quel progettista!! Quanto agli appelli fatti da taluni politici e partiti politici nostrani – in tanti si sono ricordati di Petacciato in questi giorni, dall’on.Venittelli al Presidente della Regione all’assessore Nagni alla l ocale sezione del PD, – circa la necessità di portare la frana all’attenzione nazionale, ci sembra evidente che si tratta di veri e propri “proclami” poichè la frana è all’attenzione nazionale da sempre ma solo grazie al fatto che essa interessa autostra de e ferrovia, non grazie ai nostri politici e alle azioni intraprese per affrontare il problema. Alla fine, come sempre accade, i problemi dei cittadini e del territorio diventano occasione per mettersi un pò in mostra su TV e giornali!!
Gruppo “Amo Petacciato”
Luisa Caruso e Roberto Di Pardo