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TERMOLI – Angelo Sbrocca del Partito Democratico è il nuovo sindaco di Termoli. Con il 51,77 per cento pari a 6.461 voti si è aggiudicato la “poltronissima” del Palazzo di via Sannitica a Termoli. Michele Marone con il 48,23 per cento pari a 6.020 voti non ce l’ha fatta. Il vantaggio di Sbrocca è arrivato sin dalla prima ora dello scrutinio delle schede elettorali che si è svolto con grande velocità.

Intorno alla mezzanotte e mezza era già chiaro chi sarebbe stato il nuovo primo cittadino della città adriatica. Prima del “verdetto” definitivo, Marone ha telefonato a Sbrocca congratulandosi per la vittoria. Tra loro, durante la campagna elettorale non ci sono stati toni alti ma ognuno ha puntato su aspetti programmatici.

A festeggiare con Sbrocca è arrivato da Campobasso il presidente della Regione Paolo Di Laura Frattura e da San Martino in Pensilis l’assessore regionale all’agricoltura Vittorio Facciolla. Attorno al neo sindaco si è stretto il Partito Democratico con Laura Venittelli, Antonio Sciandra. Dalla sede di Corso Nazionale Sbrocca si è diretto in corteo e con bandiera rossa in mano verso il Comune dove con Frattura e gli altri ha brindato alla vittoria. Tra i presenti, Timoteo Fabrizio, Michele Cocomazzi, Ivo Sprocatti, Francesco Di Giovine, Vincenzo Sabella, Augusta Di Giorgi oltre agli esponenti di centro sinistra.

“Termoli ha scelto la discontinuità con il passato – ha dichiarato Angelo Sbrocca -. Negli ultimi giorni erano state dette delle bugie e come si sa hanno le gambe corte”. Frattura sottolinea che: “ha vinto la moderazione ed il buon senso”.

La percentuale di affluenza alle urne ha sicuramente influito sul voto. Tra le più scarse degli ultimi tempi. Alle 23 aveva votato il 45,98 per cento degli aventi diritto. Michele Marone ha accettato con sportività la sconfitta ed ha dichiarato: “Questo è il punto di partenza di un nuovo percorso, non l’arrivo. Sono sereno perché penso di aver fatto tutto. Non ho tessere di partito ma sono un rappresentante della società civile, ho condotto una campana elettorale tranquilla. Sin dall’inizio era chiaro che non sarebbe stato facile ma devo dire che questa campagna elettorale mi ha permesso di conoscere tanta gente che ringrazio ancora”.

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5 Commenti

  1. Vittoria mutilata
    L’avvocato Sbrocca, degnissima persona e serio professionista, è il nuovo sindaco di Termoli ma, in realtà non ha vinto nessuno. Tutti hanno perso di fronte alla grandissima protesta dei cittadini che hanno disertato le urne. Può una città essere governata da un sindaco eletto con 6.461 voti su 28.490 cittadini ammessi al voto? Solo il 22,68 % ossia meno di un quarto. E’ la punta più bassa di “difetto di rappresentatività democratica” raggiunta a Termoli. Basta pensare che nel 2010 Di Brino vinse al ballottaggio con 9.850 voti su 27.503 elettori (ossia quasi il 36 %) e Greco nel 2006, sempre al ballottaggio, con 9.538 voti su 26.548 elettori (36 % come Di Brino). E allora, perché tutta questa enfasi?

  2. vincere
    Tutti i candidati Sindaci volevano vincere. Non è vero che l’importante era partecipare.
    Per questo, tranne il Movimento cinque Stelle, tutti hanno “arruolato” nelle proprie liste candidati con garanzia di buona dote elettorale indipendentemente da vecchi rancori ( tipo Bruno-Sci Sci) o esperienze in coalizioni sempre avversate.
    Il successo di Sbrocca si spiega con il fatto che:
    – la sua campagna acquisti è stata vincente dal punto di vista dei risultati sul campo, pardon nell’urna come confermano le preferenze raccolte da Ferrazzano, Di Giovane, Fabrizio, Cocomazzi, Sabella, Sprocatti, Di Giorgi….;
    – si sono mobilitati elementi importanti da Campobasso, Riccia e San Martino in Pensilis interessati ad investire credibilità e visibilità sul territorio termolese;
    – il Gattone si è adoperato a suo favore pur di fare dispetto a vecchi compagni del centro DX.

  3. ballottaggio
    Il ballottaggio si è svolto fra due persone serie e degnissime. Il problema dell’astensionismo è stato causato da alcuni candidati consiglieri inseriti nelle loro coalizione non graditi all’elettorato perchè ritenuti incapaci di garantire rinnovamento.