TERMOLI _ Ad Aprile del 1945 la guerra si era allontanato dal Molise e nelle zone liberate del Mezzogiorno d’Italia , nonostante le evidenti difficoltà la vita civile e politica, pur sotto il controllo del comando alleato, andava riprendendo. Si combatteva ancora al nord Italia ma le truppe alleate avevano la meglio sulle linee difensive dei nazisti ed i partigiani liberavano, con l’insurrezioni, le città. Oramai si andava configurando la sconfitta dell’asse nazi- fascista sia in sul fronte italiano che europeo. Nel Molise, come nel resto dell’Italia meridionale, sono evidenti le difficoltà della vita di tutti i giorni. I cittadini sono oramai ai limiti della sopravvivenza sia per la cronaca assenza dal mercato dei generi alimentari di prima necessità che per l’aumento della pratica del mercato nero.

Questa situazione, in particolare a Campobasso, fa esplodere la rabbia non solo di quei pochi fortunati che lavorano ma anche dei disoccupati e della popolazione; per queste ragioni si minaccia uno sciopero generale. Situazione di palese malcontento della popolazione si ebbero anche nei mesi di ottobre e dicembre ed a calmare gli animi intervennero sia i rinati partiti politici del CMLN ( Comitato Molisano di Liberazione Nazionale), il nuovo Prefetto Veneziane nonché il sindacato che già da agosto del 1944 aveva ripreso la sua attività. Ma nonostante vennero preso degli impegni la situazione economica generale non migliora affatto. Le cose d’altronde non vanno meglio nemmeno a livello nazionale. Il Governo presieduto da Ivanoe Bonomi , succeduto alla coalizione guidata da Pietro Badoglio, non sembra essere in grado di affrontare e risolvere con la necessaria autorevolezza , la complessa realtà. Sta di fatto che a Campobasso le cose precipitano. I lavoratori non vedendo risolto nessuno dei loro problemi e ritenutesi trascurati ed abbandonati dalle autorità, sotto la spinta dei pubblici dipendenti , fanno esplodere la loro protesta con una forza, una compattezza ed una determinazione fino ad allora inusitata ed impensabile per la provincia.

Il comitato di agitazione permanente dei lavoratori del Pubblico impiego ( costituitosi ad ottobre) , visto il protrarsi della crisi ed il persistere dell’assenza degli interventi da parte delle autorità locali e nazionali , convoca l’assemblea dei rappresentanti delle categorie per il pomeriggio del 14 aprile nei locali della Camera Provinciale del Lavoro di Campobasso. L’assemblea, dopo aver superato una pregiudiziale posta dai rappresentanti del Pubblico impiego che non volevano la presenza degli operai ( risentivano ancora delle divisioni corporative delle leggi fasciste) votano due ordini del giorno uno di protesta contro il Governo e le autorità locali per le loro condizioni economiche e l’altro con l’indizione dello sciopero generale da effettuarsi il giorno 16 e 17 aprile in modo “ totalizzante” come lo definisce lo stesso segretario della Camera de Lavoro Giuseppe Rosiello. Il Prefetto Veneziane dopo queste deliberazioni dei lavoratori è seriamente preoccupato ed attento all’ordine pubblico convoca con urgenza , nel primo pomeriggio di domenica 15 nei suoi uffici , il CMLN il quale si presenta al gran completo. Il Prefetto informa gli astanti dei suoi contatti con il Ministro degli Interni e dichiarando di non condividere la decisione del sindacato, chiede un loro parere sulla situazione aggiungendo la sua disponibilità ad applicare le leggi di guerra, ancora in vigore, pur di scongiurare una manifestazione dagli esiti imprevisti.

I membri del CMLN composto dai rappresentanti di tutti i partiti nel condividere le preoccupazioni del Prefetto si fanno promotori di una convocazione degli stessi sindacalisti presso la prefettura, ma con nessun esito positivo , giacche la mattina del 16 oltre duemila lavoratori tra impiegati ed operai si concentrano nella palestra dell’ex GIL , dando vita così alla prima grande manifestazione sindacale nella provincia d’Italia liberata. In questa sede si accende un intenso dibattito. Molti sono gli interventi tesi ad illustrare i motivi della protesta mentre, i rappresentanti dei partiti politici e del CMLN , tentano ad ogni modo di farla rientrare. Per il Partito Socialista parla il presidente del CMLN Attilio Rossi; per il comitato di agitazione gli risponde il giudice Arduino Cascella mentre, per il Partito Comunista , fa conoscere la propria opinione per bocca del capitano Orazio Formichelli e l’avv. Camposarcuno interviene per la Democrazia Cristiana.

Risponde a tutti, per la Camera del Lavoro, Rosiello che ribadisce , con fermezza le motivazioni dello sciopero. La Giustizia, giornale della DC molisana , così racconta quei momenti “ Il lunedì, a l’ora fissata, vi è stato il comizio alla palestra della GIL. Qui le cose non si sono svolte nel migliore dei modi . V’era, tra la folla, gente disposta più a fare chiasso che a discutere e intendere. L’avv. Spetrino ( PDL) non ha potuto terminare di parlare di fronte alle grida dei dimostranti; si è tentato di chiarire la situazione da parte di Rossi, Formichelli , Rosiello , ma con scarsi risultati. D’Aulerio, segretario del Comitato di Agitazione , ha spiegato come stavano le cose ; sono intervenuti altri oratori, ma la situazione è rimasta sempre molta oscura. Finalmente , allontanati alcuni elementi turbolenti è stato possibile all’avv. Camposarcuno ristabilire la verità delle cose, chiarendo che dopo l’intervento del Comitato di liberazione e dopo gli accordi presi col Prefetto, lo sciopero non aveva più ragione di essere in quanto erano raggiunti gli scopi desiderati.

Tale verità- aggiunge però , in modo sconsolato La Giustizia- è stata senza fondamento contrasta dal rag. Rosiello.”. Dopo questo animato dibattito viene deciso di formare una nutrita delegazione ed incontrare il Prefetto al fine di discutere l’odg approvato dall’assemblea dei manifestanti. Il Prefetto, dati i chiarimenti alla delegazione , sia sull’operato del Governo che sulle sue iniziative, contesta energicamente al sindacato anche la decisione di indire uno sciopero generale , a tempo indeterminato, qualora non vengano presi provvedimenti a favore dei lavoratori nel termine di 15 giorni. Egli considera questa presa di posizione del sindacato una “ minaccia finale” e ammonisce tutti i presenti a “ considerare gli effetti che, se un analogo procedimento fosse minacciato ed attuato da tutte le Camere del Lavoro dell’Italia liberata, ne deriverebbe alla guerra di liberazione .” Comunque, al termine dell’incontro la delegazione si dichiara soddisfatta delle assicurazioni del Prefetto e , seduta stante , dichiara che non vi sono ulteriori ragioni di proseguire con lo sciopero.

Nonostante questa apparente ritrovata unità il Prefetto rimane preoccupato per l’ordine pubblico e ritiene che ad eccitare ulteriormente gli animi siano stati alcuni dirigenti sindacali. Ad un maggior approfondimento scopre che il Rosiello, socialista era compromesso con il passato regime e, se anche in forma minore, lo stesso Fiorilli, democristiano, era stato iscritto al partito fascista. I due quindi saranno “ epurati”. Il Rosiello tornerà a Foggia mentre sarà ridimensionato il ruolo di Fiorilli nel sindacato. La guida del sindacato molisano sarà preso dal giovane campobassano Michele Fiorella.. Ma in questi turbinosi giorni gli avvenimenti locali e nazionali si accavallano velocemente. Così come testimonierà lo stesso Giuseppe Spataro fondatore del Partito Popolare con don Sturzo e zio di Giacomo Sedati, quando ricorda in un suo scritto che “ il 16 aprile del 1945 , il generale Clark, comandante alleato in Italia , annunciò che il teatro di guerra mediterraneo aveva avuto inizio l’attesa offensiva primaverile,” In effetti da questi giorni le truppe alleate, con le organizzazioni partigiane, conquistano i capisaldi delle difese nazi-fasciste liberando, giorno dopo giorno, le città del Nord Italia dal nemico. Il 21 aprile viene liberata Bologna, il 24 Ferrara, Modena, La Spezia.

Con la disfatta della linea difensiva nazista , quella Gotica, il 25 aprile moti insurrezionali scoppiano nelle più grandi città d’Italia in particola a Genova che viene liberata ed il 26 è la volta di Milano Sabato 28 aprile a Campobasso , dopo la conferma della liberazione dell’Italia del Nord , il Partito Socialista , per festeggiare l’avvenimento, organizza una manifestazione. Migliaia di cittadini si concentrano sotto il palazzo della Prefettura ed ascoltano i rappresentanti del CMLN , che rivolgono un “ fervente proclama “ alla cittadinanza ed il Prefetto che esprime parole di sostegno alle forze partigiane della Italia risorta. L’euforia della vittoria provoca innumerevoli manifestazioni in molti comuni della provincia. Il giorno 29, per l’arrivo a Campobasso dei ministri comunisti fausto Gullo, dell’Agricoltura e Antonio Pesenti, delle Finanze c’è grande mobilitazione: notevole interesse suscita il ministro Gullo , ideatore e proponente della prima riforma agraria, in una provincia come la nostra con una economia legata prevalentemente all’agricoltura. Gulllo, accolto da una prolungata ovazione del pubblico che affolla il teatro Savoia e presentato da Pietro Tanassi , segretario del partito Comunista provinciale.

Il Ministro dell’agricoltura parla ai molisani, dopo aver ricordato l’eroica azione dei partigiani del Nord, affronta il tema della questione meridionale , affermando che la “ classe contadina deve cessare di essere schiava e deve divenire classe dirigente italiana” e che c’è “ la necessità della distruzione del vecchio apparato fascista perché la patria possa riprendere il suo faticoso cammino verso la rinascita , ricostruzione che è quanto mai urgente perché non avvenga la scissione tra Nord e il Mezzogiorno.”. A chiusura del suo applaudito discorso, il Ministro , parla della riforma agraria nel Mezzogiorno e dell’esigenza di liberare i contadini meridionali dai vincoli del latifondismo. Non si ha tempo di salutare il Ministro Gullo che fervono i preparativi di festeggiare dopo venti anni il 1° Maggio festa del lavoro e dei lavoratori che a Campobasso, ricorda il giornale socialista“ il lavoratore”,” si svolge con una carica di intensa partecipazione emotiva, coincidente con la liberazione dell’Italia, in un’alba di nuovo risorgimento.”

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2 Commenti

  1. Se lo sbarco degli anloamericani in sicilia fosse avvenuto nel 41 i partigiani rossi avrebbero combattuto con i nazisti contro gli alleati perchè il loro mentore Stalin era alleato di Hitler e voleva che l’Italia diventasse comunista.Diciamo una volta per tutte le cose come stanno.