Aurelia SpatoccoMAFALDA _ Nel corso dell’attività amministrativa e dell’impegno politico ci possono essere momenti difficili, amarezze, delusioni, ripensamenti, si può essere presi dalla tentazione di rinunciare, da paure e ansie per cui l’esito sembra quello della resa incondizionata. Diciamo che potrebbe essere lecito cambiare opinione, ma non è affatto lecito pretendere che altri lo facciano, perché è proprio nei momenti più difficili che la responsabilità politica mostra la sua vera natura! Una passione forte per il Bene Comune, la spinta a lottare per i valori nei quali si è creduto e che hanno motivato una scelta, la vocazione a sacrificare il proprio tempo, le proprie energie a favore della propria Comunità, anche nella consapevolezza di combattere contro mulini a vento, perché sull’altro fronte intravediamo poteri forti, più o meno occulti, che, ricorrendo a mezzi subdoli e nascosti, e con grave disprezzo delle regole democratiche, inquinano il corretto confronto democratico; persone che per acquisire sempre maggiori posizioni di potere, fondamentalmente economico, non si fanno scrupoli nell’adottare ogni mezzo utile. Sono passaggi pesanti, che sicuramente richiedono una forte carica ideale, ma anche grande intelligenza, costanza, responsabilità, maturità, coerenza, per contrastare con tutti i mezzi leciti quanti vogliono farci soccombere con tutto il nostro bagaglio di ideali.

Il comune di Mafalda sta vivendo in questi mesi, ma possiamo dire dall’inizio di questo mandato amministrativo, una situazione di forte fibrillazione per le note vicende legate alla CT a biomasse, la questione intorno alla quale, come tutti sanno, si sono combattute le ultime elezioni comunali con la vittoria dell’attuale maggioranza.
Fin dagli inizi si sapeva che la lotta sarebbe stata dura. Ci abbiamo creduto (e ci crediamo!), abbiamo lottato con forza (e lottiamo!), uniti e fermamente convinti delle nostre scelte, ottenendo importanti vittorie. Ultimamente la ditta è tornata alla carica, nonostante le varie sconfitte giudiziarie che hanno bocciato il progetto. E nonostante la sentenza del Tribunale di Larino del 3 agosto scorso ha rigettato la richiesta di risarcimento della ditta di circa 500.000 euro (informiamoci bene prima di dire cose non esatte!).

La stampa nelle ultime settimane ha preso a cuore il nostro problema, gli articoli si susseguono quasi quotidianamente, i Comuni della valle del Trigno condividono con forza la nostra lotta, come anche tante forze politiche e le nostre Istituzioni provinciali e regionali. Perché allora la consigliera Simigliani, col suo incomprensibile atteggiamento, vuole gettare la spugna, e in fondo darla vinta a chi lei, con noi, ha convintamente contrastato? Perché proprio lei che, fino a venti giorni fa, è stata la portabandiera della difesa della salute dei cittadini, ora annuncia, per mezzo stampa, le sue dimissioni? Sempre comprensibile è lo stato di disagio e di fallimento in cui afferma di trovarsi la consigliera. Ma se si sente di aver fallito, perchè accusare i suoi colleghi amministratori di errori che non sembrano esserci e, in realtà, non esistono? Sarebbe stato più dignitoso, certamente, chiedere venia agli elettori ed ai membri della lista in cui si è eletti e semplicemente prendere atto del proprio “fallimento”, dimettendosi dal Consiglio, invece di annunciarlo tramite comunicato stampa.

Personalmente, in qualità di assessore, non penso al mio impegno come ad un fallimento, tutt’altro! E mi sento orgogliosa di poter dire: “Sono stata eletta innanzitutto per compiere il primo punto del programma elettorale, e cioè per salvaguardare il diritto alla salute dei miei concittadini, opponendomi alla costruzione della biomasse. E finora sono riuscita nel mio intento (promosso e votato dai cittadini che hanno creduto in me!), non ho fallito, anche se la battaglia è dura e piena di insidie“.

La consigliera dice di ‘non essere fatta per la politica’, che intende dissociarsi dalle battaglie giudiziarie intraprese dall’amministrazione, maValeria Simigliani questo significa solo polemizzare. E’ infatti bene chiarire alcune cose, e ai cittadini di Mafalda e a quelli della regione Molise. Il Comune, di fatto, non ha fatto cause, ma le ha subite e continua a subirle ad opera di una ditta che ha fiutato l’affare delle rinnovabili e la larghezza degli incentivi (si parla di circa 50 milioni di euro!) e che difende con le unghie e con i denti le sue aspettative. Forse, allora, questo atteggiamento di resa della Simigliani è dettato dalla paura, dalla stanchezza o da qualche altro motivo che noi ignoriamo? La Simigliani afferma che ha paura che il Comune andrà in dissesto e che tutti finiremo per pagare. Ma potrà mai esserci un giudice che dirà: “Pagate, perchè avete sbagliato a difendere salute, ambiente e valori dei beni dei vostri cittadini, dovevate lasciar fare”? Non credo che un simile giudice sia ancora nato e responsabilmente affermo io, che sono pacifica per indole e convinzione, che, chi ha paura, non deve neanche iniziare la giusta battaglia! Ecco, posso prendere atto dello smarrimento della consigliera Simigliani, ma, ripeto, lei non può chiedermi nè chiederci di seguirla.

In questi frangenti ritirarsi nel privato è la scelta peggiore, per sé e per i propri concittadini. Prima o poi tutti ne pagheremmo le conseguenze negative. Fin dal primo giorno nessuno ci aveva garantito che sarebbe stata una passeggiata. Il Comune, dunque, continua e continuerà la sua lotta, ricorrendo a tutti i mezzi possibili, chiedendo sostegno a esperti del diritto e dell’ambiente, perché su questa vicenda noi abbiamo messo la nostra faccia, il nostro onore, e soprattutto il futuro delle nostre generazioni! Andremo fino in fondo molto fiduciosi. Tanti passaggi importanti in questi ultimi due anni ci hanno dato ragione. Perché arrendersi proprio ora? Perché tirare i remi in barca quando invece dovremmo essere più uniti, più convinti, più tenaci? Saremmo degli sconfitti oggi e perdenti per chissà quanto tempo, dinanzi alla nostra coscienza! Vogliamo questo? Siamo disposti a sopportare la sconfitta del nostro onore? Siamo disposti a far vincere il “ricco potente” di turno e a soccombere noi che, invece, siamo ricchi solo (grazie a Dio) di ideali di giustizia, di onestà, solidarietà, senso del bene della propria Comunità, del senso della democrazia, della trasparenza e della libertà? Come difenderemmo la nostra dignità di persone che hanno creduto e lottato per il Bene di tutti? Io non ci sto, noi non ci stiamo. Ci crediamo ed andremo sempre avanti!

Aurelia Spatocco
Assessore comunale di Mafalda
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1 commento

  1. chi dorm cu li gualgiun,ze trov cu la faccia scungacata……
    Carissima Assessore, le faccio i complimenti per l’articolo,e l’appoggio pienamente. Purtroppo certi bambini devono restare a casa e non fare i politici.Continuare a lottare ( come diceva il “CHE” siempre )