Questo, con la complicità di un agente di commercio conosciuto negli ambienti sanitari molisani, è riuscito a rivendere la “robaccia” all’Asrem del Molise guadagnandoci bei soldi. Un vero e proprio affare quello bene orchestrato dai due professionisti che hanno incassato soldi ai danni della salute degli ignati utenti dei nosocomi. Un “andazzo” scoperto e bloccato immediatamente dai Nas. La conferma arriva dal Procuratore della Repubblica di Larino Ludovico Vaccaro che, ieri mattina, nel corso di una conferenza stampa nel Palazzo di giustizia frentano, ha illustrato i dettagli dell’operazione dei militari. A smascherare la frode, una segnalazione inoltrata ai Nas di Bologna di una delle aziende farmaceutiche produttrici dei prodotti di alta qualità in Italia ed all’estero i cui prodotti scaduti erano stati ricommercializzati. E così è scattata l’inchiesta entrata subito nel vivo con la scoperta di un magazzino a Pescara dove è stato trovato un flacone originale, con l’etichetta giusta, scaduto da molto tempo.
Nello stesso capannone sono stati trovati anche una serie di altri presidi medici come cateteri venosi, circuiti per la respirazione, raccordi per cateteri, tubicini ed una lunga serie di prodotti che avrebbero dovuti essere sterili. “A questo punto – ha spiegato Vaccaro – il passo successivo è stato di verificare la presenza di questo materiale illegale negli ospedali molisani dove è stato fatto un primo sequestro di 4.500 presidi che le ditte ‘madri’ hanno disconosciuto ma che erano stati commercializzati dalle 2 ditte di Pescara”. Nel locale sono stati trovati anche i macchinari usati per riconfezionare i presidi sanitari scaduti. Immediati i sigilli del magazzino e di tutta la merce all’interno. Complessivamente sono 30 mila le confezioni requisite per un valore di 150 mila euro.
Diecimila, invece, i pezzi ritirati dai Nas tra il San Timoteo di Termoli, il Cardarelli di Campobasso ed il Vietri di Larino. Il titolare delle due imprese e l’agente di commercio sono stati denunciati per frode e vendita di dispositivi sanitari contraffatti e pericolosi per la salute pubblica. Le persone iscritte sul registro degli indagati sono, al momento, quattro, ma l’inchiesta è tuttora in corso. In particolare i Nas sono impegnati a capire come l’imprenditore sia riuscito ad acquistare i prodotti non più buoni e poi venderli all’Asrem del Molise a prezzi superiori a quelli originari.