LARINO _ Come è possibile ormai notare da diverso tempo nei pressi del cimitero comunale di Larino, c’è una zona interessata dai lavori che appare quasi una discarica abusiva di materiali di risulta. Si tratta di un’ area di proprietà del Comune affidata alla ditta Sammartino Costruzioni attraverso una procedura tutt’altro che trasparente, come lo testimoniano gli avvisi di conclusione delle indagini che la Procura di Larino ha emanato nei confronti del sindaco Guglielmo Giardino, gli assessori Giovanni Lapenna, Massimo Starita, Giulio Pontico e Clemente Pascarella, il responsabile della struttura dei Lavori pubblici, l’architetto Andrea Vitiello e il geometra comunale Roberto Nucci ai quali viene contestato il reato di abuso d’ufficio. Il progetto assegnato all’impresa (senza gara pubblica) prevede la costruzione di loculi, gestiti dalla stessa, di un ampio parcheggio e di un chiosco per la vendita di fiori la cui gestione per i primi quattro anni sarà della ditta, con la possibilità di darlo in affitto annuale ad un prezzo stabilito pari a 8.000 euro.

Per la costruzione del parcheggio è necessario mettere in piano il suolo attraverso il deposito di “terra vegetale” ma a quanto pare quel materiale è di tutt’altra specie: calcinacci, mattonelle, mattoni, tegole, ferraglia. Il Movimento LARINascita vorrebbe capire se esiste un piano ambientale per la zona interessata e come è stato possibile certificare l’autorizzazione a un danno ambientale di questa portata.

Più di qualcuno afferma che il materiale di risulta possa provenire dalla demolizione della scuola Novelli alla quale ha provveduto la ditta Camardo. Secondo la legge lo smaltimento degli inerti da demolizione dovrebbe avvenire in tre fasi: a) operazioni preliminari (conferimento, spazzamento, cernita, raccolta e trasporto); b) operazioni di trattamento (trasformazione, recupero, riciclo, innocuizzazione); c) operazione di deposito temporaneo o permanente nel suolo e nel sottosuolo. Pertanto i materiali di risulta, derivanti da demolizioni, potrebbero essere interrati, al fine di consentire il riempimento per la costruzione di un immobile, e tale operazione, rientrante nella nozione di smaltimento, necessiterebbe dell’autorizzazione da parte della competente autorità: ex art. 21 del Decreto Ronchi. L’ente comunale, quindi il Responsabile Unico del Procedimento l’architetto Andrea Vitiello, ha controllato il registro e le bolle per lo smaltimento di quei materiali? Viene da chiedersi, se fosse vero che la ditta Camardo non ha conferito i materiali in discarica, risparmiando sui costi di smaltimento, e che la ditta Sammartino Costruzioni non ha dovuto acquistare i materiali per il riempimento dell’area dei lavori al cimitero, chi ci ha guadagnato?

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