TERMOLI _ Sequestri e sanzioni in materia di pesca. Nella “rete” dei Finanzieri di Mare di Termoli sono finite cinque persone di origine pugliese, di cui tre sorprese mentre erano intente alla pesca subacquea sportiva. Secondo un copione ormai collaudato nel tempo, hanno operato in stretta sinergia mezzi navali e pattuglie automontate, al fine di imprimere massima incisività all’azione di servizio nel suo complesso.
In tale ambito, i Militari della Sezione Operativa Navale sono intervenuti con due autovetture e con il B.S.O. 229 – unità navale che consente un attento monitoraggio tra le scogliere frangiflutti – nei pressi della foce del fiume Sinarca, dove hanno individuato e bloccato tre persone, mentre erano intente alla pesca subacquea sportiva dei ricci di mare (c.d. echinoidi). Alle stesse, venivano contestate violazioni inerenti la cattura di esemplari di riccio per quantità superiori a quelle consentite dalle vigenti normative. Gli echinoidi pescati di frodo, infatti, erano stati sottratti all’ambiente marino: i Finanzieri, dopo il sequestro di rito, li hanno prontamente restituiti all’habitat naturale. Nella stessa circostanza, venivano sorprese e verbalizzate altre due persone, sempre di origine pugliese, per violazione alla disciplina sulla pesca marittima subacquea. Le operazioni di sequestro hanno riguardato anche le attrezzature utilizzate per l’illecita attività: tre mute, un apparecchio di respirazione, un erogatore, tre paia di pinne e una cintura munita di piombi, ed altri minuti e specifici attrezzi. Le sanzioni amministrative all’uopo comminate ammontano, nel massimo, ad euro 24.000. Stroncata sul nascere, quindi, un’altra aggressione alle risorse marine del litorale bassomolisano, grazie ad interventi lesti e tempestivi, attuati senza soluzione di continuità dal Finanzieri di Mare, secondo turnazioni pianificate ad hoc nell’arco delle 24 ore ed in qualsiasi giorno della settimana dal Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Campobasso. Servizi attenti e capillari, che hanno consentito di erigere un vero e proprio sbarramento a tutela della legalità, con particolare riguardo alle attività di polizia marittima e tutela delle risorse marine. Negli ultimi tempi, infatti, il litorale molisano ha rappresentato un ambito ‘territorio di caccia’, troppo spesso in palese contrasto con le norme regolanti il comparto della pesca. I servizi in argomento, proseguiranno senza soluzione di continuità in un’ottica di prevenzione e tutela delle risorse faunistiche e marine, cui si associa un’attenta e professionale vigilanza in materia di polizia marittima e di navigazione in genere, anche al fine di acquisire spunti info-investigativi, forieri di successivi sviluppi nelle indagini di pertinenza istituzionale.