Nicola Felice
TERMOLI – Quale sanità nel Basso Molise? Questo il tema dell’incontro svoltosi ieri pomeriggio a Termoli, presso il Cinema Oddo, a cui ha preso parte il Presidente della Regione Molise Paolo Di Laura Frattura. Il presidente del Comitato Nicola Felice ha aperto il dibattito pubblico iniziato alle 15.30 davanti ad un folto pubblico rappresentato per lo più da medici del Basso Molise, operatori sanitari, amministratori regionali e comunali, cittadini. Nella sua lunga relazione introduttiva, Felice ha illustrato in dettaglio l’attuale situazione in cui versa la sanità del Molise con particolare riferimento al San Timoteo e Vietri. 

Questa la relazione di Felice: 
Tra gli obbiettivi che il Comitato San Timoteo si è preposto con la sua costituzione vi è quello di prestare particolare attenzione alle problematiche sanitarie ed alla qualità della vita dei cittadini dei Comuni del Basso Molise
. Da tempo si parla di riorganizzazione della sanità regionale, di stesura di un nuovo Piano Sanitario Regionale 2012-2015, dei piani operativi, aziendali e quant’altro richiesto per raggiungere gli obbiettivi sanitari ed economici disposti dalle leggi vigenti. E’ arcinoto che la nostra Regione sin dal 2007 ricade tra quelle sottoposte al rientro del deficit sanitario e, pur essendo trascorsi già sei anni dal relativo accordo con i Ministeri della Salute e dell’Economia e Finanze, ancora oggi l’obiettivo non è stato raggiunto, anzi il deficit è peggiorato, nonostante i tagli applicati e i sacrifici cui sono stati sottoposti i cittadini. Conseguentemente il Molise risulta ancora commissariato dal Governo centrale, con l’attuale Presidente Frattura quale Commissario ad acta, affiancato dal sub commissario Dr. Nicola Rosato.

Va rilevato il risultato non positivo incassato nell’ultimo incontro del 16 luglio u.s. con il “famigerato” tavolo tecnico, in cui si è avuta la conferma e l’aggravamento di tutte le criticità già rilevate in precedenza, tra cui: · un deficit all’anno 2013 di 87,7 milioni di €, ben lontano dall’obbiettivo di rientro, presentando per l’anno 2012 un disavanzo dell’8,9% di molto superiore alla soglia limite del 5% per uscire dall’obbligo del piano di rientro e quindi poter eliminare le ulteriori maggiorazioni delle aliquote fiscali e addizionali regionali. Considerando anche il deficit degli anni precedenti, si arriva al 17.9% di disavanzo. 

Anche per l’anno 2013 continua il trend negativo, e si prevede un ulteriore deficit di 18 milioni di € che si aggiungono ai precedenti 87,7 milioni di €; · Il richiamo all’obbligo di sottoscrizione di tutti gli atti e documenti, necessari per l’attuazione del piano di rientro, oltre che dal Commissario anche dal sub commissario Dr. Nicola Rosato di nomina ministeriale; diversamente essi saranno ritenuti non validi (mancanza di fiducia da parte dei tecnici ministeriali?). · Il richiamo a rivedere il Piano Sanitario Regionale 2013-2015 nella riorganizzazione della rete ospedaliera non risultando chiari i meccanismi di attribuzione dei posti alle strutture pubbliche, ma ancor più a quelle private, inficiata da inadeguata metodologia di determinazione del fabbisogno. 

La richiesta di modifiche ed integrazioni del P.O. 2013-2015 adeguandolo ai rilievi sollevati in fase di incontro ( doveva essere presentato entro il 10 settembre u.s). Il raggiungimento dell’obbiettivo di rientro del deficit non è più procrastinabile, diversamente perdurerà il blocco del tur-nover con il divieto di nuove assunzioni di personale e il perdurare dei disagi al personale e alle prestazioni dei servizi ai cittadini, il tutto da tempo ben pubblicizzati dalla stampa, radio e Tv locali. Non meno importante è l’obbligo da parte della Regione Molise, fino al rientro del deficit, di applicare le maggiorazioni delle aliquote fiscali e addizionali alle aziende ed ai cittadini molisani, con il conseguente e palese danno sull’intera economia regionale.

Il fallimento della Sanità regionale, infine, potrà essere talmente dirompente da mettere in discussione, da sola e senza bisogno di altre concause che pure emergono dalla realtà socioeconomica molisana, la tanto proclamata autonomia, di cui a giorni ricorre il 50° anniversario. In tale quadro, che definire fosco e drammatico è poco, si continua ad assistere al caos imperante nel settore sanità: emanazione di atti, decreti di nomina, ricorsi ed appelli alla giustizia amministrativa (TAR, Consiglio di Stato), pareri, confronti e scontri che interessano anche le alte sfere politiche ed amministrative (Regione, A.S.Re.M, Ministeri, ecc.). Un fatto è certo: non si prospetta nulla di buono per il futuro della nostra Regione. Nulla è dato sapere sullo stato degli atti e documenti richiesti nell’ultimo incontro con i tecnici ministeriali. L’impressione è che si continua a “campare” alla giornata. L’ultima novità, non certamente positiva visto quanto sopra, è stata la recente pubblicazione sul sito ufficiale della Regione Molise del Decreto n° 8 del 20 marzo 2013 del Commissario ad acta, Dr. Filippo Basso, che approva il Piano Sanitario Regionale 2013-2015, preludio questo di una imminente pubblicazione sul B.U.R. della Regione Molise e quindi della sua entrata in vigore.

Da un esame dei dati, relativi alla riorganizzazione della rete ospedaliera, riportati nelle tabelle si osserva: 1. L’Area 1 (Molise Centrale) con una popolazione del 40% circa di quella regionale, presenta un’alta concentrazione di strutture ospedaliere pubbliche (Cardarelli), private accreditate (Fondazione G.P.II°, Villa Maria, Villa Ester) con altrettanta elevata dotazione di posti letto acuti, sia allo stato attuale con 4, 17×1000 abitanti, perdipiù incrementata a 4,34×1000 abitanti nel PSR 2013-2015. Dotazioni di molto superiore a 3,0×1000 abitanti disposta dal SSN. Si rileva tra l’altro che l’ulteriore incremento è a tutto vantaggio delle strutture private, poiché per l’ospedale Cardarelli la dotazione di posti letto resta quasi invariata. Risulta che le strutture private Villa Maria e Villa Ester (per la quasi totalità) e la Fondazione G.P. II° ( per oltre il 60%) sono a servizio dei molisani dell’area Molise Centrale, quindi concorrenti se non proprio doppioni dell’ospedale Cardarelli.

2. L’Area 2 (Alto Molise) con una popolazione del 28% circa di quella regionale con la presenza di strutture pubbliche (Veneziale, SS Rosario, Caracciolo) e private (Neuromed) ha una dotazione di posti letto acuti attuale di 2,51×1000 abitanti, aumentata a 2,78×1000 abitanti nel PSR 2013-2015, inferiore a quella indicata dal SSN. La Neuromed presta i suoi servizi nella quasi totalità a cittadini extraregionali, pochi sono i cittadini della regione che ne beneficiano. 3. L’Area 3 (Basso Molise), con una popolazione del 32% circa, presenta solo strutture pubbliche (San Timoteo, G. Vietri) con una dotazione attuale di posti letto pari a 1,93×1000 abitanti, addirittura diminuita a 1,36×1000 abitanti nel PSR 2013-2015. Dotazione di molto inferiore 3,0×1000 abitanti disposta dal SSN. 4. Allo stato attuale il 32,8% dei posti letto risultano assegnati alle strutture private accreditate che aumenta al 38,5% nel PSR 2013-1015, tutto a discapito delle strutture pubbliche che passano dal 67,2% dello stato attuale al 61,5% del PSR, soprattutto a danno degli ospedali dell’Area Basso Molise (San Timoteo e G. Vietri). 5. Nel PSR 2013-2015 si prevede di raggiungere il valore di posti letto per acuti disposto dal SSN di 3,0×1000 abitanti penalizzando ulteriormente solo il settore pubblico.

Approfondendo l’esame del PSR si scoprirebbe poi che per il Polo San Timoteo-Vietri verrebbero a scomparire letteralmente intere Unità ospedaliere. Domanda : Dove è la logica in tale disegno ? Quale è la strategia di un PSR che tanto palesemente penalizza l’area bassomolisana e che non solo pare volutamente ignorare per essa tutti i parametri di legge, ma che altrettanto palesemente non considera l’intero suo contesto socio-economico, territoriale, geografico ed antropologico ? Inoltre va evidenziato che sin dal 2007 ad oggi gli interventi proposti: tagli dei posti letto (nella quasi totalità) alle strutture pubbliche, ticket, maggiorazioni delle aliquote fiscali e addizionali regionali, ecc., non hanno avuto l’effetto sperato. Diversamente si riscontra che: · il deficit sanitario non solo non è stato eliminato ma è cresciuto; · sono aumentati i disagi e le difficoltà per il personale sanitario che opera nelle strutture pubbliche; · sono cresciuti i disservizi ai cittadini; continua a crescere la percentuale dei posti letto assegnati alle strutture private che addirittura con il PSR 2013-2015 arriva al 38,5% a danno di quella pubblica, mentre in tutte le altre regioni italiane è sempre inferiore al 20%.

Questo quasi a certificare nel Molise il fallimento del servizio sanitario pubblico per poter spianare la strada a quello privato: il cittadino non più utente, ma cliente. Il grave è che tale certificazione arrivi proprio dall’Istituzione pubblica, Ente Regione, che in pratica certifica la propria incapacità a gestire la sanità pubblica. · la mobilità passiva extraregionale non è diminuita, in particolare con la confinante Regione Abruzzo risulta del 29% per i ricoveri e del 35% per i servizi ambulatoriali; come pure valori significativi si riscontrano per la Regione Puglia. Questo non può che indurre a cambiare necessariamente l’indirizzo programmatico finora seguito. Dai dati riportati è evidente l’accanimento verso il Basso Molise , iniziato sin dal 2007. Ciò ormai è inaccettabile per tantissimi motivi, tra cui: · nel Basso Molise sono presenti solo ospedali pubblici, che hanno subito e continuano a subire tagli indiscriminati di posti letto e unità operative, diminuzione di personale addetto, ecc.; · esso presenta oltre il 32% della popolazione molisana, che nella stagione estiva, con la presenza di turisti e vacanzieri, supera di ben oltre i 150.000 abitanti; · presenta il più grande ed importante Nucleo industriale della Regione, con l’insediamento anche di aziende con attività a rischio; · presenta l’unico porto regionale con le attività lavorative ad esso collegate ; è centro e snodo delle più importanti arterie di comunicazione regionale ecc., con un contesto socio-economico che non è paragonabile e non ha riscontro con nessun’ altra realtà regionale.

Tanto rilevato, il Comitato intende collaborare, senza pregiudizi e preconcetti, e confrontarsi con gli organi istituzionali preposti alla programmazione sanitaria per raggiungere l’obiettivo di una buona sanità anche per i cittadini del Basso Molise. In particolare, nell’ambito della riorganizzazione della rete ospedaliera regionale e pur nell’ottica della razionalizzazione dei servizi, riteniamo per il nostro territorio di dover perseguire, giudicandoli obiettivi minimi conseguibili: · il potenziamento e l’ottimizzazione delle strutture e dei presidi sanitari attualmente esistenti; · il rispetto dei parametri di legge del SSN, soprattutto nel rapporto posti letto/ popolazione (attualmente disatteso), pur differenziando i ruoli delle strutture presenti, per assicurare efficienza ed efficacia; Riteniamo condivisibile credere che potenziare il polo sanitario del Basso Molise , o per meglio dire evitare che la mannaia dei tagli si abbatti come ipotizzato, non può che portare benefici sia nella prestazione dei servizi ai cittadini che sotto l’aspetto economico, poiché tale scelta non può che far crescere la mobilità attiva extraregionale, attraendo cittadini delle due regioni limitrofe, Abruzzo e Puglia, ma soprattutto farà diminuire l’attuale mobilità passiva con quelle stesse regioni.

Diversamente, continuare a penalizzare le strutture attualmente esistenti, accentrando ancora verso quelle pubbliche e private presenti nell’area del Molise centrale, credendo che nulla cambi per i cittadini di Termoli e dei Comuni del Basso Molise, è pia illusione se non pura follia, mentre si commette un gravissimo errore sia sociale che economico con ricadute negative sull’intera collettività regionale. E’ superfluo far rilevare che l’unica vera arteria stradale di collegamento tra il Basso Molise e l’area centrale, è la “Bifernina” (ormai poco più di una interpoderale a confronto con vere arterie stradali), che non garantisce affatto una tranquilla viabilità. Per raggiungere il polo ospedaliero di Campobasso occorrono non meno di 50 minuti, tenuto conto del traffico veicolare da sopportare sia nella stagione estiva che cresce per i vacanzieri e turisti pendolare diretti sulla costa, che nel periodo invernale per la presenza degli eventi atmosferici con neve, ghiaccio e nebbia. Con lo stesso tempo di 50 minuti, i cittadini del Basso Molise, in alternativa e con strade decisamente migliori (Autostrada A14 e SS 16), possono raggiungere, con maggiore tranquillità, altre strutture e poli sanitari pubblici e privati dell’Abruzzo (Pescara, Chieti, Vasto) e della Puglia ( S. Giovanni Rotondo, Foggia).

Si lascia all’intelligenza di tutti immaginare quale sarà la scelta da parte dei cittadini dei Comuni di questo territorio. Di conseguenza, il non potenziamento del polo sanitario del Basso Molise significherà far crescere la mobilità passiva extraregionale, far diminuire ancor più quella attiva, con il risultato certo dell’aumento del deficit sanitario e dei disagi per i cittadini. Ormai non è più procrastinabile il rientro del deficit sanitario, una zavorra per l’intera economia regionale (soprattutto per quelle aree a vocazione produttiva come il territorio bassomolisano) che con le maggiorazioni delle aliquote fiscali, ticket e addizionali varie scoraggia l’insediamento di nuove aziende, il tutto a vantaggio delle regioni limitrofe che già da tempo hanno superato queste criticità. Ma se il rientro è un obbligo ineluttabile, esso non può non essere accompagnato da una strategia di politica sanitaria che, pur partendo dalla necessaria razionalizzazione, costruisca un futuro di qualità ed efficienza. Una tale strategia, allo stato, non è ravvisabile. Diversamente sarà difficile l’uscita dalla crisi che da anni ci attanaglia e tristemente si andrà a decretare il fallimento della nostra Regione.

Concludendo, il Comitato rimarca la disponibilità a qualsiasi collaborazione, con correttezza e nel rispetto dei ruoli, ma nello stesso tempo segnala la estrema determinazione a intraprendere ogni iniziativa ed azione a salvaguardia della salute anche dei cittadini di Termoli e dei Comuni del Basso Molise. Il Comitato ritiene pertanto necessario e raccomanda di provvedere principalmente e con immediatezza quanto segue: 1. Non pubblicare sul B.U.R. della Regione Molise il Decreto n° 8 del 20 marzo 2013 del Commissario ad acta, Dr. Filippo Basso, che approva il Piano Sanitario Regionale 2013- 2015, Decreto n° 8 del 20 marzo. 2. Revisione dello stesso P.S.R. tenuto conto che è stato già osservato negativamente dai tecnici ministeriali negli incontri per analizzare il piano di rientro del deficit sanitario. Perseverare significherebbe solo una ulteriore perdita di tempo, oltre a generare ricorsi che certamente saranno inoltrati agli organi giudiziali. 3. Il Piano revisionato, con atti e programmi conseguenziali, per quanto riguarda la rete ospedaliera, dovrà in primis riequilibrare i posti letto da assegnare alle strutture pubbliche ed a quelle private accreditate (attualmente fortemente in favore di queste). Assegnare le unità operative e i posti letto, quanto più rispondenti al parametro 3,7 posti letto per 1000 abitanti, alle strutture pubbliche e private accreditate presenti nelle tre aree territoriali, applicando oggettivi criteri amministrativi e scientifici dettati esclusivamente dalle esigenze e peculiarità dei territori. 4. Soluzione immediata al blocco del tur-nover, riprendendo la richiesta di deroga già inoltrata, ai Ministeri della Salute e dell’Economia e Finanze, dai precedenti Commissari ad acta. Richieste di deroga che, unitamente a quelle dei tecnici ministeriali, per le quali non è dato sapere i motivi che hanno indotto la struttura commissariale a non darvi più seguito. La risoluzione al blocco del tur-nover consentirà, con nuove assunzioni, di ridurre i disagi al personale attualmente in servizio, oltre e soprattutto a migliorare i servizi ai cittadini.

ing. Nicola Felice
Presidente Comitato San Timoteo

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