cfbstrisceTERMOLI – Polizia municipale controlla i tavolini in centro a Termoli durante la cena e con i locali pieni di gente scatenando l’ira dei gestori dei locali. E’ polemica a Termoli tra i titolari di pizzerie e ristoranti della “piazzetta” dove, qualche sera fa, i Vigili si sono presentati per verificare la disposizione dei “dehors” e lo spazio occupato rispetto a quello previsto dal regolamento comunale.


Gli agenti, nonostante i clienti stessero cenando, non si sono fermati con le misurazioni creando malumori e soprattutto le proteste degli esercenti.
Le verifiche, sono proseguite per gran parte della serata e si sono concluse con una serie di verbali a “pioggia” a partire da 170 euro circa.  

Negli ultimi tempi i Vigili urbani hanno raddoppiato se non triplicato i verbali alle auto in sosta in centro tanto che in molti preferiscono evitarlo come la peste. Sostare negli stalli tra corso Fratelli Brigida, Vittorio Emanuele III ed il Belvedere del porto significa rischiare il verbale se non si ha dietro un’agenda elettronica con tanto di suoneria che avvisi sugli orari e giorni di sosta. Una stessa strada nella prima metà c’è il divieto di posteggio per spazzamento della strada di lunedì e la seconda parte il mercoledì per cui se non ci si ricorda bene date e orari, la multa è assicurata anche sulle strisce bianche. 

L’arrivo degli agenti che firmano una raffica di verbali a coloro che dimenticano le vetture nei giorni di divieto per spazzamento è ormai un triste rituale quotidiano ma non sembra essere tale per gli agenti che, a frotte, raggiungono le aree lasciando una miriade di fogli rosa. Stessa situazione sul lungomare nord di Termoli dove non c’è il divieto per spazzamento ma la carenza di posteggi determina comunque il verbale. Raggiungere il lungomare nord della città e trascorrere una tranquilla giornata in spiaggia è diventato quasi un miraggio, un’utopia soprattutto per chi ha bimbi di pochi anni al seguito. 

La mancanza di parcheggi e l’aumento a dismisura delle multe da parte della Polizia, stanno convincendo i più ad evitare tali zone, divenute una sorta di “campo minato” utili per rimpinguare le casse comunali. 

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