
Per l’Italia dei Valori, allo stesso modo, è in campo nientepopodimeno che Giuseppe Caterina. Evidentemente, tanto il PdL quanto IdV ritengono che la scelta giusta per Termoli sia quella di impostare una trattativa tra i segretari di partito (di Isernia). Costruire democrazia, al contrario, è impegnata con i suoi rappresentanti termolesi a costruire una proposta programmatica per la città, un accordo civico che metta al centro i cittadini termolesi e non le sigle di partito, tanto più che spesso si tratta di simboli vuoti, privi di contenuti e di elettori. Costruire democrazia parla alle forze sociali e non accetta che a parlare e decidere siano i segretari di partito, vuole costruire un progetto politico che parte da Termoli e guarda alle prossime regionali coinvolgendo le forze sociali e produttive, le realtà ecologiste, le associazioni ambientaliste.
Lo faremo a partire dall’assemblea cittadina di sabato pomeriggio a Termoli. Un programma chiaro, lineare, comprensibile che si fonda su poche semplici parole d’ordine: sì al turismo e no alla centrale nucleare, sì all’ambiente e no alla devastazione del territorio, sì allo sviluppo dell’agroindustria e no alla svendita del patrimonio industriale per fini energetici, sì alla cultura e no all’occupazione clientelare e familistica delle poltrone. Costruire democrazia è un movimento politico alternativo a Michele Iorio. Siamo nati per rappresentare una alternativa politica ad uno schieramento dove a decidere è sempre e solo una persona: che si tratti di scegliere il candidato sindaco di Termoli, di dove localizzare una centrale Turbogas, di dove mandare i soldi pubblici del terremoto, a decidere è sempre e solo Michele Iorio. Per questo rivolgiamo un appello alle forze politiche, alle associazioni, ai cittadini termolesi di destra e di sinistra che non vogliono più subire imposizioni, di partecipare e contribuire a costruire un progetto politico civico alternativo al modo di intendere la cosa pubblica di Michele Iorio.
E’ davvero triste, ciò detto, verificare l’ambiguità dell’IdV: da un lato Antonio Di Pietro, nel commentare la vittoria di Vendola in Puglia (peraltro dopo averlo avversato per cinque anni), parla di “vittoria dei cittadini sugli schemi preconfezionati delle logiche di partito e della partitocrazia, una vittoria sulla politica del doppio forno e sulle logiche che sviliscono la politica portandola a livello di un Risiko”. Dall’altro, nella sua terra, pratica esattamente il contrario: ossia proprio quelle logiche dei tavoli di partito dai quali Costruire democrazia viene escluso in quanto movimento e non partito. E noi che pensavamo che anche IdV custodisse un’anima movimentista!
Ci sembra che le idee nel nostro ex partito siano alquanto confuse. E in questo senso, non abbiamo né grandi nostalgie né alcun complesso di esclusione: il politichese non ci apparteneva allora e non ci appartiene oggi. Andiamo avanti su un progetto civico che guarda al futuro. A partire da Termoli”.