Le due badanti potrebbero aver inferto entrambe una coltellata all’anziano con due “armi” diverse. Entrambe ora sono rinchiuse nel carcere di Chieti

Ururi
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URURI _ Sull’omicidio di Antonio Cammisa di Ururi la Procura della Repubblica di Larino, dopo due giorni di silenzio, con una nota ha ricostruito i fatti di sangue svoltisi nell’abitazione del pensionato di via Media, vicino al Comune. 

Verso le ore 00.30 del 18 aprile 2010, a seguito di una richiesta d’intervento da parte di una badante, i Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile di Larino e della locale Stazione, intervenivano presso un’abitazione sita in Ururi, dove si era verificato un accoltellamento di un anziano _ hanno dichiarato gli inquirenti _. Giunti sul posto i militari accertavano che nell’abitazione in questione vi era un anziano riverso per terra esanime con varie ferite sul corpo.
Scattavano immediate e serrate indagini, dirette e coordinate dal Dr. Luca Venturi, coadiuvato dalla Dr.ssa Arianna Armanini, entrambi sostituti Procuratori della Repubblica presso il Tribunale di Larino, che, protraendosi fino a tarda notte, attraverso l’esame delle varie testimonianze e rilevamenti tecnici, consentivano di raccogliere gravi indizi di colpevolezza nei confronti di due badanti rumene, S.M. 32enne e T.I. 26enne, a carico delle quali il Sost. Proc. della Repubblica Dr. Luca A.D. VENTURI emetteva decreto di Fermo del Pubblico Ministero. Il provvedimento veniva immediatamente eseguito dai militari operanti e le prevenute venivano tradotte ed associate presso la Casa Circondariale di Chieti, a disposizione dell’Autorità giudiziaria”. 

Dunque le principali indiziate dell’omicidio del pensionato sono proprio le due ragazze rumene che da breve tempo avevano conosciuto il vecchietto e vivevano in casa sua.

Secondo testimonianze raccolte, una delle due straniere sembrerebbe aver confessato. La sera dell’omicidio le stesse prima del rientro a casa, sempre secondo dichiarazioni raccolte ad Ururi tra i vicini di casa di Cammisa, le due avrebbero attirato le attenzioni dei passanti in quanto protagoniste di “performance oscene”. 

Sulla base delle indagini potrebbero essere entrambe ad aver inferto i due colpi mortali ad Antonio Cammisa. Sono infatti due le armi del delitto: un coltello ed una forbice.

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