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TERMOLI _ Sindaco ed ex Giunta comunale dovranno affrontare il processo per la sanatoria decisa nel palazzo di contrada Mucchietti costruito dall’imprenditore Iula di Termoli.Siamo assolutamente sereni, abbiamo agito nel rispetto della norma e della legge sul Piano casa. La nostra attività ha riguardato l’acqusizione di un’area verde relativa al cambio di destinazione d’uso”. Ha commentato così il sindaco di Termoli la decisione del Gup di Larino di rinviare al processo l’esecutivo del 2011 della città unitamente all’allora dirigente all’urbanistica Di Vito.

Le accuse a carico degli esponenti dell’esecutivo sono: falso ed abuso d’ufficio. I fatti riguardano l’immobile già finito nel mirino della Procura di Larino e posto qualche anno addietro sotto sequestro. L’ex Giunta Di Brino, con delibera, ha acquisito un’area verde e provveduto al cambio di destinazione d’uso dello stabile. Tale operazione è stata “censurata” dagli inquirenti in quanto quell’immobile era gravato da provvedimenti giudiziari preesistenti al momento dell’acquisizione dell’area verde.

La Giunta Di Brino, inoltre, non revocherà il provvedimento di sanatoria del palazzo di Contrada Mucchietti. Il palazzo, costruito dall’imprenditore Iula, con il Piano casa è stato oggetto di una delibera comunale di acquisizione dell’area verde e di un cambio di destinazione d’uso dello stabile che da residence è stato trasformato in immobile ad uso civile. Sulla vicenda l’esecutivo comunale non sembra avere alcuna intenzione di tornare sui propri passi. Anzi. Conferma in pieno il provvedimento firmato.

Tutto iniziò nel 2000 allorquando i costruttori proprietari di quell’area situata di fronte al Palazzetto dello sport, vicino il nuovo ospedale, chiesero la riqualificazione della zona perchè fossero stabiliti i limiti previsti dal Prg. Il Tar Molise gli diede ragione e nominò un commissario ad acta il quale procedette alla riqualificazione del terreno che da verde divenne edificabile. Un bel “salto in avanti” quello ottenuto dai proprietari dell’area che a questo punto andarono spediti verso la lottizzazione. E così fu. Sulla base di quell’atto e di un progetto guardacaso già pronto, l’impresa ottenne il permesso di costruire con il limite, però, di dover realizzare un immobile destinato ad attività ricettive e di ristoro. Nell’arco di un anno e mezzo circa il fabbricato fu realizzato in conformità ai dettami dei giudici amministratori molisani. A conclusione degli interventi ed a palazzo finito, però, qualcosa è andato diversamente.

L’impresa, infatti, vendette le unità immobiliari come appartamenti vanificando in tal modo la previsione di base per la quale i costruttori erano stati autorizzati a realizzare il fabbricato. Gli atti di vendita furono effettuati da più notai della città. Non tardò, a quel punto, l’intervento della Procura di Larino che aprì inchiesta indagando i costruttori avendo ravvisato la violazione della destinazione d’uso dello stabile. Gli stessi inquirenti decisero anche il sequestro gli appartamenti non ancora venduti. Trascorsi alcuni anni dall’indagine della Procura di Larino, è oggi intervenuto il Piano casa.

Con tale normativa l’impresa si è messa in regola per cui pur con dei limiti, ha potuto modificare quella che era la destinazione originaria del fabbricato. Proprio il giorno prima della caduta dell’Amministrazione Greco, l’impresa ha effettuato la Dia sulla base delle previsioni sul Piano casa. Decorsi i termini senza che da parte del Commissario prefettizio che era stato nominato nel frattempo, a seguito della fine del mandato politico-elettorale del notaio, la costruzione potrebbe aver assunto i crismi della legittimità. Su questa base si è inserita la delibera di Di Brino che ha autorizzato l’ufficio tecnico a stipulare un contratto per la cessione da parte dell’impresa di aree perchè il fabbricato a seguito della Dia posta in essere aveva acquisito suscettibilità residenziale ovvero era già avvenuta la trasformazione da residence ad unità immobiliari.

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