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TERMOLI _ La portavoce di Costruire Democrazia Erminia Gatti, consigliere del comune di Termoli, replica alle dichiarazioni rilasciate nei giorni scorsi dal senatore Ulisse Di Giacomo. “Apprendo dalla stampa che Ulisse Di Giacomo, coordinatore del Pdl molisano, intende “esportare il modello Di Brino in tutto il Molise”. C’è da chiedersi se è una minaccia, o più semplicemente uno scherzo per stemperare l’atmosfera cupa che regna in casa Pdl ultimamente.

Cosa sarebbe, esattamente, il modello Di Brino? E’ forse l’imposizione unilaterale di un sindaco da parte dei vertici regionali, che incidentalmente non sono neppure espressione dello stesso territorio che si impegnano ad occupare, tra i mugugni degli stessi alleati? O, forse, è il modello di un sindaco a cui si offrono, in mancanza del necessario, spontaneo consenso civico e di partito, ben dieci liste collegate (per intenderci, circa 300 candidati consiglieri) senza che questo sia sufficiente per vincere al primo turno, nonostante la somma delle liste superi il sessanta per cento?

Il percorso che ha condotto alla candidatura di Antonio Di Brino è stato costellato da dissapori eclatanti, dure prese di distanza da parte di rilevanti esponenti del centrodestra termolese, addirittura dalla spaccatura del Pdl che ha espresso due candidati sindaci (il coordinatore Di Giacomo mi insegna che Remo Di Giandomenico è esponente di spicco dei Popolari Liberali, fondatori e parti integranti del PdL). Se questo è il modello, sorge più di qualche interrogativo. Per esempio, suggerirei a Di Giacomo di chiedere al fido collega Velardi cosa ne pensa, visto che all’indomani della faticosa vittoria ottenuta da Di Brino dichiarava: “C’è grande soddisfazione, ma non più candidature dall’alto. Io, per cultura non rinnego mai il passato: è vero, non ci piaceva questa imposizione dall’alto, ma ci è stato promesso che non ce ne saranno altre e noi adesso vigileremo perché non accada più che una persona venga selezionata dai vertici. Questo, è chiaro, non deve suonare come una minaccia, ma mi sento di promettere che saremo molto attenti che l’impegno venga rispettato”.

La posizione dell’Adc, poi, si commenta da sola, con gli attriti in fase di investitura del candidato su Termoli, per terminare con il clamoroso abbandono della Giunta regionale. Sia chiaro, se il senatore intende esportare questo modello in tutto il Molise, non possiamo che sentircene sollevati, ma ho idea che le attuali difficoltà nel Pdl abbiano interferito sulla sua lucidità. D’altra parte, solo con il nervosismo dell’uomo si spiega, ad esempio, un intervento scomposto e pesante come quello lanciato contro il programma di Alternativ@. C’è da comprenderlo: abituato com’è a stare all’ombra di un unico imperatore, confonde le ammucchiate con le alleanze, le chiacchiere con le idee di programma. Se accetta il consiglio, vorrei suggerire a Di Giacomo di riposarsi un po’: le elezioni sono ancora lontane, mentre i problemi della maggioranza e i disastri del suo governo, dalla sanità, all’economia passando per l’occupazione, sono, purtroppo, drammaticamente attuali”