TERMOLI _ Questa settimana molti vescovi hanno fatto sentire la loro voce in vista dei prossimi appuntamenti elettorali, a partire dal cardinale Bagnasco che ha ricordato che “l’evento del voto è un fatto da non trascurare; esso avviene sulla base dei programmi sempre più chiaramente dichiarati e assunti dinanzi all’opinione pubblica, e rispetto ai quali la stessa opinione pubblica si è abituata ad esercitare un discrimine sempre meno ingenuo, sottratto agli schematismi ideologici e massmediatici. C’è una linea ormai consolidata che sinteticamente si articola su una piattaforma di contenuti che chiamiamo ‘valori non negoziabili’. Essi sono: la dignità della persona umana, incomprimibile rispetto a qualsiasi condizionamento; l’indisponibilità della vita, dal concepimento fino alla morte naturale; la libertà religiosa e la libertà educativa e scolastica; la famiglia fondata sul matrimonio fra un uomo e una donna.

È solo su questo fondamento che si impiantano e vengono garantiti altri indispensabili valori come il diritto al lavoro e alla casa; la libertà di impresa finalizzata al bene comune; l’accoglienza verso gli immigrati, rispettosa delle leggi e volta a favorire l’integrazione; il rispetto del creato; la libertà dalla malavita, in particolare quella organizzata. Si tratta di un complesso indivisibile di beni, dislocati sulla frontiera della vita e della solidarietà, che costituisce l’orizzonte stabile del giudizio e dell’impegno nella società”. Questo richiamo è stato ripreso dai vescovi dell’Emilia Romagna e anche da quelli della Liguria.

In sintonia con quanto detto da Bagnasco, hanno spiegato che, seppure non sia compito loro fare nomi e dare indicazioni di voto, spetta a ognuno, in particolare a ogni elettore cattolico, ricordare che esistono dei valori che al momento del voto non possono essere elusi, dimenticati. Sono i valori scritti all’interno della dottrina sociale della chiesa, ovvero i valori inerenti la vita e la sua difesa. Perché una cosa deve essere chiara: “La coscienza cristiana rettamente formata non permette di favorire col proprio voto l’attuazione di un programma politico o la promulgazione di leggi che non siano coerenti coi valori sopraddetti, esprimendo questi le fondamentali esigenze della dignità umana”. I vescovi liguri hanno sottolineato lo stretto legame e la pari dignità che c’è tra la difesa della vita e la difesa dei diritti sociali, tra lo stupore di alcuni commentatori ai quali la cosa è apparsa strana o contrastante con quanto anticipato da Bagnasco. Ma è patrimonio consolidato della dottrina sociale della Chiesa questa visione complessiva e integrale dei diritti e della centralità della persona e della famiglia.

Tra i valori chiamati indispensabili c’è come una sorta di reciproca intrinseca inabitazione, per cui l’uno non sta in piedi senza l’altro, essendo ciascuno e tutti costitutivi di un ben definito orizzonte culturale. A quanti concretamente operano sulla scena politica si ricorda che la politica ha in sé qualcosa di nobile che richiede un approccio consono. Si situa qui l’idea alta di politica, una politica capace di rendere onore all’uomo in quanto uomo, capace di uscire dagli incatenamenti prodotti dall’egoismo e dalla ricerca esasperata del tornaconto e innalzarsi sul piano della politica vera. Questa è liberazione dalle ristrettezze mentali, dai comportamenti iniqui, dalle contiguità affaristiche per riconoscere al prossimo tutto ciò di cui egli ha diritto, e innanzitutto la sua dignità di cittadino.

Bisogna che, al di fuori delle vischiosità già intraviste e della morbosità per un certo accaparramento personale, si recuperi il senso di quello che è pubblico, che vuol dire di tutti e di cui nessuno deve approfittare, causando grave scandalo dei cittadini comuni, di chi vive del proprio stipendio o della propria pensione ed è abituato a farseli bastare, stagione dopo stagione. Forse tutto questo un pò c’entra anche con le elezioni comunali e nel nostro piccolo possiamo trarne utili insegnamenti. Ogni singolo voto, anche amministrativo, ha una valenza politico-culturale che non va disattesa, se non altro perché in prospettiva futura ha le sue inevitabili ricadute per la promozione o negazione di quei valori che ci stanno più a cuore.

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