TERMOLI _ La Dottrina sociale della Chiesa approva o disapprova l’energia nucleare? Prendiamo spunto da tre considerazioni: 1. La Santa Sede è tra i fondatori dell’AIEA, l’agenzia dell’ONU per l’energia nucleare e lo Statuto di questo organismo, accettato anche dalla Santa Sede quale membro fondatore, dice che l’energia nucleare è un diritto inalienabile per lo sviluppo economico e sociale. La posizione di membro fondatore dell’AIEA consente alla Santa Sede di seguire da vicino e di promuovere per il bene comune da un lato il processo di disarmo e la non proliferazione nucleare e, dall’altro, la ricerca e le possibili applicazioni pacifiche della tecnologia nucleare.

Ricordiamo che la Santa Sede ha sempre condannato l’uso militare dell’energia nucleare e, dando il proprio contributo ai Trattati di non proliferazione delle armi nucleari – armi di cui ha chiesto innumerevoli volte il progressivo smantellamento fino alla loro eliminazione totale -, ha anche ribadito ripetutamente la necessità di utilizzare in favore dello sviluppo dei paesi poveri le risorse energetiche che derivano dall’attuazione dei trattati sul disarmo nucleare.

2. Questa posizione è stata riaffermata recentemente da Benedetto XVI: «Le risorse in tal modo risparmiate possano essere impiegate in progetti di sviluppo a vantaggio di tutti gli abitanti e, in primo luogo, dei più poveri». Segno inequivocabile che ad un chiaro no nei confronti dell’uso militare dell’energia nucleare non corrisponde un altrettanto no nei confronti del suo uso civile. I reattori nucleari costituiscono il solo mezzo per distruggere per sempre, convertendoli in energia, l’uranio e il plutonio che derivano dallo smantellamento delle testate nucleari.

3. L’apprensione per la sicurezza e la salute dell’uomo e del pianeta è più che legittima alla luce dei più o meno recenti disastri nucleari. Anche in questo caso è tuttavia necessario impostare correttamente il discorso e fissare con ragionevolezza i punti fondamentali di una ipotetica politica nucleare. Perché precludere l’applicazione pacifica della tecnologia nucleare? Assicurata la sicurezza degli impianti e dei depositi; regolati in maniera severa la produzione, la distribuzione e il commercio di energia nucleare, sembra vi siano i presupposti per una politica energetica «integrata», che contempli quindi, accanto a forme di energia pulita, anche l’energia nucleare. Da questi tre spunti concludiamo che la Dottrina sociale della Chiesa né assolutizza la scelta per l’energia nucleare, sposandola sempre e comunque, né la condanna irrimediabilmente come sbagliata.

Piuttosto essa la inserisce nella comune responsabilità dell’umanità a costruire il proprio progresso e futuro, nel rispetto non, come spesso si dice, dei diritti dell’ambiente, perché l’ambiente naturalisticamente inteso non ha diritti, ma dei diritti degli uomini, compresi i poveri di oggi e di domani e le generazioni future. Responsabilità, solidarietà, intenti pacifici, trasparenza, controllo e sicurezza, sviluppo integrato di diverse energie rinnovabili, ottimismo responsabile sulle capacità umane e nello stesso tempo realismo sui possibili inquinamenti dovuti agli interessi di parte e agli egoismi, collaborazione internazionale, sviluppo di authorities competenti e indipendenti politicamente, formazione ed educazione dei cittadini, lotta concorde e determinata all’uso militare del nucleare … come si vede un’agenda impegnativa ma, come oggi si dice spesso, “sostenibile”.

Il termine sostenibilità viene adoperato talvolta con un equivoco di fondo. L’unica sostenibilità che di solito si prende in esame è quella naturalistica, legata cioè agli equilibri naturali così come essi sono dal punto di vista della natura considerata in se stessa. Non sempre si tiene conto della sostenibilità umana. La natura non è la variabile indipendente e l’azione umana la variabile dipendente: il fallimento delle molteplici previsioni malthusiane e neomalthusiane lo hanno ampiamente dimostrato. L’agire umano non è solo e sempre lesivo della natura; se responsabile, esso può riequilibrare il rapporto uomo-natura su livelli di maggiore “sostenibilità”. Questa va sempre considerata nel rapporto uomo-natura, ove comunque la centralità spetta all’uomo che, nel piano di Dio, ne è l’unico responsabile destinatario.

La natura non è fine a se stessa, l’uomo sì. Certamente non bisogna essere ingenui. E la Dottrina sociale della Chiesa infatti non lo è. Il caso dell’Iran sta dimostrando drammaticamente quanto possano essere contigui tra loro il nucleare pacifico e il nucleare militare. Questa possibile commistione impone di cercare dei progressivi miglioramenti su due aspetti delicati e cruciali. Il primo è quello della “trasparenza” su cui si sta lavorando da tempo nell’ambito delle trattative per un Trattato sul commercio internazionale di armi non convenzionali. La trasparenza deve essere un obiettivo forte e fondamentale, che riguarda non solo i possibili confini tra nucleare civile e militare, ma anche lo stesso nucleare civile.

Il secondo è il problematico tema del “dual use”, cioè dei beni e tecnologie dal possibile duplice uso, civile e militare. Con il “dual use” diventa sempre più difficile individuare lo stesso confine tra economia civile e militare. Soprattutto nei settori biologico, chimico e nucleare il fenomeno del “dual use” solleva il problema della distinzione tra programmi civili e programmi militari, considerato il rischio che vengano realizzate armi di distruzione di massa. Oltre ad una normativa internazionale su produzione e scambio di beni e tecnologie, la questione richiede una soluzione sul piano dell’etica personale e della deontologia professionale, soprattutto per chi è impegnato nella ricerca scientifica.

Per concludere, la Chiesa tiene in grande considerazione la scienza, la tecnica e il progresso umano e, nello stesso tempo, invita l’uomo ad un atteggiamento di prudenza, che non vuol dire attendismo, incertezza, rinuncia, paralisi delle decisioni, nostalgia del passato, pessimismo acritico verso il futuro. Prudenza vuol dire procedere con decisione, ma dopo attenta valutazione dell’originario piano di Dio sull’umanità. In questo contesto va anche inserita la problematica dell’energia nucleare. Questi sembrano i criteri dentro i quali essa può essere e diventare “un bene per l’uomo”.

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2 Commenti

  1. i reattori nucleari costituiscono il solo mezzo per distruggere per sempre l’uranio ed il plutonio trasformandoli in energia? allora perchè il mondo è in fibrillazione per il possibile uso militare dei prodotti di scarto delle centrali nucleari dell’iran? o meglio lei ritiene che vi siano le condizioni politiche planetarie e quelle tecnologiche che rendono sicuro l’utilizzo civile del materiale radioattivo e delle relative scorie? in russia in questi giorni hanno tremato a causa di un rischio non calcolato come gli incendi boschivi nei pressi di centrali atomiche.
    un caro saluto

  2. NUCLEARE
    la santa sede parlasse bene e razzolasse meglio, non è possibile che sia a favore del nucleare con le possibilità infinite di utilizzare fonti alternative e soprattutto pulite che altre nazioni già usano, non ci vuole lo scienziato per scoprirle, basta copiarle(tra l’altro i cervelli che scoprono certe cose sono quasi tutti italiani), è solo ipocrisia politica che costringe il vaticano a dire certe cose.
    Dicono che nel dicembre 2012 un meteorite colpirà la terra, e potrebbe distruggerla, niente di piu’ sbagliato, avete travisato i calcoli di un mio antenato, la verità? saremo noi a distruggerla qualche anno piu’ avanti per la bramosia umana di avere per primi un’arma di distruzione di massa, gustare cosi il potere di avere il mondo ai propri piedi, consapevoli che con un dito si decida la vita o la morte dell’umanità.
    Fermate gli iraniani, se riusciranno a costruire l’atomica, sarà l’inizio della fine.