myNews.iT - Per spazio Pubblicitario chiama il 393.5496623 Elezioni Amministrative Termoli 2024

TERMOLI _ Le nuove disposizioni, che in nome della governabilità e quindi dell’efficienza amministrativa, da quindici anni circa regolano le elezioni comunali, sindaco e consiglio, hanno mutato radicalmente la modalità di rappresentanza politica, forse anche il senso della democrazia, suscitando non poche perplessità sulla necessità di queste novità. L’elezione diretta del sindaco, candidato di una coalizione che intorno alla sua figura si costituisce e organizza un programma, se da una parte diventa fattore di garanzia per la stabilità del governo della città, dall’altra mette nelle sue mani la sorte e i destini di assessori, consiglieri uscenti ed entranti, ma nello stesso tempo non lo mette al riparo da ricatti, sgambetti che possono portare al fallimento e a dimissioni anticipate. Il pericolo di cui si pensava essersi liberati una volta per tutte rientra dalla finestra.
A Termoli due delle ultime quattro legislature sono così terminate in anticipo, smentendo lo spirito delle nuove disposizioni. Da questo punto di vista il vecchio sistema, che nel corso della stessa legislatura consentiva il cambiamento di alleanze e quindi di maggioranza, pur debole dal punto di vista dell’incisività dell’azione amministrativa, garantiva continuità del mandato del consiglio, se non della giunta. Insomma l’elezione diretta del sindaco, accanto a indubbi (o presunti) elementi positivi, ha introdotto nuovi fattori quali l’eccessiva personalizzazione, un profilo sempre più basso del ruolo dei partiti e quindi della cultura politica, e non sembra aver eliminato i guasti e le storture del sistema precedente. Alla fine, l’impressione è che la democrazia sia costretta a pagare un prezzo eccessivamente alto. Se si considera il cambiamento della composizione del consiglio comunale e della giunta, con le uscite e le new entry, alle quali abbiamo assistito fino ad oggi (e non è detto che sia finita), ci si può rendere del valore del peso e della scelta democratica del voto elettorale.

C’è qualcosa che non funziona. Rispetto al vecchio sistema, non pare sia cambiato molto rispetto alla tenuta di una maggioranza e di una coalizione; nuovi gruppi consiliari, nuovi esponenti di partito, nuove composizioni ed equilibri all’interno degli organi istituzionali, nuova composizione della stessa opposizione, e anche nuovi scenari per il futuro, sempre con il rischio incombente di tornare a votare, un rischio che come una spada di Damocle pende sul capo di tutti gli attuali membri dell’amministrazione, maggioranza e opposizione, ma soprattutto sulla sorte della vita della città. La causa di tutto ciò, a nostro modesto avviso, è da ravvisare nella debolezza dei partiti politici, i tanto vituperati partiti che, secondo tanti, sono stati la causa degli inciuchi della vecchia politica nelle mani e sotto ricatto della partitocrazia, che come un mostro divorava tutto e tutti.

Naturalmente non si tratta di un ritorno al passato (eppure auspicabile se significasse un ‘ritorno al futuro’), ma non v’è dubbio che dell’antico bisogna salvare il valore di cui esso era portatore e cioè una cultura politica che formava alla responsabilità e all’impegno per la gestione e lo sviluppo della cosa pubblica. E come sempre accade, quando manca il valore ci si illude di correre ai ripari con nuove norme e leggi; ma non sono le nuove disposizioni e i regolamenti diversi che creano cultura politica.

É piuttosto vero il contrario: solo un’autentica cultura politica è capace di generare legislazioni più adeguate al cambiamento dei tempi e in vista di una migliore e più efficace azione amministrativa. Chi viene proposto ed optato nelle liste o si autocandida va valutato non semplicemente in misura del suo eventuale peso elettorale (quanti voti garantisce grazie alla sua numerosa famiglia e alla sua attività professionale) ma per la sua ‘posizione politica’, cioè per il livello di maturazione di una cultura politica ottenuto con la frequentazione della vita di una formazione partitica che gli garantisce un retroterra solido per poter essere portatore di una visione complessiva, di ideali forti e certi, non in balìa delle prime sirene promettenti poltrone, prestigio e potere. Si dovrebbe dire basta con le improvvisazioni, con opzioni di comodo, specchi per allodole, quote di vario genere, reclutamento dalla ‘società civile’, come se questo bastasse per acquisire patenti di capacità politiche, di personalità prestate alla politica, come si suole dire con un’espressione poco felice; di questi tempi i prestiti …sono molto rischiosi e fragili.

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5 Commenti

  1. I veri padroni
    Come non condividere quanto esposto. Ritengo che il danno maggiore ora è dovuto al fatto che i nuovi “padroni del vapore” sono quei soggetti che si sono e/o si impossessano di un simbolo, un timbro , una carta stampata degli attuali “partiti” solo per poter partecipare ai tavoli che decidono le sorti di tutti. Con il sistema di oggi una persona se pur preparata, leale, onesta,….., se si candida corre il rischio di prendere solo il suo voto, ed ecco perché necessita con urgenza stabilire uno strumento capace di formare, selezionare una vera classe dirigente, capace soprattutto di pensare al bene comune. Occorre rivolgersi ai giovani con lo spirito giusto e leale, non pensando di strumentalizzarli al proprio fine.
    Voglio sperare ancora che non sia una pia illusione.
    Apprezzo molto e ringrazio chi si prodiga a tal fine.

  2. compartecipi delle ns. scelte
    Oltre alle regole elettorali, necessita considerare che, vengono candidate, pur di raccattare qualche voto in più, personaggi privi di ideologia politica e scarso senso civico, con il solo intento di acquistare visibilità e/o perpetrare interessi personali.
    In questo modo si conciliano gli interessi della fazione politica e quelli del singolo, tradendo la fiducia dei cittadini ONESTI.
    A beneficio della verità è necessario aggiungere anche la superficialità con cui, noi cittadini, facciamo le ns. scelte e la faciloneria con cui perseveriamo nel dare fiducia ad elementi, non persone, che non meritano stima.
    Morale: siamo testimoni della ns. infelice e/o felice scelta.

  3. risposta
    Ringraziando per l’attenzione, dico all’amico “S. Benedettosia” che se per il prossimo turno elettorale non si cambia registro siamo punto e a capo, forse peggio. Bisogna vedere cosa fare…
    -all’amico “lanicoper”: superficialità e faciloneria sono un brutto segnale per un sistema democratico. Ogni cittadino dovrebbe essere più responsabile e riflessivo nella famosa…”cabina” e non svendere e umiliare il suo voto…forse per un piatto di lenticchie.