La nave del nostro Comune procede come quella di Fellini.
MeterePortoTERMOLI – Dobbiamo scomodare anche il grande regista per parlare dei nostri problemi. Come accade sulla sua “nave”, così a Termoli si vogliono buttare in mare le ceneri di un’Amministrazione che da circa quattro anni governa il paese.E la storia, si ripete! Naturalmente il grande regista affida l’evento, com’è nel suo stile narrativo, ad una storia grottesca ed emblematica: la dispersione delle ceneri mortali contenute in un’urna, richieste da tutti i partiti d’opposizione fin dall’inizio dell’insediamento dell’attuale sindaco.

Mentre ci avviciniamo alla fine del mandato, per attuare questa operazione, sempre di più si infittiscono le discussioni politiche e gli incontri tra i partiti principali, il PD, la Lega e i 5Stelle. A questi, naturalmente, si aggiungono i vari gruppi e Movimenti sorti nei quattro anni di reggenza Sbrocca: Termoli Decide, No Tunnel e altri. 

L’argomento sul quale si scontrano maggiormente con l’Amministrazione è, naturalmente, il progetto della nuova sistemazione della parte a ridosso del Piano di S Antonio compresa l’ex Villa Comunale. Il progetto prevede, come tutti sanno, anche un parcheggio e un auditorium sotto la stessa piazza. Sono previsti, inoltre, alcuni piccoli appartamenti con vista mare per turisti di passaggio o residenti. Nella parte superiore è sistemata una zona per un teatro all’aperto e uno spazio per gioco bimbi con verde attrezzato.

Questo il progetto contestato! Ah, dimenticavo (che sciocco, sic!) il sottopasso, altrimenti detto “l’infame Tunnel”: seicento metri di scavo di una galleria che dovrebbe collegare il porto con il parcheggio e agevolare l’uscita verso le autostrade. Sarebbe questo il primo intervento di qualità in oltre cinquant’anni nei quali si è prodotta solo edilizia ad uso residenziale; motivo per il quale il verde è stato sostituito da un’edilizia brutta e ingombrante che ha fatto sparire tutti i giardini e gli spazi verdi. Enormi casermoni, collocati nei punti più belli del paese hanno cambiato il volto della bella cittadina adriatica. Sono stati “spiantati”, secondo un inspiegabile progetto di ristrutturazione – licenziato dalla precedente Amministrazione e definito “Termoli Futura” – tutti gli alberelli di oleandri del Corso principale a vantaggio di una colata di grosse lastre di marmo (?), riducendo ad un vero e proprio deserto lo spazio, definito, non a torto dai termolesi, il Deserto dei …Tartari

Dulcis in fundo, ultima idea dell’attuale Amministrazione, è la proposta della creazione di una “Fondazione” pubblico-privata che dovrebbe riunire ed esporre tutte le opere di pittura, che il grande artista e critico d’arte termolese Achille Pace è riuscito, con grande abnegazione, a far donare a Termoli dai vari artisti che in 60 anni si sono avvicendati partecipando al Premio Termoli. Tenutosi regolarmente tutti gli anni sin dal 1955, il Premio si svolgeva alla presenza dei più importanti artisti e critici d’arte italiani. Anche Carlo Giulio Argan vi ha presenziato più volte. 

Senza entrare in polemica con questa iniziativa – dalla quale Pace che non è stato neanche interpellato si è dissociato – facciamo notare che la “Fondazione Macte”, come è stata denominata, è stata decisa in così poco tempo senza il coinvolgimento degli artisti e degli operatori della cultura. Inoltre, nasce con due soli soggetti fondatori: il Comune, una Società privata non ancora identificata e senza l’apporto di altri Enti pubblici. 

Bisogna ammettere che è la prima volta che si pensa di creare uno spazio espositivo permanente, con le caratteristiche di una vera e propria “pinacoteca”. Cinquecento opere che giacciono ancora in cantine malsane attendono da 60 anni di essere mostrate ad un pubblico che non sarà solo quello locale ma nazionale; capolavori il cui valore si aggira intorno a 4 milioni di euro circa.

In più di un’occasione il sottoscritto ha denunciato che a Termoli la cultura ufficiale è sempre stata molto carente. Il paese è abituato a pensare più alle bellezze del paesaggio, ai tramonti e alla Termoli del periodo estivo, le vacanze, il mare. Pochi si sono interessati ad avvenimenti culturali di un certo respiro. Quando, però, questi vengono proposti, i cittadini e i turisti partecipano sempre volentieri.

C’è qualche novità! Negli ultimi mesi, il paese si sta dotando di una serie di sculture in bronzo che rappresentano personaggi che gli hanno dato lustro. Lungo il Corso Nazionale, sono state, infatti, collocate le sculture di tre personaggi famosi: il grande vignettista Benito Jacovitti, nato a Termoli ma trasferitosi a Roma da giovane; il grecista termolese Giuseppe Perrotta di fama internazionale e infine il poeta-pittore e scrittore Carlo Cappella, molto caro ai termolesi.
Sarà il clima elettorale, sarà il fatto che ci sono infiniti motivi per cui queste “operazioni” andavano fatte da tempo, a bordo del…“vascello”  si plaude a quest’ultima iniziativa

Ma il futuro è tutto da scrivere! 
Le truppe cammellate di destra, di sinistra e di centro stanno affilando le armi per sostituire il…comandante mentre LA NAVE VA e continua la sua navigazione a vista fino alle prossime amministrative del mese di maggio.
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Saverio Metere
Saverio Metere è nato a Termoli il 23 settembre del 1942. Vive e lavora a Milano dove esercita la professione di architetto libero professionista. Sposato con Lalla Porta. Ha tre figli: Giuseppe, Alessandro, Lisa. Esperienze letterarie. Oltre ad interventi su libri e quotidiani, ha effettuato le seguenti pubblicazioni: Anno 1982: Lundane da mazze du Castille, Prima raccolta di poesie in vernacolo termolese; anno 1988: I cinque cantori della nostra terra, Poeti in vernacolo termolese; anno 1989: LUNDANANZE, Seconda raccolta di poesie in vernacolo termolese; anno 1993 da Letteratura dialettale molisana (antologia e saggi estetici–volume primo); anno 1995: da Letteratura dialettale molisana (antologia e saggi estetici–volume secondo); anno 2000: I poeti in vernacolo termolese; anno 2003 (volume unico): Matizje, Terza raccolta di poesie in vernacolo termolese e Specciamece ca stá arrevanne Sgarbe, Sceneggiatura di un atto unico in vernacolo termolese e in lingua; anno 2008: Matizje in the world, Traduzione della poesia “Matizje” nei dialetti regionali italiani e in 20 lingue estere, latino e greco.