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Seduta consiglio generale del Cosib
TERMOLI _ L’elezione del Presidente e del nuovo CdA del Cosib è stata sostenuta dall’unanimità dei consiglieri presenti, al momento della votazione, con 12 voti. Questo perché 4 componenti del consiglio generale, i sindaci di Termoli, Campomarino ed Ururi, unitamente al Presidente della Provincia, che esprimevano gli altri 8 voti, hanno abbandonato la seduta, dopo aver cercato d’imporre inutilmente il rinvio. Dunque nessun imbroglio, soltanto una elezione avvenuta nel pieno rispetto delle regole democratiche, sia sul piano formale, sia sul piano sostanziale. In realtà, oltre alla proposta di rinvio, non esisteva una soluzione alternativa a quella decisa dai Comuni soci del Cosib aderenti all’Unione del Basso Biferno, una proposta sintetizzata in un documento strategico sottoscritto e condiviso da tutti, compresi i sindaci di Ururi (Antonio Cocco) e di Campomarino (Anita Di Giuseppe). A conferma di ciò evidenziamo che, fino a qualche minuto prima della riunione, il sindaco Cocco continuava a dirsi d’accordo con il metodo ed i contenuti ed il sindaco Anita Di Giuseppe ha ribadito durante la stessa seduta il suo assenso.

Ribadiamo il massimo rispetto per la libertà di chiunque. Ma bastava giocare a carte scoperte mettendo in campo una proposta “altra” e cercare di trovare il consenso necessario. E’ la prima volta, nella storia del Cosib, che i sindaci hanno avuto un ruolo fondamentale nella scelta di chi doveva governare l’Ente. Fatto questo profondamente innovativo rispetto alla tradizione e di assoluta rilevanza democratica: un nuovo modello partecipativo che tiene lontano dagli enti e dalla loro gestione i partiti. Per noi è risultata operazione facile e naturale, a differenza di quanto riportato dalla stampa che presentava un quadro tragico e difficile. Questo risultato costituisce, alla luce dei fatti, un indubbio successo della politica di cooperazione intercomunale promossa dall’Unione dei Comuni del Basso Biferno.

Conferma la validità di un metodo (la concertazione tra pari) che costruisce le condizioni per un rilancio del ruolo e della funzione del territorio basso molisano come “motore di sviluppo dell’intera regione”. Rispetto a questi temi ci sia consentita una ulteriore considerazione. Saremmo curiosi di conoscere con precisione i contenuti veri delle “declamate” politiche di rinnovamento e di sviluppo annunciate da D’Ascanio che, a suo dire, sarebbero state sacrificate in nome di interessi personali. Di cosa si preoccupa D’Ascanio? Lo dica con parole chiare. Proponga obiettivi ed azioni concrete. Cosi avremo la possibilità di confrontarle con le nostre. Ci dica, inoltre, quale realizzazione significativa per il Basso Molise ed il territorio regionale dopo decenni passati dentro le istituzioni, anche con incarichi rilevanti, è legata al suo nome.

Per cui, non possiamo non respingere in maniera categorica i tentativi di travisamento posti in essere, in primis da D’Ascanio e poi da Cocco che riscopre ruoli e funzioni di Termoli che nessuno ha mai negato, ma bontà sua, solo dopo aver intrattenuto, alla presenza dei sindaci-testimoni, trattative che ponevano la sua presenza nel CdA. Noi sapevamo che il passaggio della elezione del nuovo vertice era complesso e delicato, ma l’Unione ha retto nel suo insieme e soprattutto abbiamo dimostrato che è possibile unirsi sulla strada del rilancio verso lo sviluppo del territorio bassomolisano, ribadendo il valore della scelta metodologica dello sviluppo dal basso.

L’Unione ed il Cosib, negli ultimi due anni, hanno costruito una strategia aperta all’internazionalizzazione, confrontandosi e dibattendo sui contenuti concreti di uno sviluppo possibile e sostenibile, decidendo di abbandonare visioni tardo-municipaliste o tardo-ideologiche, investendo sulla creazione/gestione di un sistema integrato territoriale, fondato sulla sfida dell’ammodernamento qualitativo dei servizi pubblici locali (nei settori dell’energia, acqua, rifiuti, cultura, istruzione e formazione) e sulla valorizzazione delle risorse, anche a scopi turistici, privilegiando l’approccio sussidiario da costruire attraverso un’alleanza strategica con il sistema della PMI, con il privato sociale, con il mondo della cultura. Sulla base di queste indicazioni, ribadiamo la nostra volontà unitaria di lavorare per lo sviluppo del territorio che per noi costituisce bene primario. La politica ed i partiti, invece di porsi come baluardo nostalgico del controllo centralistico, diventino “facilitatori” del processo, “giocando” sul terreno di sfida dei contenuti per la crescita del Basso Molise. Seguendo questa logica, cercheremo di allargare e rafforzare la rete di cooperazione con chiunque si senta di condividere questa sfida per il futuro.

Bartolomeo Antonacci Sindaco di Guglionesi;
Vittorino Facciolla Sindaco di San Martino in Pensilis;
Gabriele La Palombara Sindaco di Petacciato;
Luigi Mascio Sindaco di Portocannone;
Antonio Galasso Sindaco Di San Giacomo degli Schiavoni

1 commento

  1. Basta a farsi prendere in giro !
    “Conferma la validità di un metodo (la concertazione tra pari)….” ossia tra chi non ha un metro di terreno nel COSIB e chi ne ha il 98% ?
    Oppure tra persone della “STESSA FATTA” che hanno concertato i posti in CDA (con relativo, sostanzioso gettone) in cambio della conferma di un presidente rappresentante della vecchia nomenclatura locale e regionale?

    Che il sindaco Greco non sia un campione di diplomazia è notorio ed acclarato.
    Ma che tali personaggi abbiano lavorato per estromettere Termoli dalla gestione di una fetta importante del suo territorio è EVIDENTE e sotto gli occhi di tutti.

    Credo sia giunta l’ora che Termoli esca da tale consorzio e chieda indietro i terreni liberi e compensazioni monetarie per i terreni non restituibili che ha messo come capitale in tale sciagurato sodalizio.

    Solo così potremo riprendere il controllo, anche urbanistico, di quella zona della nostra città.
    A questi sindaci, …del presidente del COSIB, lasceremo volentieri la gestione del “loro” restante orto.