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I Popolari e Liberali di Termoli
I Popolari e Liberali di Termoli
TERMOLI _ I Popolari e Liberali rappresentano un raggruppamento politico che ha come riferimento, a livello nazionale l’on. Carlo Giovanardi, a livello Regionale l’on. Remo Di Giandomenico. Ciò che unisce i Popolari è la fiducia per la libertà economica e politica, per la ragione umana e per il profondo amore e rispetto per la Persona. Oggi più che mai il cattolicesimo liberale ci aiuta ad affrontare la difficile realtà, a trovare la strada, ad alimentare una speranza.

Frédéric Bastiat nel 1800 scriveva “Allorché si sarà ammesso in via di principio che lo Stato ha l’incarico di operare in modo fraterno in favore dei cittadini, si vedranno tutti i cittadini trasformarsi in postulanti. Proprietà fondiaria, agricoltura, industria, commercio, marina, compagnie industriali, tutti si agiteranno per reclamare i favori dello Stato.
 
Il tesoro pubblico sarà letteralmente saccheggiato. Ciascuno troverà buone ragioni per dimostrare che la fraternità legale deve essere intesa in questo senso”. E ancora nel 1951 don Luigi Sturzo: «Io non ho nulla, non possiedo nulla, non desidero nulla. Ho lottato tutta la mia vita per una libertà politica completa ma responsabile. La perdita della libertà economica, verso la quale si corre a gran passo in Italia, segnerà la perdita effettiva della libertà politica, anche se resteranno le forme elettive di un parlamento apparente che giorno per giorno seguirà la sua abdicazione di fronte alla burocrazia, ai sindacati e agli enti economici, che formeranno la struttura del nuovo Stato più o meno bolscevizzato. Che Dio disperda la profezia».

La “Profezia” è oggi amara realtà non solo a livello nazionale ma anche e principalmente a livello regionale. L’attuale crisi economica e politica che non è congiunturale ma strutturale, sta colpendo l’intera Nazione ed in particolare la nostra Regione per la concomitante dissennata politica regionale di questi ultimi anni . Il mondo sta cambiando, la politica regionale non è stata in grado di adeguarsi ai cambiamenti strutturali continuando a produrre più debito che ricchezza, provvedimenti legislativi senza preoccuparsi della loro trasformazione in strumenti operativi concreti in grado di dare prospettive vere. Del resto si sa: “La politica è troppo interessata a procrastinare nel tempo i problemi della finanza pubblica, riversandoli sulle spalle delle generazioni future le quali non avranno prospettive di lavoro , anche parziale e temporaneo non potranno godere di qualsiasi forma di assistenza e previdenza e saranno caricate dal peso di un enorme debito pubblico accumulato per salvaguardare privilegi ed interessi di pochi. La crisi impone un rinnovamento ideale, politico e culturale convinti della necessità di rifondare un sistema di valori per dare prospettive ed evitare le devastanti conseguenze della crisi sulle famiglie, sui lavoratori, sui giovani e sulle imprese .Ed invece la Regione Molise, in questi ultimi dieci anni, senza preoccuparsi delle difficoltà e dei problemi di sopravvivenza di intere categorie di lavoratori e ceti produttivi, si è preoccupata di ingrandire a dismisura ed oltre ogni limite accettabile l’improduttivo apparato pubblico, realizzando strutture inutili per la collettività al solo fine di nuove poltrone da distribuire tra alcuni professionisti per acquisirne il consenso; moltiplicando le strutture esistenti ( vedi Finmolise, Ersam, ecc) che invece andavano snellite; utilizzando il piano casa , non per risolvere la crisi del settore edile (Occupazione), come era nelle intenzioni del Governo centrale, ma come immorale sanatoria di abusi edilizi, consentendo a pochi di lucrare di più; intervenendo nel pieno della campagna elettorale sui finanziamenti per l’acquisto della prima abitazione o sui POR o su altre forme di finanziamenti, chiedendo a migliaia di cittadini una integrazione della documentazione e facendo intravedere la possibilità di un finanziamento che, per la limitatezza dei fondi a disposizione, è molto improbabile:promettendo finanziamenti, solo sulla carta, ad Enti ed Istituzioni anche religiose, o inter-venendo nel settore industriale dove con soldi pubblici si agevola l’ingresso di imprenditori dai curricula discutibili.

Ma nella Sanità il Governo Regionale ha raggiunto il massimo livello della sua inefficienza . Un settore che già assorbe l’80% del bilancio regionale, per il quale sono stati attivati aumenti del costo della benzina, addizionale Irpef, prestiti a lungo termine che graveranno sulle generazioni future, vendita di proprietà regionali, e tutto ciò non per realizzare investimenti ma solo per coprire parte dell’enorme buco, sempre più profondo, delle spese di esercizio. La nostra Regione, senza investimenti sarà destinata inevitabilmente a morire. A fronte di questa spesa indefinibile ed insopportabile cosa è stato realizzato dai nostri amministratori regionali? Si è costituita una struttura elefantiaca (Asrem) composta da centinaia di dirigenti e funzionari aventi la sola funzione di ausilio e supporto al potere politico, per garantirne la conservazione e per il quale svolgono una continua campagna elettorale. Si sono costituiti negli ospedali regionali una infinità di reparti. Si sono limitate le visite specialistiche giornaliere, realizzando artatamente liste di attesa di mesi, costringendo gli utenti a richiedere prestazioni a pagamento, che vengono immediatamente eseguite da quello stesso medico che, inoperoso, era in attesa del termine del suo turno di lavoro. Oppure, costringendo i ricoverati a comprarsi i farmaci mentre le relative economie vengono poi divise tra i vari dirigenti che sono i primi corresponsabili di questo dissesto, come premio di produttività.

Questi sono solo alcuni degli esempi di come sia stata gestita la politica regionale in questi ultimi dieci anni. Tutto ciò avviene mentre la marineria è in crisi e agli addetti non è garantito il minimo per il sostentamento; lo stesso per gli agricoltori che spesso non riescono a raccogliere i prodotti perché le spese per la raccolta sono superiori agli incassi, e molti falliscono; per i commercianti che dopo alcuni mesi chiudono la attività appena intrapresa; per gli edili attanagliati da una crisi ormai irreversibile; per le industrie che senza soluzione di continuità chiudono l’attività con la perdita di centinaia di posti di lavoro; di persone con famiglia a carico e con un mutuo da pagare che perdono il lavoro; con giovani che non hanno la prospettiva di lavorare anche con incarico parziale e temporaneo, e con altri che hanno iniziato a lasciare la Regione, provocando la ripresa del fenomeno della emigrazione. Tutti accomunati però dall’enorme fardello del debito pubblico che questa Amministrazione regionale ha posto sulle loro spalle. Una stagione politica è ormai chiusa, il sistema vigente da quasi venti anni ha prodotto risultati negativi. L’aver personalizzato la politica è stato il comune denominatore in voga, con l’accen-tramento del potere e l’assoluta mancanza di ogni forma di democrazia e partecipazione. Così ognuno si è sentito autoreferenziato e come tale ha avuto un solo obiettivo:quello di preservare le proprie posizioni a dispetto di tutti ed ognuno. Allora la politica si fa per se stessi e non per il popolo.

E’ un sistema che va assolutamente cambiato se vogliamo risalire la china di una grave crisi eco-nomica e di una altrettanto grave deriva morale, così come autorevolmente è stato sottolineato in questi giorni. Ridare spazio ai cittadini e forza alle comunità con la responsabilizzazione dei territori è un imperativo categorico. Il sistema poteva essere modificato, ma la nomenklatura regionale ha pensato bene di tenere in vita una normativa che potesse garantire la sopravvivenza ai più. Abbiamo così assistito al mercato di “calciatori” assoldati dalle varie squadre. La responsabilità evidente è di chi ha gestito un potere fine a se stesso, come strumento di conservazione di posizioni personali, arrivando finanche alla autoproclamazione della candidatura “Dio me l’ha data, guai a chi….”

Ora è veramente improcrastinabile una battaglia democratica per liberare la Regione da chi pesantemente la occupa, perché poi si possa affrontare la costruzione di una nuova stagione politica. La nostra posizione è semplice: “Via chi crede di essere l’unto del Signore!” Non prendiamoci in giro con la scusa degli schieramenti politici: tanti sono stati i passaggi tra le varie sponde. Bisogna avere il coraggio di spezzare il sistema per costruire un movimento che riporti al centro dell’impegno la “persona”.

A Giugno abbiamo lanciato una candidatura al di fuori degli schemi, per sollecitare una presa di coscienza da parte dei cosiddetti centristi di nome, ma non di fatto. Non abbiamo avuto segnali: non c’è peggior sordo…. A questo punto, per rompere il sistema l’unica possibilità è votare per Paolo Di Laura Frattura. Ovviamente, non siamo interessati all’attuale coalizione di sostegno per cui non abbiamo candidature da proporre in Consiglio Regionale. Ciò non significa lavarsi le mani, ma una assunzione di responsabilità per continuare nel difficile percorso finalizzato a svegliare le coscienze ed a sollecitare impegni per costruire una società migliore. Per dirla con un grande Papa “ la politica è la più grande espressione della carità”.

L’Assemblea dei Popolari e Liberali

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10 Commenti

  1. x anonimo
    “Questa gente” in un paese democratico esprime le proprie opinioni.Lei non è tenuto/a a farsi infastidire…non legga, non se ne curi. Le offese poi può evitarle perchè non solo denotano poco stile ma anche mancanza di rispetto per gli altri. Infine se proprio si diverte ad offendere le gente SI FIRMI per una questione di DIGNITA’. A proposito i vermicelli sono gratiti in tutto il mondo, specie con sugo al pomodoro.

  2. che orrore il Peppone anonimo
    sai solo offendere e non sei in grado di esprimere un giudizio o forse sei parte integrante della casta ed hai il terrore di perdere i privilegi. La Grecia non ti insegna niente?
    Gattone se avrai la capacità di mettere in atto quanto vai predicando e denunciando continua e potrai amministrare fino a cento anni.
    Non ti preoccupare dei VERMI anonimi.

  3. ANCHE SE NON VOTO I POPOLARI LIBERALI………….HANNO FATTO BENE A NON FARE UNA PORTA LISTA DI APPOGGIO PERCHE’ NON SONO DI SINISTRA…ANZI PER QUEL CHE SI DICE IN GIRO HANNO RINUNCIATO A METTERE PROPRI UOMINI NEI VARI LISTINI!!! BRAVI CONTINUATE COSì LE POLTRONE LASCIATELE A CHI PENSA OCHE LA POLITICA SIA SOLO OCCUPAZIONE, POTERE ETC.I RISULTATI SI VEDONO….