
E’questo l’elemento predominante da prendere in considerazione per analizzare al meglio la sconfitta elettorale che è il risultato dell’incapacità delle forze locali di tradurre le intenzioni di Di Pietro e dello stesso Bersani sul territorio. Detto questo, ci pare ovvio, che l’analisi del voto meriti una maggiore attenzione da parte di tutti. Prendiamo atto della vittoria di Di Brino e Travaglini alle amministrative di Termoli e Montenero, ma ci pare improprio il termine di paragone tra queste elezioni e le precedenti territoriali con le scorse Politiche ed Europee dove la proposta politica di Di Pietro è risultata forte nei numeri e nella qualità. Negli ultimi anni Iorio, con il suo potere smisurato, ha messo in atto una politica di elargizioni, consulenze, favori e contributi vari che gli hanno permesso, grazie ad un radicamento capillare sul territorio, di mettere in campo decine di liste per le elezioni amministrative, a partire da quelle di Isernia del 2007, di Campobasso del 2009 e, in ultimo, di Termoli.
L’aumento delle liste ha comportato la frammentazione del voto che ha certamente penalizzato il centrosinistra i cui partiti sono stati nettamente ridimensionati. Bisogna quindi tener presente le caratteristiche del nostro territorio e le diversità dei meccanismi che si innescano tra gli elettori a seconda che si tratti di voto per le elezioni locali o per le più importanti elezioni politiche ed europee in cui, torniamo a dirlo , Di Pietro e l’Italia dei Valori hanno avuto, nel 2007 e nel 2009, un vero exploit. Mettiamoci ora, tutti insieme, alle spalle quello che è accaduto e riconsideriamo da subito il valore, la necessità e l’urgenza di un’alleanza politico-programmatica con il Pd e gli altri partiti del centrosinistra che dia la possibilità concreta di ricostruire ed allargare l’alleanza per meglio definire un vera alternativa di governo regionale.