Emilio Musacchio
TERMOLI _ Emigrante molisano in Australia torna in Molise in fin di vita per problemi cardiaci e viene salvato da morte certa dal Primario del reparto di Cardiologia del San Timoteo di Termoli Emilio Musacchio. L’anziano, di 80 anni, disperato di poter mai guarire dopo anni di terapie rivelatisi inefficaci ed inutili a Melbourne, è riuscito a raggiungere il Cardarelli prima ed il San Timoteo dopo per puro miracolo a causa delle sue gravissime condizioni di salute. Il pensioato soffriva di un’aritmia dal 1989 che gli ha determinato una bradicardia (battito cardiaco lentissimo) abbinata ad una fibrillazione ventricolare continua ed una incapacità dell’organo vitale di pulsare.

A peggiorare il suo quadro clinico, la scoperta fatta dal Primario Musacchio di Termolidell’assenza di un peacemaker che il paziente era convinto di aver impiantato nel 1996 nel corso di una operazione fatta a Melbourne in Australia. Lo stesso cardiologo ha verificato con esami clinici e lastre radiologiche l’inesistenza dell’apparecchio che i medici australiani avevano dichiarato di avergli applicato all’organo vitale e della sola presenza nel cuore del pensionato di un filo impiantato in una vena e lasciato appeso per 15 anni. Del peacemaker, dunque, nessuna traccia. Per tale motivo il quadro clinico del molisano era estremamente compromesso. Il Primario del San Timoteo ha tentato una operazione estremamente difficile per non dire disperata: impiantare nel cuore dell’ottantenne una protesi, un sistema defibrillatore bi-ventricolare collegato a tre fili (elettrocateteri) applicati al cuore.

A complicare l’operazione, la presenza del filo abbandonato in precedenza che, secondo quanto dichiarato dal professore Emilio Musacchio, aveva occupato il poco spazio dove intervenire. Dunque la difficoltà dell’applicazione dell’impianto è stata elevatissima in quanto inserito nella stessa vena già occupata dal filo vagante. La vena avrebbe potuto “strapparsi” decretando il decesso del paziente in 6 secondi. Musacchio è riuscito nella difficilissima impresa salvando la vita all’ottantenne che ora potrà avere un buon livello di vita almeno per i prossimi 10 anni.

“E’ stata una operazione lunga, durata 5 ore, e molto difficile, tra le più complesse della mia carriera iniziata 32 anni fa. Nonostante la mia specializzazione in aritmie e l’impianto di migliaia di apparecchi al cuore, questa volta ho veramente temuto il peggio. L’intervento è stato eseguito alla presenza di una equipe alla quale ha preso parte anche un ingegnere bio-medico, Alessandro Angelini che ha fornito l’attrezzatura impiantata. Penso che è un miracolo che questa persona non sia morta durante il viaggio in aereo, che sia riuscita a sopravvivere in quelle condizioni e senza il peacemaker che era convinto di avere da 15 anni fino ad oggi. Ora, fortunatamente, tutti i suoi problemi sono risolti. Potrà vivere in buone condizioni”.

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4 Commenti

  1. a ca nisciun e fess
    Al San Timoteo sparisce di tutto. Non è che il povero paziente sia stato truffato e gli abbiano sottratto il pace-maker mentre dormiva? Comunque complimenti al LUMINARE di ORORI che risolve casi impossibili come la morte apparente, fibrillazioni ventricolari persistenti da anni. Che dire NON HO PAROLE.

  2. legge pure il futuro??
    Caro Eminente Luminare, per scoprire se uno ha un pace-maker,non ci vuole la zingara, basta un elettro cardiogramma o al massimo una rx grafia. Non mi sembra il caso di auto elogiarsi in un blog di ignoranti in materia, dove come è Sua consuetudine, Lei vende fumo per arrosto. I Suoi prodigi li illustri in convegni accreditati e poi ci informi dei risultati. saluti, Un appassionato di Cardiologia senza pretese

  3. Ma il prof di Orori e’ un cardiologo oppure un cardiochirurgo? Il pace-maker che sparisce ma lascia i fili …..appesi. Se quanto affermato dovesse essere ribadito in un convegno medico allora il sugo dei pomodori potrà essere scambiato per sangue.