MAFALDA _ A Mafalda il Centro Territoriale di Accoglienza, appena collaudato, sito in Piazza della Libertà e costruito con fondi vincolati dell’Assessorato alla Sanità meno di 3 anni fa, viene in gran parte demolito in questi giorni per volere dell’Amministrazione comunale e del sindaco di Mafalda. Per attuare questa demolizione il comune si è indebitato contraendo un mutuo di 120.000 euro. Molti i dissenzi in paese sia perchè l’opera era pensata per dare più spazio ai pedoni, anziani, bambini, persone che vogliono godersi la piazza, sia perchè in tempi di crisi contrarre un mutuo (che i cittadini dovranno pagare) per distruggere un’opera sembra davvero insensato. Ma il problema non è solo di merito e lo si capisce da una iniziativa che, in soli due giorni, ha visto coinvolti 170 cittadini.

In data odierna, infatti, questi cittadini hanno presentato un esposto alla Procura della Repubblica e ad altri enti interessati quali la Corte dei Conti, la Prefettura di Campobasso, la Regione Molise – Assessorato alla Sanità, la Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici, per portare a conoscenza le istituzioni del gravissimo atto di demolizione e per chiedere la verifica della regolarità procedurale ed amministrativa. Tra le presunte irregolarità sulle quali la Procura è chiamata ad indagare c’è il fatto che l’opera sia stata interamente finanziata con fondi dell’Assessorato alla Sanità (destinati quindi ad opere sanitarie) con vincolo di destinazione per almeno 5 anni dalla data di collaudo. In altre parole l’opera non può in alcun modo cambiare destinazione altrimenti siamo di fronte ad una gravissima distrazione di fondi. Inoltre viene chiesta chiarezza sull’iter amministrativo e sulla gara d’appalto relativa alla demolizione dell’opera. Infatti alla gara d’appalto, per chiamata e senza pubblicazione di apposito bando, sono state invitate quattro ditte di cui solo una risulterebbe essere in possesso dei requisiti per svolgere i lavori. Ma non è tutto, la gara si è conclusa con un ribasso dello 0,5%, dato non in linea con i ribassi che di solito si applicano in questi casi.

Per esempio per l’appalto realizzato per la stessa opera che oggi si distrugge la gara era stata aggiudicata con un ribasso del 15.4% e non erano ancora tempi di crisi pesante come quello attuale, ed entrambe le percentuali- si comunica nell’esposto – sono state applicate sul prezzario regionale. Anche la nomina del progettista lascia qualche dubbio, infatti il progettista inizialmente incaricato viene improvvisamente sollevato dall’incarico e, pur essendoci quattro tecnici interni al Comune, viene nominato direttore dei lavori un tecnico esterno al quale viene assegnato anche il ruolo di Responsabile unico del Procedimento. Non solo nell’esposto vengono sollevate anche altre presunte irregolarità relative ai bilanci comunali nei quali non sono state inserite delle spese protocollate e nei quali è stato completamente ignorato il rimborso, seppure cospicuo, ad una società investitrice creditrice nei confronti del Comune di Mafalda. L’ultima parola, quindi, alla Procura e agli altri enti che sono stati chiamati ad indagare sulle presunte irregolarità e responsabilità relative a questa vicenda.

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