In merito alle notizie diffuse – oltre che da questo sito da molte altre testate della zona – circa la probabile visita di Gheddafi alle Tremiti, appare abbastanza chiaro che tutto il rincorrersi di voci (a tratti anche fantasiose) sia scaturito dalla sensazione di uno scoop che il supplemento settimanale «Io donna», allegato al “Corriere della Sera” ha lanciato il giorno sabato 6 dicembre 2008.
Sotto un significativo cappello “COLPI DI TEATRO” si poteva leggere un articolo a firma di Antonio Calitri, che riportava l’inaspettato titolo:
” E Gheddafi verrà in Italia in visita di Stato… Ma alle isole Tremiti ”
seguito dal sommario: ” Il viaggio del colonnello in programma nel 2009 grazie all’amicizia con il sindaco del piccolo arcipelago “
A margine della questione, andrebbe rilevato anche il vago sapore di larvata sfida trasparente da una riferita dichiarazione dello stesso Sindaco Giuseppe Calabrese (v. Corriere della Sera, sez. Esteri, che, sempre a firma dello stesso Calitri, il 4 dicembre 2008 anticipava l’uscita del supplemento settimanale): «Mi ha promesso che il prossimo anno sarà in visita di Stato alle Tremiti. Non vengono a visitarci le istituzioni italiane e invece ci onoreranno quelle libiche…» commenta il sindaco.
Decisamente sbalordito, mi sono posto subito la domanda: ma per le VISITE DI STATO non esiste un apposito protocollo istituzionale? E poi, non avvengono tali visite per l’incontro fra capi di stato o quanto meno i loro legittimi rappresentanti? Nella fattispecie si tratterebbe del leader libico Muhammar Gheddafi e del signor Giuseppe Calabrese, che è solo il sindaco delle Isole Tremiti, sia pure – come riferisce l’articolo citato – “con il pallino della diplomazia”.
Non escludendo del tutto la possibilità di avere frainteso e che il mio sbigottimento fosse pertanto fuori luogo, mi sono permesso di sollevare la questione presso il competente Ministero degli Affari Esteri, ponendo il quesito: sarebbe davvero consentito l’improbabile caso che il sindaco di una piccola comunità si arrogasse azioni proprie di quella rappresentanza dello Stato sovrano cui tutti dobbiamo piuttosto alto rispetto con devozione istituzionale? Non dimentichiamo inoltre che lo stesso Gheddafi, in recente passato, si è addirittura permesso di avanzare pretese, a parer mio bizzarre, di rivendicazione territoriale sulle Isole Tremiti, che dovrebbero (secondo lui) appartenere alla Libia.
Ho chiesto infine se il Signor Ministro non ritenesse di dover intervenire in proposito ristabilendo le gerarchie. Nel giro di due giorni, da parte del Cerimoniale Diplomatico della Repubblica mi è giunta la risposta nella quale – sia pure sorvolando “diplomaticamente” su alcuni dettagli da me evidenziati – si precisava chiaramente che le VISITE DI STATO avvengono, sia in Italia come all’estero, su formale invito al massimo livello istituzionale (Capi di Stato) precedute da una serie di precise intese protocollari.
Va da se che tutto il fracasso provocato soprattutto nell’area del Gargano dai suddetti COLPI DI TEATRO, avrebbe richiesto una serena precisazione soprattutto nelle specifiche particolarità sostanziali. Come laddove si affermava che il leader libico si appresterebbe a finanziare la costruzione di un curioso manufatto che, secondo quanto garantisce in altra sede il Sindaco stesso, non verrà mai realizzato. Difatti, in data lunedì 08 dicembre 2008 ore 09:53 appariva on line sul sito www.ondaradio.info un articolo dal sensazionale titolo “Tremiti/ Il Ponte? Lo costruirà Gheddafi ” e il cappello “Il leader libico affascinato dall’idea di una struttura di legno tra gli isolotti.”
Ma in effetti, scorrendo poi il testo, era possibile rilevare soltanto una dichiarazione del Signor Giuseppe Calabrese, che ripeteva in sintesi quanto già pubblicato anche su altri siti dell’area garganica: Gheddafi, invitato dal sindaco, verrà alle Isole Tremiti l’anno prossimo. L’illazione del titolo suddetto – chiaramente ispirata dal suddetto servizio apparso su “io Donna” due giorni prima (Gheddafi ….”che ora si accinge a mettere piede in Italia. Per la prima volta. E a finanziare anche alcune opere nel nostro Paese, a cominciare da un ponte di legno per collegare tre delle quattro isole Tremiti”) – non veniva suffragata da alcun riscontro oggettivo, se non asserite “indiscrezioni” secondo cui “pare che…”. Sul piano giornalistico, dunque, il nulla assoluto. Le chiacchiere, si sa, rimangono tali e trovano sempre un contraltare in affermazioni totalmente opposte. Prende avvio in tal modo una sequela di comunicati e smentite persistenti, finché non ci si volge a considerare la pura realtà.
L’unica nota certa in proposito restava, come resta, la dichiarazione del Sindaco di Tremiti, Peppino Calabrese – secca, decisa e inequivocabile – rilasciata il 21 ottobre scorso con il seguente testo originale: “Il ‘ponte delle emozioni’, progetto fantasmagorico che prevede di unire le tre Isole Tremiti al momento sembra abbia emozionato solo il suo ideatore, l’ingegnere De Meo che ha presentato nel corso di una conferenza stampa il suo progetto. Basta! questo ponte è il progetto di un singolo che sta usando il nome delle Isole Tremiti per farsi pubblicità ma la sua idea non trova nessun fondamento a partire dal finanziamento che non c’è e non ci sarà mai per quell’importo”. Nessuno faticherà a comprendere che se il Signor Sindaco Giuseppe Calabrese – di ritorno da Tripoli dove avrebbe intrattenuto articolati colloqui con il Colonnello Muhammar Gheddafi -, ha preso pubblicamente una posizione tanto netta, le sue parole (che non lasciano adito a scappatoie) vanno attentamente considerate con tutta la serietà che il delicato caso merita. Tanto più alla luce della considerazione che il Sindaco stesso non ha mai ritenuto, per qualsiasi ragione, di dover smentire o rettificare la dichiarazione sopra riportata.
Sono ben certo che tutti – io in primo piano – avremmo apprezzato con doverosa gratitudine un suo corretto intervento chiarificatore, qualora ne fossero emersi gli estremi essenziali. La trasparenza si rivela quanto mai necessaria, perché i “colpi di teatro” hanno sollevato qui nelle Isole un turbine d’immotivate passioni. A tali effetti non parrebbero certo estranee le continue provocazioni lanciate di soppiatto da ignoti agitatori, nemmeno troppo ignoti seppure innominati. Oggi sappiamo che Muhammar Gheddafi verrà sì in Italia, ma invitato da Berlusconi come ospite del G8 che si terrà precisamente in Sardegna, su un’altra isola, La Maddalena. Berlusconi stesso ha tenuto a spiegare che, nella propria qualità di presidente di turno del G8 avrebbe “cambiato il format del summit”. Ha annunciato infatti che intenderebbe dedicare Il terzo giorno dei lavori al ricevimento di Gheddafi che, nel proprio ruolo di presidente dell’Unione africana, indicherà all’attenzione dei maggiori leader del mondo i problemi di quel continente e le specifiche soluzioni che egli proporrebbe. Un’occasione formidabile dal punto di vista del prestigio nazionale della Libia e di quello personale del suo leader. Un dettaglio ghiotto cui il Colonnello guarda molto. A questo punto, appare incontrovertibile che le Isole Tremiti – se mai Gheddafi dovesse sbarcarvi – dovranno comunque attendere con scrupolo ai tempi e alle direttive che il Ministero per gli Affari esteri decidesse di dettare nell’eventualità.