Riccardo Mascolo
TERMOLI – Riunione nella sede della Cisl delle Segreterie territoriali di Uilm- Fim- Fismic e Ugl per fare il punto della situazione sulla realtà attuale che sta attraversando l’insediamento industriale più grande del nostro territorio, la Fiat. Al di là della situazione di mercato, che vede il settore dell’auto sofferente per la mancanza delle vendite e di conseguenza continue richieste da parte dell’azienda sull’utilizzo di ammortizzatori sociali come la Cigo, la preoccupazione più forte delle Segreterie ,in questo momento è sulla gestione nella sua complessa funzionalità che mette a rischio la continuità dello stabilimento termolese. Una gestione generale che anziché rafforzare la coesione sociale per il raggiungimento degli obiettivi, crea continue lacerazioni, che nella nuova politica aziendale non trova una giusta collocazione. 

L’ORGANIZZAZIONE AZIENDALE FA ACQUA SU TANTI PROFILI” TUTTA RESPONSABILITA’ DEGLI OPERAI? Come qualcuno vuole far credere? Noi abbiamo dei grossi dubbi. Vogliamo sottoporre all’attenzione aziendale alcuni punti che a nostro avviso non edificano a tal punto un sistema impresa. Nel rispetto dei ruoli, cercheremo di sottoporveli dandogli anche una priorità d’importanza:
1) All’interno dei processi produttivi si percepisce un malcontento generale a 360°,manca l’armonia, manca il lavoro di gruppo, manca il dialogo, sempre responsabilità delle sole maestranze?
2) L’essere motivato è diventato ,secondo questa gestione ,elemento in disuso. Eppure la politica aziendale ci risulta essere un’altra.
3) La valorizzazione delle risorse, per questa gestione non ha trovato più motivo di essere presa in considerazione. Nella giusta misura crediamo che le persone meritevoli vanno premiate. Non vogliamo pensare che lo stimolo a migliorarsi, per questa gestione, significhi una interpretazione negativa.
4) Sui servizi, crediamo che il nostro stabilimento sia ormai allo sbando; Bagni poco decorosi, inefficienti specialmente per le donne, spogliatoi abbandonati a loro stessi, illuminazione nelle zone di passaggio insufficienti o addirittura inesistenti(con serio rischio infortuni per le maestranze), cancelli e inferriate di protezione e recinzione privi di manutenzione periodica; la ruggine ha preso il sopravvento, il decoro non rientra nel vocabolario di marcia di questa gestione.
5) Crediamo fondamentale all’interno di una impresa, il processo riorganizzativo, riteniamo l’organizzazione il giusto strumento necessario alla competitività del sistema, la nostra interpretazione , nella trasformazione, è stata sempre quella di una maggiore coesione sociale dando il giusto indirizzo sulle mansioni alle maestranze. Nella recente riorganizzazione , in questa gestione ci è parsa di leggere il contrario, ulteriore lacerazione sociale e disaffezione al sistema.

Parlando di efficienza vorremmo capire, perché l’unità cambi non riesce a raggiungere gli obiettivi aziendali sia sul profilo produttivo che di quelli qualitativi. Esiste un problema legato all’inefficienza macchinario? Manca il vero senso di appartenenza da parte delle maestranze? Manca il vero motore di traino, come la gestione? Sempre nel rispetto dei ruoli noi vorremmo darvi una mano, ma voi? Il CCSL ha segnato una svolta ,in particolare grazie alla composizione delle commissioni paritetiche e alla oramai standardizzazione del WCM, che sta prendendo sempre più piede nelle realtà produttive diventando uno dei riferimenti per poter migliorare la vita lavorativa in fabbrica. I buoni propositi non mancano, ma spesso (purtroppo) per questa gestione l’interpretazione rimane il famoso detto “ vai avanti tu che a me viene da ridere”.

A nostro avviso non si può accettare il comportamento di alcuni professionisti, che prestano servizio in azienda. Non è accettabile, in questi tempi duri, non svolgere i propri doveri e non rispettare i propri storici e onorevoli giuramenti. Inoltre non è assolutamente accettabile non solo la mancanza di abnegazione e l’invito ad un uso spropositato della giustizia, ma anche l’idea di utilizzare enti esterni per un servizio già retribuito. E dùlcis in fùndo si invita il lavoratore a riflettere sulla posizione presa visti i tempi, altrimenti la soluzione potrebbero essere le dimissioni.

Lavoratori, questa non è la fabbrica che noi vogliamo, o meglio non con questa gente che dovrebbe gestire i cambiamenti. Siamo abituati a lavorare sodo e fare sacrifici affinché ci sia una continuità per il nostro stabilimento e il nostro territorio. Ci sentiamo umiliati per il prolungarsi delle trattative per il rinnovo del CCSL, non si può cercare il dialogo e il confronto solo nei momenti di difficoltà aziendali. Con il senno di poi, dobbiamo riconoscere che c’era molto più rispetto ed educazione nel passato mentre l’acuirsi di una palese arroganza svela tanta insicurezza e incertezza per il futuro.

La storia quarantennale di Termoli, non potrà in alcun modo essere sconfessata e deteriorata dai primi avventurieri in cerca di gloria, questa realtà è formulata da uomini , a partire dalle Organizzazioni Sindacali dove il loro primo pensiero dopo la sveglia mattutina è rivolta alla sfida ed alla competitività d’impresa. Vogliamo ricordare che L’antico rematore romano veniva legato nella propria postazione vicino al remo, la strategia per arrivare prima a destinazione non era solo quella affidata alla forza, molto dipendeva dalla capacità di chi impartiva il ritmo ed il tempo. Forse la nostra colpa, quella di Termoli , è la mancanza di questi condottieri in grado di motivare i propri collaboratori, affinché gli obiettivi diventino realmente comuni.

Per la Uilm Antonio Di Pardo
Per la Fim Riccardo Mascolo
Per la Fismic Giovanni Mercogliano
Per la Ugl Domenico Guida

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